Sanità e assicurazioni, l'importanza di intavolare un dialogo costruttivo
Il rapporto tra sanità e assicurazioni è arrivato a un punto critico
11/02/2013
Il rapporto tra sanità e assicurazioni è arrivato a un punto critico. Le posizioni di questi due mondi non sono mai state così distanti: i medici e le strutture sanitarie faticano ad assicurarsi poiché molte compagnie assicuratrici impongono costi troppo elevati o disertano tout court il settore poiché in perdita. Cerchiamo di dare un quadro completo per capire i motivi dietro a questa apparente 'fuga' delle assicurazioni dalla sanità.
L'ASSENZA DI LINEE GUIDA
Il dato più allarmante è quello del numero dei contenziosi medico-legali: negli ultimi anni c'è stato una crescita incontrollata di questo tipo di contenziosi, e ancor maggiore è il clamore mediatico di cui godono le denunce dei presunti casi di malasanità. Tuttavia, stando alla Relazione finale della Commissione Parlamentare di inchiesta sui presunti casi di malasanità tra il 2009 e il 2012, a fronte di un numero considerevole di denunce corrisponde un numero bassissimo di condanne, con circa il 40% di casi archiviati. Attenzione però, perché al tempo stesso è di molto aumentata l'entità dei risarcimenti richiesti al medico o all'ospedale, che può variare sensibilmente - non esistendo linee guida di riferimento - anche per la proliferazione di nuove tipologie di danno risarcibile: dal danno esistenziale, al danno morale, al danno di immagine, alla perdita di chance.
VERSO IL MODELLO CULTURALE AMERICANO
Questa situazione, caratterizzata dalla confusione della giurisprudenza in questo ambito specifico, rende difficilmente 'misurabile' il settore per le compagnie assicuratrici e ha fatto ripiegare verso la cosiddetta medicina difensiva, con un costo per lo Stato stimato intorno a qualche miliardo di euro. La tendenza è quella di seguire il modello culturale americano, sia nell'approccio risarcitorio dei pazienti, sia nell'evoluzione verso una medicina sempre più specialistica che però fa perdere la fondamentale visione di insieme del malato; per citare il professor Veronesi si dovrebbe curare il malato e non la malattia".
CARENZE NELLA GESTIONE DEL RISCHIO
Tuttavia, mentre ci si avvicina al modello americano per certi aspetti, per altri non c'è un'evoluzione: in Italia c'è una scarsa diffusione della figura del risk manager nelle strutture ospedaliere e dei sistemi di loss prevention, per cui viene a mancare una gestione sistematica e organizzata dei rischi potenziali che, come è facile immaginare, sono molteplici all'interno delle strutture sanitarie sia per la tipologia di attività sia per la grande quantità di sostanze chimiche e farmacologiche presenti.
CINEAS: SEI PROPOSTE CONCRETE
Cineas come Consorzio universitario attivo da anni nella formazione di risk manager sanitari ha fatto sua la profonda esigenza di cambiamento del settore promuovendo una serie di iniziative ponendosi come 'cerniera' tra i due mondi, assicurazioni e sanità, per stimolare tutte le parti coinvolte verso una riflessione proattiva e la formulazione di proposte. Abbiamo quindi elaborato e dichiarato sei proposte concrete mirate a riallacciare il dialogo e porre le basi per migliorare la situazione. La nostra prima proposta è sul risk management: negli ospedali quella del risk manager, figura obbligatoria per legge, è una posizione molto spesso 'vuota' e priva delle necessarie competenze nelle tecniche di gestione rischi e loss prevention; questa tendenza si deve invertire, gli ospedali devono comprendere l'importanza di formare il proprio personale in tal senso. La seconda proposta è strettamente connessa alla prima e riguarda l'obbligo diffondere una corretta cultura di prevenzione e gestione della malpractice presso tutto il personale sanitario. Si deve poi definire un coordinamento nazionale sulla malpractice e gli eventi avversi attraverso la concreta attivazione del SIMES - il Sistema per il monitoraggio degli errori in sanità - al momento non ancora in grado di dare dati certi. La quarta proposta è il passaggio graduale da un sistema di tipo tort system, che punta a cercare il colpevole, a un sistema no fault, di risarcimento non basato sulla colpa individuale: ci sono molti esempi utili dai nostri vicini europei, perché non approfittare delle best practice di altri Paesi? Si dovrebbe tendere a una definizione non soggetta ad interpretazione del concetto di responsabilità e a una maggiore mediazione e conciliazione in caso di denuncia di un sinistro. Il quinto punto riguarda la certificazione delle strutture sanitarie; la certificazione porta l'ospedale ad elevare gli standard innescando una spirale virtuosa. Infine, la nostra sesta proposta, già concretizzata con successo, è stata quella di dare il via a un tavolo tecnico di discussione tra le parti in causa, in particolare medici e assicurazioni, per migliorare i rapporti e riavvicinare sanità e assicurazioni. La prima riunione si è già svolta e abbiamo potuto constatare la volontà di trovare soluzioni condivise da proporre ai decisori politici. In conclusione, crediamo che si debba eliminare il corporativismo e lavorare per fare sistema proponendo soluzioni condivise, con un approccio di lobby in stile anglosassone: le parti devono essere proattive nel formulare soluzioni concrete da proporre ai decisori.
L'ASSENZA DI LINEE GUIDA
Il dato più allarmante è quello del numero dei contenziosi medico-legali: negli ultimi anni c'è stato una crescita incontrollata di questo tipo di contenziosi, e ancor maggiore è il clamore mediatico di cui godono le denunce dei presunti casi di malasanità. Tuttavia, stando alla Relazione finale della Commissione Parlamentare di inchiesta sui presunti casi di malasanità tra il 2009 e il 2012, a fronte di un numero considerevole di denunce corrisponde un numero bassissimo di condanne, con circa il 40% di casi archiviati. Attenzione però, perché al tempo stesso è di molto aumentata l'entità dei risarcimenti richiesti al medico o all'ospedale, che può variare sensibilmente - non esistendo linee guida di riferimento - anche per la proliferazione di nuove tipologie di danno risarcibile: dal danno esistenziale, al danno morale, al danno di immagine, alla perdita di chance.
VERSO IL MODELLO CULTURALE AMERICANO
Questa situazione, caratterizzata dalla confusione della giurisprudenza in questo ambito specifico, rende difficilmente 'misurabile' il settore per le compagnie assicuratrici e ha fatto ripiegare verso la cosiddetta medicina difensiva, con un costo per lo Stato stimato intorno a qualche miliardo di euro. La tendenza è quella di seguire il modello culturale americano, sia nell'approccio risarcitorio dei pazienti, sia nell'evoluzione verso una medicina sempre più specialistica che però fa perdere la fondamentale visione di insieme del malato; per citare il professor Veronesi si dovrebbe curare il malato e non la malattia".
CARENZE NELLA GESTIONE DEL RISCHIO
Tuttavia, mentre ci si avvicina al modello americano per certi aspetti, per altri non c'è un'evoluzione: in Italia c'è una scarsa diffusione della figura del risk manager nelle strutture ospedaliere e dei sistemi di loss prevention, per cui viene a mancare una gestione sistematica e organizzata dei rischi potenziali che, come è facile immaginare, sono molteplici all'interno delle strutture sanitarie sia per la tipologia di attività sia per la grande quantità di sostanze chimiche e farmacologiche presenti.
CINEAS: SEI PROPOSTE CONCRETE
Cineas come Consorzio universitario attivo da anni nella formazione di risk manager sanitari ha fatto sua la profonda esigenza di cambiamento del settore promuovendo una serie di iniziative ponendosi come 'cerniera' tra i due mondi, assicurazioni e sanità, per stimolare tutte le parti coinvolte verso una riflessione proattiva e la formulazione di proposte. Abbiamo quindi elaborato e dichiarato sei proposte concrete mirate a riallacciare il dialogo e porre le basi per migliorare la situazione. La nostra prima proposta è sul risk management: negli ospedali quella del risk manager, figura obbligatoria per legge, è una posizione molto spesso 'vuota' e priva delle necessarie competenze nelle tecniche di gestione rischi e loss prevention; questa tendenza si deve invertire, gli ospedali devono comprendere l'importanza di formare il proprio personale in tal senso. La seconda proposta è strettamente connessa alla prima e riguarda l'obbligo diffondere una corretta cultura di prevenzione e gestione della malpractice presso tutto il personale sanitario. Si deve poi definire un coordinamento nazionale sulla malpractice e gli eventi avversi attraverso la concreta attivazione del SIMES - il Sistema per il monitoraggio degli errori in sanità - al momento non ancora in grado di dare dati certi. La quarta proposta è il passaggio graduale da un sistema di tipo tort system, che punta a cercare il colpevole, a un sistema no fault, di risarcimento non basato sulla colpa individuale: ci sono molti esempi utili dai nostri vicini europei, perché non approfittare delle best practice di altri Paesi? Si dovrebbe tendere a una definizione non soggetta ad interpretazione del concetto di responsabilità e a una maggiore mediazione e conciliazione in caso di denuncia di un sinistro. Il quinto punto riguarda la certificazione delle strutture sanitarie; la certificazione porta l'ospedale ad elevare gli standard innescando una spirale virtuosa. Infine, la nostra sesta proposta, già concretizzata con successo, è stata quella di dare il via a un tavolo tecnico di discussione tra le parti in causa, in particolare medici e assicurazioni, per migliorare i rapporti e riavvicinare sanità e assicurazioni. La prima riunione si è già svolta e abbiamo potuto constatare la volontà di trovare soluzioni condivise da proporre ai decisori politici. In conclusione, crediamo che si debba eliminare il corporativismo e lavorare per fare sistema proponendo soluzioni condivise, con un approccio di lobby in stile anglosassone: le parti devono essere proattive nel formulare soluzioni concrete da proporre ai decisori.
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