Rca, un emendamento del governo introduce lo “sconto famiglia”
Molto critica l’Ania: “una vittoria di Pirro”. Secondo l'associazione delle imprese assicurative la norma condurrebbe a conseguenze “davvero distorsive per la sostenibilità del sistema”
03/12/2019
Un emendamento approvato dalla commissione Finanze della Camera al Decreto Fiscale introduce una norma che consentirà a una famiglia di assicurare tutti i veicoli, indipendentemente che si tratti di un mezzo a due o quattro ruote, usufruendo della migliore classe di merito presente all’interno del nucleo. Un vantaggio importante, ad esempio, per quegli automobilisti in prima classe che acquistano una moto o uno scooter e che, al contrario di quanto accade adesso, potranno trasferire la CU maturata sulle quattro ruote alle due ruote, con potenziali vantaggi economici. La cosiddetta assicurazione familiare partirà dal prossimo anno e dovrebbe essere estesa anche ai casi di rinnovo contratti già stipulati.
L’Ania ha preso posizione contro il provvedimento, attraverso un comunicato ufficiale in cui lamenta “i proclami entusiastici con cui è stata accolta l’approvazione dell’emendamento Rc auto” che secondo l’associazione delle imprese sarebbero “una vittoria di Pirro”.
Secondo l’Ania, quel che si legge, e cioè che con la nuova norma le famiglie italiane prenderanno finalmente una boccata d’ossigeno, potendo contare su un forte risparmio sul premio della rc auto, non corrisponde a realtà. “Al contrario – osserva l’associazione – questa disposizione, se definitivamente approvata, condurrebbe a conseguenze davvero distorsive per la sostenibilità del sistema assicurativo della Rc auto, a danno di tutti gli utenti”.
L’emendamento approvato, “al di là di alcune incongruenze applicative poste dalla stessa formulazione del testo”, prevede un’estensione della disciplina sulla classe di merito più favorevole dei componenti della famiglia anche nel caso di rinnovo della polizza Rc auto per veicoli già di proprietà e a qualunque categoria essi appartengano. “Il che, tra l’altro, vuol dire che, alle condizioni previste dalla norma (la mancanza di sinistri nell’ultimo quinquennio attutisce solo parzialmente gli effetti), il dato sugli incidenti causati da ciascun assicurato si azzera in fase di rinnovo, impedendo di valorizzare le condotte di guida virtuose a scapito di quelle meno prudenti o, addirittura, troppo disinvolte”, scrive l’Ania, aggiungendo che, così facendo, il meccanismo diventerebbe “ancor più antitetico rispetto ai principi base della più sana mutualità assicurativa, a danno evidente soprattutto di coloro i quali, in quanto single o membri di famiglie in cui vi è un solo veicolo, non potrebbero avvalersi delle nuove agevolazioni”.
Inoltre, sottolinea l’associazione delle imprese, l’assicurazione Rca, a forte vocazione sociale, persegue da sempre finalità protettive, preventive ed educative a tutela degli utenti della strada. La compartecipazione dell’assicurato al costo dell’operazione assicurativa in ragione del suo stile di guida e della sua sinistrosità costituisce prima garanzia per tutti i cittadini, disincentivando condotte spericolate o comunque imprudenti. Cancellare la “storia” pregressa di ciascun conducente in sede di rinnovo equivale, perciò, a negare i principi di fondo che dovrebbero regolare il settore. “É del resto noto – spiega l’Ania – che il fattore che più incide sull’entità dei premi è, naturalmente, il costo di una sinistrosità che deve essere controllata e contenuta, prima ancora che per i suoi riflessi assicurativi, per presidiare le superiori esigenze della sicurezza stradale. E, dunque, quel che ci si dovrebbe attendere da un legislatore illuminato è la messa in assetto di regole che incentivino, anziché depotenziare, comportamenti e stili di guida corretti e virtuosi. Il tutto non attraverso provvedimenti occasionali, buttati lì nel calderone, ma nell’ambito di una rivisitazione aggiornata, organica ed unitaria della delicata materia della Rc auto e della sua assicurazione obbligatoria”.
L’Ania, infine, sottolinea come quest’ultimo provvedimento, “lungi dal produrre gli effetti utili attesi, finirebbe in ogni caso per impattare negativamente sui prezzi soprattutto a danno degli utenti più virtuosi e delle famiglie presumibilmente appartenenti alle classi meno agiate che posseggono un solo mezzo. Si interromperebbe così il trend virtuoso di riduzione del premio medio Rc auto italiano, che prosegue ininterrottamente dal 2012 e che ha visto negli ultimi anni un calo complessivo di oltre il 27 per cento (fonte Ivass) e una riduzione del gap che ci separa dalla media dei principali Paesi europei del 66%”.
L’Ania ha preso posizione contro il provvedimento, attraverso un comunicato ufficiale in cui lamenta “i proclami entusiastici con cui è stata accolta l’approvazione dell’emendamento Rc auto” che secondo l’associazione delle imprese sarebbero “una vittoria di Pirro”.
Secondo l’Ania, quel che si legge, e cioè che con la nuova norma le famiglie italiane prenderanno finalmente una boccata d’ossigeno, potendo contare su un forte risparmio sul premio della rc auto, non corrisponde a realtà. “Al contrario – osserva l’associazione – questa disposizione, se definitivamente approvata, condurrebbe a conseguenze davvero distorsive per la sostenibilità del sistema assicurativo della Rc auto, a danno di tutti gli utenti”.
L’emendamento approvato, “al di là di alcune incongruenze applicative poste dalla stessa formulazione del testo”, prevede un’estensione della disciplina sulla classe di merito più favorevole dei componenti della famiglia anche nel caso di rinnovo della polizza Rc auto per veicoli già di proprietà e a qualunque categoria essi appartengano. “Il che, tra l’altro, vuol dire che, alle condizioni previste dalla norma (la mancanza di sinistri nell’ultimo quinquennio attutisce solo parzialmente gli effetti), il dato sugli incidenti causati da ciascun assicurato si azzera in fase di rinnovo, impedendo di valorizzare le condotte di guida virtuose a scapito di quelle meno prudenti o, addirittura, troppo disinvolte”, scrive l’Ania, aggiungendo che, così facendo, il meccanismo diventerebbe “ancor più antitetico rispetto ai principi base della più sana mutualità assicurativa, a danno evidente soprattutto di coloro i quali, in quanto single o membri di famiglie in cui vi è un solo veicolo, non potrebbero avvalersi delle nuove agevolazioni”.
Inoltre, sottolinea l’associazione delle imprese, l’assicurazione Rca, a forte vocazione sociale, persegue da sempre finalità protettive, preventive ed educative a tutela degli utenti della strada. La compartecipazione dell’assicurato al costo dell’operazione assicurativa in ragione del suo stile di guida e della sua sinistrosità costituisce prima garanzia per tutti i cittadini, disincentivando condotte spericolate o comunque imprudenti. Cancellare la “storia” pregressa di ciascun conducente in sede di rinnovo equivale, perciò, a negare i principi di fondo che dovrebbero regolare il settore. “É del resto noto – spiega l’Ania – che il fattore che più incide sull’entità dei premi è, naturalmente, il costo di una sinistrosità che deve essere controllata e contenuta, prima ancora che per i suoi riflessi assicurativi, per presidiare le superiori esigenze della sicurezza stradale. E, dunque, quel che ci si dovrebbe attendere da un legislatore illuminato è la messa in assetto di regole che incentivino, anziché depotenziare, comportamenti e stili di guida corretti e virtuosi. Il tutto non attraverso provvedimenti occasionali, buttati lì nel calderone, ma nell’ambito di una rivisitazione aggiornata, organica ed unitaria della delicata materia della Rc auto e della sua assicurazione obbligatoria”.
L’Ania, infine, sottolinea come quest’ultimo provvedimento, “lungi dal produrre gli effetti utili attesi, finirebbe in ogni caso per impattare negativamente sui prezzi soprattutto a danno degli utenti più virtuosi e delle famiglie presumibilmente appartenenti alle classi meno agiate che posseggono un solo mezzo. Si interromperebbe così il trend virtuoso di riduzione del premio medio Rc auto italiano, che prosegue ininterrottamente dal 2012 e che ha visto negli ultimi anni un calo complessivo di oltre il 27 per cento (fonte Ivass) e una riduzione del gap che ci separa dalla media dei principali Paesi europei del 66%”.
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