Insurance capital standard, via libera dello Iais
Plauso di Eiopa: la proposta sarà presentata all’assemblea generale del prossimo 5 dicembre
Il comitato esecutivo dello Iais ha approvato la versione finale dell’insurance capital standard (Ics) come requisito patrimoniale per i gruppi assicurativi attivi a livello internazionale. Lo standard costituisce l’elemento quantitativo del ComFrame, il common framework per la supervisione e la vigilanza su questa particolare categoria di imprese assicurative. La proposta sarà adesso sottoposta al vaglio dell’assemblea generale annuale, in programma il prossimo 5 dicembre a Città del Capo, in Sudafrica.
"Raggiungere un accordo su uno standard globale di capitale assicurativo è un traguardo storico per lo Iais”, ha commentato Shigeru Ariizumi, presidente del comitato esecutivo della federazione internazionale dei supervisori assicurativi. “Questa decisione – ha aggiunto – riflette il nostro incrollabile impegno nel migliorare la supervisione assicurativa a livello globale e garantire la resilienza del settore”.
La federazione ha inoltre comunicato di aver completato il processo di valutazione della conformità e della confrontabilità dei risultati dell’aggregation method sviluppato negli Stati Uniti con quelli emessi dall’Ics. Nel dettaglio, lo Iais ha evidenziato che il modello adottato negli Stati Uniti “fornisce una base per l’applicazione dell’Ics nella produzione di risultati comparabili”: l’analisi della federazione, prosegue una nota, ha evidenziato “alcune aree in cui l’applicazione definitiva dell’aggregation method potrà consentire di garantire la coerenza, soprattutto per quanto riguarda la gestione del rischio dei tassi di interesse e l’adeguatezza dei tempi di intervento della vigilanza”.
La proposta ha ricevuto il plauso di Eiopa, la quale ha evidenziato che l’adozione dell’Ics “costituisce un significativo passo avanti nella regolamentazione e nella supervisione dei gruppi assicurativi attivi a livello internazionale”. Lo standard, ha proseguito Eiopa in una nota, “accoglie molti degli elementi chiave che hanno reso il regime di Solvency II una pietra angolare nella stabilità e nella resilienza del settore assicurativo europeo”. L’autorità di vigilanza ha quindi rilevato come il modello statunitense richieda “ancora degli ritocchi per garantire risultati confrontabili con quelli dell’Ics”, ma ha comunque accolto con soddisfazione “l’impegno dei regolatori negli Stati Uniti a lavorare ulteriormente in certe aree”.
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