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Nessuna reticenza nelle polizze vita

Un sentenza della Corte di Cassazione ha ricordato l'obbligo di compilare il questionario in maniera completa ed esaustiva

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Il questionario per la stipula di una polizza vita deve essere compilato in maniera completa ed esaustiva, senza alcuna reticenza. Lo ha stabilito una recente sentenza della Corte di Cassazione, secondo cui, appunto, non deve essere tralasciato nessun sintomo o ricovero che possa influire sulla valutazione del rischio.
La pronuncia riguarda il ricorso presentato da Ergo Previdenza contro una precedente sentenza della Corte d’appello di Roma: il tribunale di secondo grado, nel valutare una controversia fra la compagnia e un suo cliente, aveva infatti stabilito che l’assicurato “non poteva ritenersi affetto da disfunzioni renali solo per la presenza della proteinuria in sede di ricovero prima della stipula del contratto”. Pertanto, la corte stabiliva la “posizione incolpevole del paziente assicurato, che poteva non considerare necessario e doveroso segnalare quanto avvenuto nei mesi precedenti”.
Di diverso avviso invece la compagnia, secondo cui “i sintomi non rivelati, all'epoca della stipula, erano già noti all'assicurato”. E non potevano ritenersi “aspecifici” rispetto al questionario. La Cassazione ha così accolto la lettura della compagnia, ricordando come il contratto di assicurazione sia “annullabile per reticenza o dichiarazioni inesatte ex art. 1892 c.c.” se vengono omessi con coscienza e volontà elementi che possano influire sul rischio assicurato.

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