Pressing psicologico sui consumatori, l'Agcm multa Cattolica
La società, secondo l’Agcm, avrebbe avuto una condotta che “non era volta a esercitare un legittimo diritto di recupero del credito in sede giudiziale”
12/10/2015
Avrebbe fatto ricorso a “pratiche commerciali scorrette”, ritenute aggressive dall’Antitrust per recuperare i propri crediti. Per questa ragione l’autorità garante della concorrenza e del mercato ha sanzionato con due milioni di euro Cattolica Assicurazioni. La società, secondo l’Agcm, avrebbe avuto una condotta che “non era volta a esercitare un legittimo diritto di recupero del credito in sede giudiziale”, ma a determinare nel consumatore medio “un indebito condizionamento”: ingenerando così il convincimento che fosse preferibile “provvedere
al pagamento dell’importo richiesto piuttosto che esporsi a un contenzioso giudiziario”.
La compagnia aveva inoltrato, in modo sistematico, atti di citazione presso la sede di un unico giudice di pace che, però, era diversa da quella territorialmente competente per i consumatori che risiedono in altre giurisdizioni. L’atto di citazione si spingeva oltre, indicando una data fittizia della prima udienza, senza che la causa fosse iscritta a ruolo. In base alle normative vigenti, gli atti di citazione inoltrati presso una sede diversa da quella territorialmente competente sono considerati idonei a esercitare sui destinatari una pressione psicologica, “tale da condizionarne indebitamente le scelte e i comportamenti economici”.
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