Cat nat, le imprese chiedono un nuovo rinvio
La posizione è stata espressa oggi da Cna-Confartigianato e Confcommercio, entrambe sentite al Senato nell’ambito della discussione su decreto Milleproroghe
Il rinvio al 31 marzo non basta. Le aziende chiedono che l’entrata in vigore dell’obbligo per le imprese di sottoscrivere una polizza assicurativa contro le catastrofi naturali sia posticipato al 1° gennaio 2026. La posizione è stata espressa da Cna-Confartigianato, sentita questa mattina in commissione Affari Costituzionali del Senato nell’ambito della discussione sul decreto Milleproroghe.
Come ha spiegato Marco Capozi, responsabile del dipartimento Relazioni Istituzionali e Affari Legislativi di Cna, la necessità della proroga è dettata dalla “mancanza di elementi essenziali utili a consentire alle imprese di conoscere e confrontare le offerte assicurative per una scelta consapevole e ragionata”. Il responsabile ha inoltre ricordato la “mancata pubblicazione del decreto attuativo” e auspicato una “fase di confronto più ampio” tra i ministeri interessati e le associazioni di categoria.
Sulla stessa linea anche Confcommercio, sentita in audizione con la vice presidente Loretta Credaro. “La proroga di soli tre mesi non è sufficiente”, ha detto Credaro, intermediario assicurativo e in passato anche presidente dell’Unione Agenti Axa. “Non è stato ancora emanato un decreto interministeriale che indicherà le modalità attuative e operative”, ha quindi proseguito, specificando che “nessuna compagnia sul mercato è ancora a norma da questo punto di vista, perché non ci sono linee guida”. In attesa di definizione temi come la tassazione sui premi e la garanzia del principio mutualistico per evitare premi eccessivamente elevati in alcuni territori. Per questo motivo, anche Confcommercio ha chiesto lo slittamento dell’entrata in vigore della disposizione al prossimo anno.
L’entrata in vigore della norma, introdotta con la legge di Bilancio 2024, era inizialmente prevista per l’inizio del 2025. A dicembre, come noto, era arrivato il via libera governo a un rinvio di tre mesi. Negli ultimi giorni era circolata l’ipotesi di un ulteriore slittamento al 31 aprile 2025 nell’attesa del decreto attuativo.
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