Tutti i rischi in una mappa
Secondo la Country Risk Map 2013 elaborata da Sace, la crisi nell’Eurozona avvicina il profilo di rischio di mancato pagamento dei mercati avanzati a quello dei mercati emergenti; l’instabilità normativa peggiora ovunque, con punte nelle aree emergenti; l’allarme violenza politica si diffonde a livello globale, toccando anche i mercati avanzati
04/06/2013
Tutti i rischi per chi fa business all'estero. Sace presenta un mappamondo interattivo per delineare i profili di rischio di 189 paesi e guidare le imprese nelle strategie di internazionalizzazione.
Ne risulta, un 2013 difficile per le imprese che operano fuori casa, con rischi di mancato pagamento e instabilità normativa stabilizzati su livelli elevati a causa del protrarsi della crisi economico- finanziaria e rischi di violenza politica che registrano il peggioramento più acuto a causa dell'esplodere di conflitti geopolitici e dal radicalizzarsi di tensioni socio-economiche anche nei mercati avanzati.
Restano off limits - a livelli di rischio massimo (pari a 100) - Nord Corea, Somalia e Zimbabwe.
Quelli che non pagano
In particolare, soprattutto sul fronte dei mancati pagamenti (rischio sovrano, bancario, grandi imprese e Pmi), si segnala un progressivo ridimensionamento delle distanze tra mercati avanzati e mercati emergenti: aumentati pressoché ovunque, questi rischi hanno subìto il peggioramento più accentuato nelle aree avanzate dove, pur continuando a mostrare livelli sensibilmente inferiori alla media globale, registrano una crescita media del 22%. Paradossalmente, paesi europei come Grecia (88), Cipro (80), Slovenia (64) e Spagna (54) risultano meno affidabili rispetto a mercati emergenti come Perù (43), Colombia (49), Russia (53) e Abu Dhabi (32).
Dove si rischia l'esproprio
I rischi normativi (trasferimento, esproprio, violazione contrattuale, conversione e trasferimento valutario) aumentano pressoché ovunque, a causa del peggioramento dei principali indicatori di governance, anche se le differenze tra mercati avanzati ed emergenti restano ancora ben marcate, con i primi che si confermano più stabili e sicuri rispetto ai nuovi mercati. Il fenomeno è particolarmente evidente in aree storicamente più fragili come l'Africa sub-sahariana (+6%) e l'area MENA, Medio Oriente e Nord Africa (+2%), ma si registrano alcune difficoltà anche in regioni un tempo considerate immuni a questo tipo di rischi come i mercati avanzati (+12%), dove il perdurare della crisi sta indebolendo i fondamentali macroeconomici, riflettendosi in un aumento dei rischi di trasferimento e convertibilità (+25%). Permangono elevati i rischi di esproprio in Paesi caratterizzati da elevati livelli di corruzione, limitata trasparenza e accentramento politico come Venezuela (90), Ecuador (84) e Nicaragua (80), in America centrale e meridionale, Turkmenistan (87) e Uzbekistan (82), in Asia Centrale, Zimbabwe (97) e Sudan (94), in Africa sub-sahariana. Particolarmente virtuosi Cile (il cui indice di rischio normativo cala del 32%) e Polonia (-20%), mentre si profilano rischi da non sottovalutare in Slovenia (+47%), Sudafrica (+24%), Zambia (+19%) ed Egitto (+16%).
Esplode la violenza
Infine, nel 2012, i rischi di violenza politica sono tornati a crescere ovunque, in controtendenza rispetto al quadriennio 2007- 2011. Africa sub-sahariana (+7%) e area MENA (+5%) restano le regioni a maggior livello di rischio di violenza politica, accentuati dai conflitti in Mali (81) e Repubblica Centrafricana (91), dall'instabilità di Egitto (77) e Libia (83), e dell'escalation delle violenze in Siria (92).
Anche nell'area Csi e in quella dell'Europa emergente (+10%) si è registrato un aumento del rischio di violenza politica, a causa dell'espandersi di tensioni politico-sociali (Bielorussia, Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan e Ucraina) o dettate dalla crisi economica (Bulgaria) e dal bisogno di sicurezza (Montenegro e Bosnia).
Colpisce l'aggravarsi di questo profilo di rischio anche nei mercati avanzati (+4%), conseguenza del disagio sociale indotto dalle difficili condizioni economiche. Ne sono un esempio Grecia e Cipro.
Ne risulta, un 2013 difficile per le imprese che operano fuori casa, con rischi di mancato pagamento e instabilità normativa stabilizzati su livelli elevati a causa del protrarsi della crisi economico- finanziaria e rischi di violenza politica che registrano il peggioramento più acuto a causa dell'esplodere di conflitti geopolitici e dal radicalizzarsi di tensioni socio-economiche anche nei mercati avanzati.
Restano off limits - a livelli di rischio massimo (pari a 100) - Nord Corea, Somalia e Zimbabwe.
Quelli che non pagano
In particolare, soprattutto sul fronte dei mancati pagamenti (rischio sovrano, bancario, grandi imprese e Pmi), si segnala un progressivo ridimensionamento delle distanze tra mercati avanzati e mercati emergenti: aumentati pressoché ovunque, questi rischi hanno subìto il peggioramento più accentuato nelle aree avanzate dove, pur continuando a mostrare livelli sensibilmente inferiori alla media globale, registrano una crescita media del 22%. Paradossalmente, paesi europei come Grecia (88), Cipro (80), Slovenia (64) e Spagna (54) risultano meno affidabili rispetto a mercati emergenti come Perù (43), Colombia (49), Russia (53) e Abu Dhabi (32).
Dove si rischia l'esproprio
I rischi normativi (trasferimento, esproprio, violazione contrattuale, conversione e trasferimento valutario) aumentano pressoché ovunque, a causa del peggioramento dei principali indicatori di governance, anche se le differenze tra mercati avanzati ed emergenti restano ancora ben marcate, con i primi che si confermano più stabili e sicuri rispetto ai nuovi mercati. Il fenomeno è particolarmente evidente in aree storicamente più fragili come l'Africa sub-sahariana (+6%) e l'area MENA, Medio Oriente e Nord Africa (+2%), ma si registrano alcune difficoltà anche in regioni un tempo considerate immuni a questo tipo di rischi come i mercati avanzati (+12%), dove il perdurare della crisi sta indebolendo i fondamentali macroeconomici, riflettendosi in un aumento dei rischi di trasferimento e convertibilità (+25%). Permangono elevati i rischi di esproprio in Paesi caratterizzati da elevati livelli di corruzione, limitata trasparenza e accentramento politico come Venezuela (90), Ecuador (84) e Nicaragua (80), in America centrale e meridionale, Turkmenistan (87) e Uzbekistan (82), in Asia Centrale, Zimbabwe (97) e Sudan (94), in Africa sub-sahariana. Particolarmente virtuosi Cile (il cui indice di rischio normativo cala del 32%) e Polonia (-20%), mentre si profilano rischi da non sottovalutare in Slovenia (+47%), Sudafrica (+24%), Zambia (+19%) ed Egitto (+16%).
Esplode la violenza
Infine, nel 2012, i rischi di violenza politica sono tornati a crescere ovunque, in controtendenza rispetto al quadriennio 2007- 2011. Africa sub-sahariana (+7%) e area MENA (+5%) restano le regioni a maggior livello di rischio di violenza politica, accentuati dai conflitti in Mali (81) e Repubblica Centrafricana (91), dall'instabilità di Egitto (77) e Libia (83), e dell'escalation delle violenze in Siria (92).
Anche nell'area Csi e in quella dell'Europa emergente (+10%) si è registrato un aumento del rischio di violenza politica, a causa dell'espandersi di tensioni politico-sociali (Bielorussia, Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan e Ucraina) o dettate dalla crisi economica (Bulgaria) e dal bisogno di sicurezza (Montenegro e Bosnia).
Colpisce l'aggravarsi di questo profilo di rischio anche nei mercati avanzati (+4%), conseguenza del disagio sociale indotto dalle difficili condizioni economiche. Ne sono un esempio Grecia e Cipro.
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