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Il centauro del futuro che stima i danni catastrofali

Un progetto europeo sta dando vita a un sistema in cui uomo e robot agiscono in modo simbiotico

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Si aprono nuove frontiere per gli interventi di ripristino o per la valutazione dei danni da catastrofi naturali. Un progetto europeo sta infatti dando vita a quello che viene definito “il Centauro del XXI secolo”. Si tratta di un sistema robotico in cui uomo e automa agiscono in rapporto simbiotico per gestire gli interventi, garantendo una condizione di sicurezza all’operatore che, fisicamente, pur non trovandosi sul luogo della calamità, potrà avvertire le stesse sensazioni sensoriali (audio-visive e tattili) che il robot percepirà nello scenario di azione, grazie a un complesso sistema di trasmissione e di telepresenza. Le capacità limitate dei robot attuali nell’operare in condizioni estreme sono emerse, ad esempio, nel caso del disastro della centrale nucleare di Fukushima, in Giappone: il Centauro potrà superare questi limiti grazie a una base robotica dotata di quattro gambe e caratterizzata da un torso simile a quello di un uomo, con due braccia e comandato attraverso attuatori (sistemi che ne permettono il movimento) leggeri e cedevoli, per consentirgli di spostarsi con agilità tanto su terreni sconnessi quanto all’interno di edifici, con la possibilità addirittura di salire o scendere le scale.
Questo permetterà all’operatore di sfruttare in pieno e al meglio tutte le caratteristiche e le potenzialità del robot, per ottimizzare l’intervento. In particolare, due esoscheletri (robot indossabili) sulle braccia dell’operatore forniranno il ritorno di forza su questi arti e restituiranno alle mani le sensazioni tattili. Tali riscontri permetteranno a chi guiderà il Centauro di comandare a distanza il robot, per svolgere compiti complessi di manipolazione, come collegare una tubazione o chiudere una valvola di manovra, contribuendo alla risoluzione di situazioni di emergenza. Un sofisticato sistema di controllo per la ’teleoperazione’ e sistemi di simulazione dello scenario consentiranno al robot di operare in maniera efficiente anche in caso di perdita di comunicazione o di ritardo nella linea.
Il progetto, coordinato dall’Istituto tedesco di computer science dell’Università di Bonn, vede la partecipazione italiana con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e con l’Istituto italiano di tecnologia di Genova; altri partner sono gli svedesi Royal Institute of Technology e Linköping University, e i tedeschi di Rwth Aachen University; di ProgenoX GmbH e di  Kerntechnische Hilfsdienst GmbH.

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