Le Pmi sottovalutano i pericoli informatici e nella supply chain
E' quanto emerge da un'indagine internazionale realizzata da Zurich
03/12/2015
Solo il 17% delle imprese mondiali ritiene di essere a rischio cybercrime, nonostante le vendite online siano la principale chiave di crescita. E il 55% pensa che la perdita dei propri fornitori strategici non avrebbe ricadute sull’attività ordinaria dell’azienda.
È quanto rileva la terza edizione del sondaggio internazionale, svolto da Zurich Insurance group, in collaborazione con Gfk Eurisko, su tre mila Pmi in 15 Paesi del mondo, la quale evidenzia che, in Italia, il 13,5% del campione ritiene di non essere soggetto a potenziali attacchi informatici. Il 15% afferma di aver messo a punto strumenti anticybercrime e il 58,5% pensa che la perdita di fornitori di riferimento non avrebbe ricadute sull’attività ordinaria dell’azienda.
È quanto rileva la terza edizione del sondaggio internazionale, svolto da Zurich Insurance group, in collaborazione con Gfk Eurisko, su tre mila Pmi in 15 Paesi del mondo, la quale evidenzia che, in Italia, il 13,5% del campione ritiene di non essere soggetto a potenziali attacchi informatici. Il 15% afferma di aver messo a punto strumenti anticybercrime e il 58,5% pensa che la perdita di fornitori di riferimento non avrebbe ricadute sull’attività ordinaria dell’azienda.
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