Cyber risk, potenziali danni per 76 miliardi di dollari
Questa potrebbe essere la conseguenza per le Pmi europee di un attacco ransomware globale, spiega uno studio del CyRim (Lloyd’s)
29/01/2019
Un attacco ransomware globale potrebbe costare alle imprese europee fino a 76 miliardi di dollari. È quanto afferma il nuovo studio del progetto CyRim (Cyber risk management), iniziativa pubblica-privata con sede a Singapore, della quale i Lloyd’s sono tra i soci fondatori e che ha l’obiettivo di valutare i rischi cyber a livello mondiale.
Il rapporto, dal titolo Bashe attack: global infection by contagious malware, spiega che alcune tipologie di attacchi potrebbero causare perdite gravi in conseguenza della ridotta produttività e consumi, degli elevati costi di ripristino dei sistemi IT, del pagamento di riscatti e l’interruzione della catena di fornitura. Ciò avverrebbe, ad esempio, in caso di un grave attacco di ransomware lanciato attraverso una email infetta che, una volta aperta, verrebbe inoltrata a tutti i contatti, criptando tutti i dati presenti in tutti i dispositivi connessi alla rete: l’infezione si potrebbe diffondere velocemente in tutto il continente e obbligare le società a pagare un riscatto per poter decriptare i loro dati oppure a dover sostituire tutti i dispositivi infetti.
Pmi non sufficientemente protette
Secondo la Lloyd’s City risk index, gli attacchi cyber sono la seconda maggiore minaccia in Europa, non a caso lo studio rivela che nel Vecchio Continente c’è il numero più elevato di società colpite da attacchi cyber. La maggiore penetrazione di Pmi e la debolezza delle loro misure a protezione della sicurezza informatica sono fattori chiave alla base dell’elevato numero di aziende colpite in Europa. Il report del CyRim stima che i settori retail, servizi e manifatturiero siano i principali destinatari degli attacchi, prevedendo anche elevate perdite indirette in conseguenza degli effetti del contagio sul commercio internazionale. Il 50% dei beni europei è trasportato per mare e l’impatto sui porti e sul trasporto marittimo nel continente potrebbero causare uno shock indiretto all’intera economia. Nonostante la gravità delle conseguenze, il rapporto mostra che l’Europa, e l’intera economia mondiale, non è preparata per far fronte a questo tipo di attacchi e, infatti, l’86% dei costi economici totali non è assicurato
Il rapporto, dal titolo Bashe attack: global infection by contagious malware, spiega che alcune tipologie di attacchi potrebbero causare perdite gravi in conseguenza della ridotta produttività e consumi, degli elevati costi di ripristino dei sistemi IT, del pagamento di riscatti e l’interruzione della catena di fornitura. Ciò avverrebbe, ad esempio, in caso di un grave attacco di ransomware lanciato attraverso una email infetta che, una volta aperta, verrebbe inoltrata a tutti i contatti, criptando tutti i dati presenti in tutti i dispositivi connessi alla rete: l’infezione si potrebbe diffondere velocemente in tutto il continente e obbligare le società a pagare un riscatto per poter decriptare i loro dati oppure a dover sostituire tutti i dispositivi infetti.
Pmi non sufficientemente protette
Secondo la Lloyd’s City risk index, gli attacchi cyber sono la seconda maggiore minaccia in Europa, non a caso lo studio rivela che nel Vecchio Continente c’è il numero più elevato di società colpite da attacchi cyber. La maggiore penetrazione di Pmi e la debolezza delle loro misure a protezione della sicurezza informatica sono fattori chiave alla base dell’elevato numero di aziende colpite in Europa. Il report del CyRim stima che i settori retail, servizi e manifatturiero siano i principali destinatari degli attacchi, prevedendo anche elevate perdite indirette in conseguenza degli effetti del contagio sul commercio internazionale. Il 50% dei beni europei è trasportato per mare e l’impatto sui porti e sul trasporto marittimo nel continente potrebbero causare uno shock indiretto all’intera economia. Nonostante la gravità delle conseguenze, il rapporto mostra che l’Europa, e l’intera economia mondiale, non è preparata per far fronte a questo tipo di attacchi e, infatti, l’86% dei costi economici totali non è assicurato
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