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Sanità, cresce l’esigenza di assistenza domiciliare

Europ Assistance ha presentato, nel corso della Giornata Nazionale della Previdenza, i dati del sesto Barometro della Salute

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L'importante e' che ci sia la salute!. È una delle frasi, tipicamente italiane, che più comunemente sentiamo pronunciare. Una frase che nella sua semplicità racchiude una certezza: per gli italiani essere in buoni condizioni fisiche è fondamentale: per il 95% è questo ciò che si intende con la parola "benessere". A evidenziarlo sono i dati del sesto Barometro Internazionale Europ Assistance - Cercle Santé presentati da Europ Assistance nel corso del seminario "Sanità: la centralità dell'assistenza nei nuovi modelli di welfare integrato", svoltosi ieri nel corso della Giornata nazionale della Previdenza, a Milano. Una percentuale che in Italia è superiore alla media europea (75%) e al 67% degli Stati Uniti. Tuttavia, pur essendo uno degli aspetti a cui gli italiani tengono di più, anche i consumi per le cure sanitarie calano: il 27% del campione della ricerca, infatti, ha ammesso di aver dovuto rinunciare alle cure mediche negli ultimi anni a causa di difficoltà economiche. E tra le cure rimandate o cancellate rientrano le cure mediche in corso (12%), i trattamenti sanitari più pesanti (9%), le cure dentistiche (8%) e l'acquisto di medicinali prescritti (4%). Come sottolinea Maurizio Ballabio, direttore centrale operazioni strategiche e affari istituzionali di Europ Assistance, "l'accesso alle tutele sanitarie e sociosanitarie nel nostro Paese è messo a rischio dalla riduzione di risorse pubbliche per prestazioni sociali. La popolazione invecchia, cresce la domanda di sanità e lo Stato fatica a sostenere il suo ruolo". Solo il 44% degli italiani, infatti, ritiene che il Sistema sanitario nazionale (Ssn) garantisca accesso alle cure mediche a tutti i cittadini.

La spesa sanitaria in Italia


La spesa sanitaria privata oggi rappresenta il 22% del totale: l'82% è sostenuta direttamente dai cittadini; il 13,9% dai fondi sanitari negoziali, casse e mutualità volontaria; il 3,7% da assicurazioni malattia. A ciò si aggiunge il fenomeno della non autosufficienza, legato a doppio filo con l'aumento della vita media: attualmente gli anziani non autosufficienti sono 2,3 milioni, 2/3 dei quali over 75. "Per garantire in futuro un adeguato livello di cure sanitarie alla popolazione - sottolinea Ballabio - l'assistenza domiciliare è destinata a un ruolo da protagonista. I dati raccolti dal Barometro della Salute sono eloquenti: l'82% dei cittadini pensa che per affrontare i problemi causati dall'aspettativa di vita sempre più lunga le risorse andrebbero stanziate prima di tutto nell'assistenza domiciliare, superiore al dato europeo del 74%. Inoltre - prosegue - il 98% ritiene che per aiutare i non autosufficienti a continuare a vivere a casa propria sia necessario dare impulso al lavoro degli assistenti domiciliari". In questo ambito è molto importante il ruolo giocato dall'assistenza domiciliare integrata: dal 2004 a oggi si è passati da tre a cinque persone prese in carico da questa forma di assistenza ogni cento over 65. Secondo i dati di una ricerca commissionata da Europ Assistance all'Ispo, nel corso dell'ultimo anno il 14% del campione di cittadini italiani ha chiamato a casa, almeno una volta, un medico o un pediatra diverso da quello dell'Asl, un fisioterapista piuttosto che un infermiere o una badante. Ha inoltre raggiunto numeri considerevoli il fenomeno delle badanti: si stima operino oggi complessivamente 744 mila assistenti familiari, di cui circa 700 mila straniere. A fare maggiormente ricorso all'assistenza domiciliare sono le persone più deboli della popolazione: single, pensionati, residenti nelle grandi aree urbane dove la rete di sostegno informale dei parenti e degli amici è più debole. I grandi agglomerati urbani si caratterizzano per un più spiccato utilizzo dell'assistenza domiciliare: 14 la media del numero di ore all'anno di assistenza richiesta per famiglia al medico o al pediatra; 17 al fisioterapista; 26 all'infermiere, 650 all'assistente domiciliare/badante. La qualità dei servizi erogati è giudicata positivamente. Il 43% è molto soddisfatto del servizio ricevuto, il 54% è soddisfatto a fronte di un 2% di insoddisfatti.

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