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Diffondere le Ltc

Parliamo di polizze malattia e di tutela della persona, garanzie oggi indispensabili, che dobbiamo proiettare verso l'allungarsi della vita media che cresce in modo esponenziale, tenendo in debito conto, soprattutto, i continui tagli alla previdenza pubblica e alla sanità: una spending review" che fa arretrare l'intera nazione in modo sensibile, toccando tutte le parti sociali e mettendo in "forse" il futuro di milioni di persone.

L'indagine sui bilanci delle famiglie italiane, condotte con regolarità dalla Banca d'Italia, danno precise informazioni sulle scelte fatte dai cittadini italiani nel settore assicurativo, in modo particolare sulle polizze che riguardano il settore malattia, vita e infortuni.
Nel 2012 risultavano assicurate almeno con una polizza malattia, il 4,31%, delle famiglie, in netto calo rispetto ai risultati dell'indagine del 2010 (5,5%): in altre parole circa 1.000.000- di nuclei familiari, su un totale di 24 milioni di famiglie.

Le assicurazioni anche nell'ambito di una famiglia sono indispensabili, e vanno gioco forza inserite in ogni singolo budget familiare. Esse vanno a permeare tutte le sottili pieghe di una società che, sul fronte assicurativo dovrebbe essere maggiormente evoluta. Bisognerebbe indurre il comportamento del cittadino, partendo dalla scuola primaria, a una tendenza responsabile, tale da saper fronteggiare i potenziali rischi della salute, autoassicurandosi.

Bisognerebbe indurre gli italiani a pianificare le necessità assicurative della famiglia, determinando un gap di protezione che solo all'atto del verificarsi di una grave malattia si recepisce chiaramente, al fine di costruire un futuro che oggi si presenta incerto.
Come in molti altri Paesi europei, va rivista in toto la possibile "detrazione" dei premi pagati per le polizze personali, al fine di incentivare il cittadino a soluzioni pro futuro. E' necessario trovare dei "meccanismi" che facciano comprendere alle famiglie italiane che lo "Stato" non ha più, e da tempo, quelle capacità economiche che andavano a sostituirsi alle singole responsabilità!
Credo non vi sia un solo settore della vita sociale o economica, nel quale si possa escludere il bisogno di sicurezza. E non esistono dubbi sull'assoluta necessità di garantirla.

In un mondo globalizzato dove sono molti gli aspetti malsani e discutibili, dove il destino si annida dietro l'angolo, proprio per queste NON auspicabili ma possibili "sorprese" è , oserei dire, obbligatorio tendere, pur con sacrifici, a una tutela seppur minima.
I cittadini che valutano quotidianamente e riescono a constatare anche personalmente la pessima gestione della sanità pubblica, con tagli che vanno dai posti letto, al personale medico e paramedico, alla chiusura di sale operatorie per carenze di ogni genere; alle medicine serie che non vengono più mutuate, ai ticket elevati, alle estenuanti pratiche burocratiche in caso di invalidità civili permanenti, allungate cavillosamente a tavolino, per ragioni di mero bilancio pubblico, alle quali si deve aggiungere, ahimè, una malasanità a tutti ben nota.
In crescita drammatica le malattie degenerative come SLA, Alzheimer e Parkinson 8oltre 2.000.000 di nuovi casi l'anno) che andrebbero curate e assistite da personale altamente specializzato e in luoghi consoni.

L'aspirazione, oggi, di una vecchiaia non dico serena ma decorosa, traguardo possibile a un modesto numero di italiani, valutata la situazione nella quale si dibatte l'Italia, clima di piena deflazione, con il 44% di disoccupazione giovanile, può essere solo affidata a coperture assicurative mirate, che garantiscano dai rischi di non autosufficienza, grazie, ripeto, anche all'allungarsi della vita media, e a eventi legati alla salute tanto imprevisti quanto invalidanti.

Si dovrebbero studiare dei piani di aiuto in accordo con l'Ania, addirittura a livello "regionale", con agevolazioni che consentano, grazie a un numero elevato di teste assicurate, prezzi accessibili ai più, al fine di mettere al riparo non solo il singolo cittadino ma anche le istituzioni che di queste situazioni invalidanti, o prima o poi, se ne dovranno fare carico.
Maggiore è il numero delle teste assicurate e inferiore sarà il relativo costo.
Molti sono a conoscenza che per proteggere personalmente la propria salute esistono le polizze malattia.
Il mercato offre qualcosa di meglio che va a integrarne garanzie e qualità, studiate appositamente per sostenere non solo le spese mediche, ma anche le eventuali spese domiciliari o il pagamento di una Casa di Riposo per persone con patologie gravi e invalidanti.
Sono le" Long Term care", prodotto largamente diffuso in Germania e Giappone. In Italia ancora poco conosciuto e proposto anche dagli addetti ai lavori, e non se ne spiega per la verità la ragione.

Esistono due tipi di coperture che si rifanno a due modelli: quello ad "accumulazione" e a "ripartizione".
Nel primo caso collegata al ramo vita, consentendo di accumulare risparmi grazie a un Fondo speciale che, al verificarsi dell'evento, pagherà un capitale "una tantum", in base alle scelte fatte.

Nel secondo caso la polizza è legata al ramo malattia e il premio pagato serve a far fronte al rischio di quell'anno.
E' un prodotto d'eccellenza, non solo utile ma direi indispensabile.
In alcuni casi le polizze prevedono un'opzione che lascia alla compagnia il "contatto" con coloro che forniscono i servizi domiciliari e, previo accordi con il medico dell'assicurato, vengono definite prestazioni ad hoc. Ovviamente questa opzione dà la possibilità di avere a disposizione una maggiore quantità di servizi, poiché l'impresa assicuratrice, trattando direttamente con i "fornitori", gode di tariffe scontate e quindi , di questo, ne beneficia anche l'utente.
Alcune compagnie hanno un premio costante che viene indicizzato "solo" per aggiornare l'eventuale tasso inflattivo e non far erodere il c.d. massimale.
Il costo di tale contratto aumenta proporzionalmente con l'età d'ingresso che, sottoscritta la polizza, in linea generale resta costante, tranne per coloro che ne accettano l'indicizzazione su base Istat.

E' comunque un dato di fatto squisitamente attuariale: più si è giovani e minore sarà il premio pagato annualmente.
Esistono sul mercato anche le forme a premio unico, per le quali si versa una cifra "una tantum" e si è coperti per tutta la vita.
Purtroppo e inspiegabilmente, valutato il modus operandi dell'attuale Governo e dei suoi predecessori, i vantaggi fiscali sono ridotti al lumicino: detrazione d'imposta del 19% sul premio annuo che non può superare i 1.291-? e che, inoltre, fanno cumolo con eventuali altre assicurazioni detraibili (infortuni, vita).

Disposizioni ingenerose trattandosi della salute di un intero Paese, ma anche deleteria per le stesse casse dello Stato che, proprio per la grave carenza culturale/assicurativa del singolo cittadino, il conto sul piano nazionale sarà molto più salato.
Disposizione assurda che non tiene conto, ancora una volta, che lo zoccolo duro di una nazione, sul piano squisitamente economico e sociale sono e restano le coperture assicurative.
Ma chi ci governa saprà comprenderne l'importanza?
Invitare le due Camere del Parlamento a un corso di formazione, lo vedete proprio così male?
Vi prego di riflettere!

Carla Barin

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