Brexit No deal, da S&P rischi downgrading
Senza accordo l’agenzia di rating vede rischi per i settori auto, real estate e infrastrutture, mentre è limitato l’impatto sulle assicurazioni
07/10/2019
Una Brexit senza accordi da parte dell’Ue “potrebbe portare ad alcuni declassamenti del rating, prospettive negative o azioni di credit watch”, avverte S&P Global Ratings in un report dal titolo Countdown to Brexit: no-deal risks revisited. L’agenzia spiega di aver intrapreso 39 azioni sui rating relative ai rischi della Brexit da quando, da ottobre, ha alzato a “elevata” la possibilità di una Brexit no deal.
Gli economisti S&P prevedono che, in uno scenario senza accordi, il Pil britannico si ridurrebbe del 2,8% nel 2020. Nel 2021, la produzione sarebbe inferiore del 4,7% rispetto allo scenario base di un accordo. S&P Global stima che l’economia britannica abbia perso circa il 3% del Pil nei 10 trimestri successivi al referendum dell’Ue.
Fuori dal Regno Unito le implicazioni sarebbero limitate, così come dovrebbe essere contenuto anche l’impatto sulle assicurazioni. L’incertezza sulla Brexit sta invece già pesando sul mercato immobiliare, come risulta da 11 declassamenti o cambiamenti delle prospettive negli ultimi 12 mesi. Tuttavia, quasi la metà del portafoglio valutato rimane vulnerabile a un declassamento in caso di uno scenario Brexit senza trattative.
I rating sul credito sovrano del Regno Unito (AA/A-1+) “tengono già conto di un quadro politico meno prevedibile a seguito del referendum del 2016. Le prospettive sui rating sono negative, riflettendo il rischio di prolungata debolezza economica e deterioramento delle finanze pubbliche in una Brexit senza accordo”. Resta invece un fattore determinante sul rating delle società con sede in Europa e per i gruppi delle infrastrutture. I settori più esposti continuano ad essere le auto, il tempo libero, il retail, gli immobiliari, aerospaziali e difesa, infrastrutture di trasporto. Una Brexit senza accordo potrebbe cambiare la visione di S&P sulle banche, anche se è più probabile una revisione dell’outlook che non un declassamento a breve termine.
Gli economisti S&P prevedono che, in uno scenario senza accordi, il Pil britannico si ridurrebbe del 2,8% nel 2020. Nel 2021, la produzione sarebbe inferiore del 4,7% rispetto allo scenario base di un accordo. S&P Global stima che l’economia britannica abbia perso circa il 3% del Pil nei 10 trimestri successivi al referendum dell’Ue.
Fuori dal Regno Unito le implicazioni sarebbero limitate, così come dovrebbe essere contenuto anche l’impatto sulle assicurazioni. L’incertezza sulla Brexit sta invece già pesando sul mercato immobiliare, come risulta da 11 declassamenti o cambiamenti delle prospettive negli ultimi 12 mesi. Tuttavia, quasi la metà del portafoglio valutato rimane vulnerabile a un declassamento in caso di uno scenario Brexit senza trattative.
I rating sul credito sovrano del Regno Unito (AA/A-1+) “tengono già conto di un quadro politico meno prevedibile a seguito del referendum del 2016. Le prospettive sui rating sono negative, riflettendo il rischio di prolungata debolezza economica e deterioramento delle finanze pubbliche in una Brexit senza accordo”. Resta invece un fattore determinante sul rating delle società con sede in Europa e per i gruppi delle infrastrutture. I settori più esposti continuano ad essere le auto, il tempo libero, il retail, gli immobiliari, aerospaziali e difesa, infrastrutture di trasporto. Una Brexit senza accordo potrebbe cambiare la visione di S&P sulle banche, anche se è più probabile una revisione dell’outlook che non un declassamento a breve termine.
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