Tecnologia, un nuovo corso contro la vecchia guardia
Quanto potrà incidere la tecnologia sul modus operandi del comparto assicurativo?
Da un'importante ricerca realizzata in diversi Paesi, risulta che Internet e altri strumenti di comunicazione mobile stanno convincendo, o comunque facendo riflettere le imprese assicurative, a porre maggiore attenzione e interesse verso il cliente.
Il nuovo mondo tecnologico parrebbe in grado di rivoluzionare la distribuzione assicurativa.
Certamente delle riflessioni vanno fatte.
Il mercato italiano, ad esempio, sarebbe in grado di crescere in modo corretto con l'apporto della tecnologia?
Il consumatore nostrano, sino ad oggi, quando decide di assicurarsi chiede chiarezza, competenza (in altre parole consulenza vera) soprattutto per quelle coperture assicurative che necessitano di delucidazioni, giusto per mettere nella condizione il potenziale cliente di saper scegliere ciò che effettivamente gli manca.
Tutti notiamo che i canali cosiddetti alternativi crescono di giorno in giorno, creando nuove possibilità di relazione tra compagnie, clienti potenziali e assicurati. Le statistiche non accreditano ancora grandi risultati alla rete", ma il mondo dell'intermediazione dovrebbe non solo iniziare a preoccuparsene ma anche agire con efficacia.
Resto comunque convinta che la tecnologia non potrà sostituire l'intermediario professionale, etico ma soprattutto competente, titolare di un'adeguata e valida impresa/agenzia. Con un welfare in caduta libera, è chiaro a tutti il potenziale spazio di mercato che si potrà occupare, oltre alla previdenza integrativa, alla ineludibile possibilità di garantirsi qualcosa di serio in vecchiaia con la long term care. Il tutto per rafforzare il tessuto sociale del nostro paese. Penso anche agli eventi catastrofali, che devono certamente trovare un canale da percorrere e nuove formule per garantire sicurezza ai cittadini. Mi appare difficile che questi temi, tanto vitali, possano essere risolti via web!
Il mio pensiero - sicuramente - non sottovaluta l'avanzata di nuove tecnologie "intelligenti" che possano far ipotizzare cambiamenti importanti, capaci di condurci a prevedere tutte le fasi del processo: dalla pre-vendita alla post-vendita.
Né può sfuggire a nessuno il grande potere delle compagnie, che hanno il vero controllo di un "non solo" simbolico patrimonio, gestendo dati sensibili relativi agli assicurati e ciò è possibile proprio grazie al digitale. E' evidente che le chiavi di questa situazione sono saldamente nelle mani dei grandi Gruppi assicurativi, che possono, con questo potenziale progettare prodotti e prezzi su misura e ultimo, ma non ultimo, come venderli.
Per accertare il successo di internet, è sufficiente dare uno sguardo alla Gran Bretagna: il ramo Rca ha conquistato il mercato on line. Non escluderei "il contagio"...
Quali metamorfosi ci possiamo aspettare in questa visione di mercato futura, da agenti e broker?
Sopravviverà certamente un mercato di nicchia all'insegna dell'alta specializzazione. Ma gli intermediari dovranno trovare nuovi modelli di business ed essere pronti a scoprire nuove economie di scala, con possibili accorpamenti o cooperative, che vadano ad offrire un ulteriore valore aggiunto in termini di servizio accurato, vero, in tutti quei settori che necessitano di grande esperienza tecnica, nel settore vita come nei rami danni .
Non possiamo non rammentare ai lettori quanto aveva previsto Iama Consulting: una rivoluzione lenta nel comparto assicurativo, compresa la scomparsa di molti punti vendita non propriamente professionalizzati.
Concetto esplicitato in diverse occasioni.
Il ragionevole rischio potrebbe essere quello che il mercato, quello vero, venga sostituito da una sorta di "standardizzazione", con prodotti assicurativi a taglio fisso, preconfezionati, andando così ad inflazionare il reale concetto di copertura assicurativa.
Saranno in grado le compagnie di evitare che il mercato italiano comprometta la sua gloriosa storia ultra centenaria, mantenendo comunque alta la concorrenza che deve competere sulla valorizzazione dell'affidabilità del proprio marchio, unitamente alla qualità del servizio offerto?
Potrà mai essere la "telematica", con le sue applicazioni avanzatissime, a distribuire la personalizzazione dei prodotti, intralciando la strada ad agenti e broker?
Si crea dicotomia tra il "nuovo" corso e la vecchia guardia? Potrà mai la tecnologia essere uno strumento valido per dare una risposta, con serietà e competenza, alle tante esigenze inespresse?
Certo, i dubbi e le perplessità sull'argomento sono tanti.
A mio parere agenti e broker, i veri detentori di professionalità, sapranno innovarsi.
A tal fine sarebbe essenziale che gli stessi sappiano far propria una cultura aperta all'innovazione e che la stessa possa lasciare ampio spazio agli intermediari italiani che hanno saputo costruire, in tutto il XX secolo, senza alcun aiuto - né di carattere gestionale, né formativo, né organizzativo da parte delle imprese rappresentate, salvo qualche rara eccezione - un mercato solido e credibile.
Aspettiamo con curiosità questo futuro!!
Carla Barin
Da un'importante ricerca realizzata in diversi Paesi, risulta che Internet e altri strumenti di comunicazione mobile stanno convincendo, o comunque facendo riflettere le imprese assicurative, a porre maggiore attenzione e interesse verso il cliente.
Il nuovo mondo tecnologico parrebbe in grado di rivoluzionare la distribuzione assicurativa.
Certamente delle riflessioni vanno fatte.
Il mercato italiano, ad esempio, sarebbe in grado di crescere in modo corretto con l'apporto della tecnologia?
Il consumatore nostrano, sino ad oggi, quando decide di assicurarsi chiede chiarezza, competenza (in altre parole consulenza vera) soprattutto per quelle coperture assicurative che necessitano di delucidazioni, giusto per mettere nella condizione il potenziale cliente di saper scegliere ciò che effettivamente gli manca.
Tutti notiamo che i canali cosiddetti alternativi crescono di giorno in giorno, creando nuove possibilità di relazione tra compagnie, clienti potenziali e assicurati. Le statistiche non accreditano ancora grandi risultati alla rete", ma il mondo dell'intermediazione dovrebbe non solo iniziare a preoccuparsene ma anche agire con efficacia.
Resto comunque convinta che la tecnologia non potrà sostituire l'intermediario professionale, etico ma soprattutto competente, titolare di un'adeguata e valida impresa/agenzia. Con un welfare in caduta libera, è chiaro a tutti il potenziale spazio di mercato che si potrà occupare, oltre alla previdenza integrativa, alla ineludibile possibilità di garantirsi qualcosa di serio in vecchiaia con la long term care. Il tutto per rafforzare il tessuto sociale del nostro paese. Penso anche agli eventi catastrofali, che devono certamente trovare un canale da percorrere e nuove formule per garantire sicurezza ai cittadini. Mi appare difficile che questi temi, tanto vitali, possano essere risolti via web!
Il mio pensiero - sicuramente - non sottovaluta l'avanzata di nuove tecnologie "intelligenti" che possano far ipotizzare cambiamenti importanti, capaci di condurci a prevedere tutte le fasi del processo: dalla pre-vendita alla post-vendita.
Né può sfuggire a nessuno il grande potere delle compagnie, che hanno il vero controllo di un "non solo" simbolico patrimonio, gestendo dati sensibili relativi agli assicurati e ciò è possibile proprio grazie al digitale. E' evidente che le chiavi di questa situazione sono saldamente nelle mani dei grandi Gruppi assicurativi, che possono, con questo potenziale progettare prodotti e prezzi su misura e ultimo, ma non ultimo, come venderli.
Per accertare il successo di internet, è sufficiente dare uno sguardo alla Gran Bretagna: il ramo Rca ha conquistato il mercato on line. Non escluderei "il contagio"...
Quali metamorfosi ci possiamo aspettare in questa visione di mercato futura, da agenti e broker?
Sopravviverà certamente un mercato di nicchia all'insegna dell'alta specializzazione. Ma gli intermediari dovranno trovare nuovi modelli di business ed essere pronti a scoprire nuove economie di scala, con possibili accorpamenti o cooperative, che vadano ad offrire un ulteriore valore aggiunto in termini di servizio accurato, vero, in tutti quei settori che necessitano di grande esperienza tecnica, nel settore vita come nei rami danni .
Non possiamo non rammentare ai lettori quanto aveva previsto Iama Consulting: una rivoluzione lenta nel comparto assicurativo, compresa la scomparsa di molti punti vendita non propriamente professionalizzati.
Concetto esplicitato in diverse occasioni.
Il ragionevole rischio potrebbe essere quello che il mercato, quello vero, venga sostituito da una sorta di "standardizzazione", con prodotti assicurativi a taglio fisso, preconfezionati, andando così ad inflazionare il reale concetto di copertura assicurativa.
Saranno in grado le compagnie di evitare che il mercato italiano comprometta la sua gloriosa storia ultra centenaria, mantenendo comunque alta la concorrenza che deve competere sulla valorizzazione dell'affidabilità del proprio marchio, unitamente alla qualità del servizio offerto?
Potrà mai essere la "telematica", con le sue applicazioni avanzatissime, a distribuire la personalizzazione dei prodotti, intralciando la strada ad agenti e broker?
Si crea dicotomia tra il "nuovo" corso e la vecchia guardia? Potrà mai la tecnologia essere uno strumento valido per dare una risposta, con serietà e competenza, alle tante esigenze inespresse?
Certo, i dubbi e le perplessità sull'argomento sono tanti.
A mio parere agenti e broker, i veri detentori di professionalità, sapranno innovarsi.
A tal fine sarebbe essenziale che gli stessi sappiano far propria una cultura aperta all'innovazione e che la stessa possa lasciare ampio spazio agli intermediari italiani che hanno saputo costruire, in tutto il XX secolo, senza alcun aiuto - né di carattere gestionale, né formativo, né organizzativo da parte delle imprese rappresentate, salvo qualche rara eccezione - un mercato solido e credibile.
Aspettiamo con curiosità questo futuro!!
Carla Barin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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