Cassazione, il danno è uguale per italiani e stranieri
Secondo la sentenza 3767, il risarcimento non può variare in funzione del luogo di residenza del danneggiato e del costo della vita in un determinato periodo
16/02/2018
Una sentenza della Cassazione su un caso del 2008 torna sul tema dei risarcimenti a danneggiati stranieri, vittime di sinistri stradali avvenuti in Italia. La Cassazione, con la sentenza 3767 del giudice Marco Rossetti, ha accolto il ricorso dei familiari di un cittadino romeno, travolto e ucciso da un camion, ai quali la Corte di appello di Milano, dando ragione a Unipol, aveva ridotto del 30% il risarcimento in favore della moglie e dei due figli.
Secondo l'appello, il risarcimento decurtato era ragionevole perché la cifra doveva essere "ragguagliata alla realtà socioeconomica in cui vivono i soggetti danneggiati", ovvero in Romania, dove il costo della vita è inferiore rispetto a quello italiano.
La Cassazione, invece, sostiene che il risarcimento "non potrà mai variare in funzione della residenza del danneggiato". Questo perché, il luogo dove la vittima vive "non è una conseguenza del fatto illecito" e poi perché "tra le conseguenze del danno non rientra l'impiego che la vittima farà del denaro dell'offensore".
Seguendo una logica errata, continua Rossetti, "si perverrebbe all'assurdo che a parità di sofferenza il risarcimento dovrebbe essere più elevato in tempi di rialzo generalizzato dei prezzi e più modesto in epoche di stagnazione economica", oppure dovrebbe variare "se la vittima fosse appassionata di automobili di pregio" o solamente di "piante e fiori".
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