Insurance 2020, le nuove sfide della contemporaneità
In un convegno organizzato da Insurance Connect e Willis Towers Watson, svoltosi mercoledì 27 settembre a Milano, il settore assicurativo si è confrontato sulle strategie di successo in un contesto di mercato caratterizzato da rendimenti ai minimi e rischio volatilità
28/09/2017
Nel tempo della contemporaneità, il 2020 è dietro l’angolo. Ma nella nuova normalità dei mercati mondiali, la ricerca di performance e di rendimenti appetibili si scontra con la volatilità, un rischio sempre sotteso che pone sfide inedite alle compagnie di assicurazione, soprattutto nel ramo vita.
Per parlare di strategie innovative nella gestione del business, del capitale e degli investimenti, Insurance Connect, editore di questa testata, e Willis Towers Watson, hanno organizzato mercoledì 27 settembre a Milano un convegno dal titolo Insurance 2020.
Durante la giornata di dibattiti e interventi, moderati da Maria Rosa Alaggio, direttore delle testate di Insurance Connect, il settore assicurativo si è confrontato con gli obblighi, le sfide e anche le opportunità, per esaltare la centralità del cliente accanto alle competenze d’impresa.
ANIA, IL TEMPO È LA CHIAVE
In apertura del convegno, a introdurre così tutti i temi di discussione, Maria Rosa Alaggio ha intervistato la presidente di Ania, Maria Bianca Farina, in collegamento dalla sede dell’associazione a Roma. La numero uno dell'associazione ha parlato del ruolo del settore assicurativo, "oggi più che mai punto di riferimento per le famiglie e l’economia del Paese", riconoscendo però che sul mercato danni occorre fare di più. "È necessario – ha spiegato – che il sistema e i consumatori comprendano che la spesa mutualizzata è più efficiente: bisogna sensibilizzare il legislatore perché il mix pubblico/privato è oggi ineludibile".
Il fattore tempo, secondo Farina, è ormai la chiave per intercettare e guidare i cambiamenti, perché il settore deve dare risposte concrete in tempi molto più rapidi rispetto al passato. Le compagnie devono impegnarsi negli investimenti e adeguare i modelli di servizio, in termini di offerta e comunicazione: "ma tutto questo – ha precisato – deve essere accompagnato da riforme strutturali che non sono più dilazionabili".
Nel ramo vita, la sfida più grande sono i tassi d’interesse che mettono sotto pressione i prodotti tradizionali di ramo I. "Abbiamo lavorato tanto – ha precisato Farina – perché si cambiasse il modo di ridefinire le garanzie e il modo di misurare i rendimenti: per quello che sappiamo, entro fine mese, l’Ivass dovrebbe uscire in pubblica consultazione con provvedimenti che mirano proprio a questi obiettivi".
MERCATO VITA: LO SPARTIACQUE DI SOLVENCY II
II Proprio di mercato vita ed evoluzione dell’offerta hanno discusso nella prima tavola rotonda della giornata Carlo Ferraresi, direttore generale di Cattolica Assicurazioni; Roberto Manzato, chief insurance officer di Poste Vita; Maria Luisa Gota, ceo e general manager di Fideuram Vita e Federica Pizzaballa, responsabile vita, insurance consulting and technology, di Willis Towers Watson in Italia.
In un mercato paradossalmente e stabilmente volatile, i tassi bassi sono la nuova normalità e il rischio di nuove bolle è concreto. Per le compagnie Solvency II è stato lo spartiacque: l’assorbimento di capitale sarà sempre più importante per i prodotti vita. Occorre, concordano i relatori, tornare a investire su attività come il real estate, recuperando ciò che le compagnie facevano 50 anni fa.
Per quanto riguarda l’offerta, l’innovazione tecnologica è la grande opportunità per gestire a tutto tondo la centralità del cliente. Le nuove strategie delle compagnie devono puntare sull’innovazione: dall’assunzione alla gestione, ecco perché è cruciale inserire nuove competenze e attrarre talenti.
L’intervento di Alessandra Gambini, responsabile insurance consulting and technology di Willis Towers Watson in Italia, si è innestato proprio su queste considerazioni, ampliando i temi della customer centricity, con l’obiettivo della creazione di valore. La chiave, anche per questo aspetto, è la flessibilità dell’organizzazione, essenziale oggi più che mai.
CAPITAL MANAGEMENT AL CENTRO
Nella seconda parte della mattinata, gli interventi hanno virato decisamente verso il tema centrale per la gestione del business nell’ottica della sostenibilità aziendale: cioè il capital management.
Alkis Tsimaratos, managing director, head of Emea W/S di Willis Re, ha introdotto la tavola rotonda sul tema con un contributo di visione ma anche molto concreto fornendo esempi pratici di metodi innovativi per la gestione del capitale. Il capital management non è più solo un “insieme di numeri” ma è anche un modo per investire in tecnologia e innovazione: il business non deve in alcun modo passare in secondo piano rispetto alle esigenze di solvibilità dell’impresa.
Seduti attorno al tavolo, insieme a Maria Rosa Alaggio, hanno continuato il confronto Marco Vesentini, responsabile capital management del gruppo Unipol; Francesca Mondanelli, head of Erm di Generali Italia e Paola del Curatolo, chief financial officer di Cardif Vita. Al centro delle preoccupazioni dei manager restano le metriche di Solvency II, da un lato, e le nuove possibilità di sfruttare strumenti come la riassicurazione, dall’altro. La nuova normativa doveva privilegiare la sostanza sopra la forma ma per ora non è stato così: l’augurio è che tra qualche anno le potenzialità della regolamentazione si esprimano più compiutamente.
FIDUCIA E SOLIDITÀ, LE CERTEZZE DELL’ASSICURATORE
Prima della tavola rotonda finale, incentrata sul settore danni, ci sono stati due focus curati da Willis Towers Watson: il primo ha riguardato la misurazione della performance e gli incentivi al top management, tenuto da Federica Pizzaballa e da Enor Signorotto, senior advisor executive compensation, e il secondo sulle nuove frontiere del pricing, in cui Francesco Daboni, responsabile danni, insurance consulting and technology, ha parlato delle strategie e delle best practice per affinare le tariffe grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie. Pizzaballa e Signorotto si sono concentrati sulle nuove policy per l’incentivazione adottate dalle grandi compagnie globali (performance di business, business plan, collegamento tra rischi e remunerazione) e sull’impatto delle nuove normative, in primis quella dell’Ifrs 17, e in seconda battuta dello schema di regolamento di Ivass, in pubblica consultazione fino al 17 ottobre.
Willis Towers Watson ha partecipato anche all’ultimo dibattito, con Alessandro Santoni, p&c sales and practice leader continental Europe and Ireland, insieme a Camillo Candia, country ceo di Zurich Italia e Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua. Alla base di tutto c’è ancora la tecnologia, vista non come un processo lineare ma esponenziale. Tuttavia, il cambiamento sarà guidato anche dal mutare della natura del rischio e dal cliente che ha bisogno di servizi e prezzi personalizzati. Per questo occorre ridurre il time-to-market: passare dal modello analitico alla commercializzazione quasi in tempo reale.
In tutto questo, cosa resta del mestiere tradizionale dell’assicuratore? Le compagnie sono convinte che nuovi rischi si sostituiranno a quelli tradizionali aprendo la strada a nuove possibilità. I punti fermi restano la fiducia e la solidità che il settore deve saper esprimere costantemente, anche quando (e se) arriveranno nel comparto dei rischi i colossi di internet.
Tutti i video della giornata saranno on line nei prossimi giorni. Un ampio resoconto del convegno sarà pubblicato su Insurance Review di novembre.
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