Compagnie (e banche): ecco quanto guadagnano i top manager
Secondo la ricerca annuale di Uilca, le retribuzioni sono rimaste sostanzialmente stabili
23/06/2015
Nel 2014 le retribuzioni dei manager bancari e assicurativi in Italia sono rimaste sostanzialmente stabili; sono ancora elevati, ma in diminuzione, i rapporti tra i compensi dei top manager e quelli dei dipendenti. È quanto emerge dalla consueta ricerca annuale condotta dal sindacato Uilca sulle retribuzioni dei manager bancari e assicurativi, analizzando i guadagni dei dirigenti di undici banche e cinque compagnie assicurative. Secondo lo studio, le retribuzioni dei ceo delle banche sono scese del 14,18% mentre è sostanzialmente invariata (+1,6%) quella dei vertici delle principali assicurazioni.
“Quello che impressiona - osserva il curatore della ricerca, Roberto Telatin - è ancora il rapporto tra la retribuzione di un dipendente e il compenso del ceo” rapporto che in media, nel settore assicurativo, “è pari a 81 volte lo stipendio di un dipendente”. Tuttavia, nel settore assicurativo si evidenzia una composizione differente rispetto alle banche delle retribuzioni dei ceo: nei compensi degli uomini al timone delle compagnie la parte variabile supera il 43%, contro il 20% per i top manager degli istituti di credito.
Il rapporto Uilca sottolinea il caso del nuovo ceo di Banca Carige (società che ha appena incassato 310 milioni di euro derivanti dalla vendita delle sue due compagnie assicurative) la cui retribuzione, pari a 2,362 milioni (la più alta in assoluto del campione) è “triplicata rispetto al 2013 perché vi è compreso un incentivo di 1,07 milioni quale una tantum per l’accettazione della carica e dei poteri di amministratore delegato”. Nel comparto assicurativo “emblematici sono i casi dei ceo di Generali e UnipolSai”, i quali secondo l’indagine percepiscono rispettivamente 148 e 106 volte lo stipendio di un dipendente. “Non vogliamo fare della facile demagogia - afferma il segretario generale Uilca, Massimo Masi - e capisco le responsabilità e le difficoltà del momento. Ma siamo molto molto lontani da quel rapporto 1 a 10 di Adriano Olivetti e 1 a 20 proposto in altre sedi”.
Tuttavia le retribuzioni dei ceo delle cinque società di assicurazione quotate alla Borsa di Milano, oggetto della ricerca Uilca, non sono variate rispetto all’anno precedente (+1,6%) e sono complessivamente costituite per il 43,44% dalla parte variabile e per il 56,56% dalla quota fissa.
“Quello che impressiona - osserva il curatore della ricerca, Roberto Telatin - è ancora il rapporto tra la retribuzione di un dipendente e il compenso del ceo” rapporto che in media, nel settore assicurativo, “è pari a 81 volte lo stipendio di un dipendente”. Tuttavia, nel settore assicurativo si evidenzia una composizione differente rispetto alle banche delle retribuzioni dei ceo: nei compensi degli uomini al timone delle compagnie la parte variabile supera il 43%, contro il 20% per i top manager degli istituti di credito.
Il rapporto Uilca sottolinea il caso del nuovo ceo di Banca Carige (società che ha appena incassato 310 milioni di euro derivanti dalla vendita delle sue due compagnie assicurative) la cui retribuzione, pari a 2,362 milioni (la più alta in assoluto del campione) è “triplicata rispetto al 2013 perché vi è compreso un incentivo di 1,07 milioni quale una tantum per l’accettazione della carica e dei poteri di amministratore delegato”. Nel comparto assicurativo “emblematici sono i casi dei ceo di Generali e UnipolSai”, i quali secondo l’indagine percepiscono rispettivamente 148 e 106 volte lo stipendio di un dipendente. “Non vogliamo fare della facile demagogia - afferma il segretario generale Uilca, Massimo Masi - e capisco le responsabilità e le difficoltà del momento. Ma siamo molto molto lontani da quel rapporto 1 a 10 di Adriano Olivetti e 1 a 20 proposto in altre sedi”.
Tuttavia le retribuzioni dei ceo delle cinque società di assicurazione quotate alla Borsa di Milano, oggetto della ricerca Uilca, non sono variate rispetto all’anno precedente (+1,6%) e sono complessivamente costituite per il 43,44% dalla parte variabile e per il 56,56% dalla quota fissa.
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Massimo masi,