Cattolica, BancoBpm si sfila
L’istituto di credito vuole esercitare il diritto di opzione per rilevare le partecipazioni detenute da Cattolica in Vera Vita e Vera Assicurazioni
BancoBpm vuole esercitare il diritto di opzione per rilevare le partecipazioni detenute da Cattolica in Vera Vita e Vera Assicurazioni (pari al 65% del capitale sociale delle due compagnie). “Tale opzione di acquisto – precisa un comunicato di Cattolica – è stata richiesta da BancoBpm supponendo un asserito cambio di controllo di Cattolica”, conseguenza dell’ingresso di Generali, ora primo azionista del gruppo veronese. Secondo Cattolica, “la posizione assunta dal BancoBpm è comunque del tutto priva di fondamento, sotto ogni profilo, non trovando riscontro in alcuna previsione né di legge né di contratto come attestato da autorevoli pareri legali indipendenti e dagli orientamenti espressi dalle Autorità di Vigilanza”, in particolare col provvedimento di autorizzazione rilasciato dall’Ivass all’ingresso di Generali nel capitale.
Sull’iniziativa di Banco Bpm, “che ha effetti solo potenziali e del tutto teorici, perché integralmente e radicalmente contestata” da Cattolica (che, anzi, ritiene di avere rilevanti crediti derivanti dagli inadempimenti del Banco Bpm agli accordi di bancassicurazione), la compagnia veronese “si riserva ogni azione a tutela della posizione di Cattolica anche sul piano risarcitorio e reputazionale”.
Secondo quanto previsto nel patto parasociale sottoscritto tra Cattolica e BancoBpm il 29 marzo 2018 (successivamente modificato il 29 ottobre 2018), “il prezzo per l’esercizio dell’opzione di acquisto qualora si verificasse un evento di cambio di controllo sarebbe determinato in funzione dell’ammontare dei cosiddetti own funds”, ossia i fondi propri, delle compagnie oggetto della partnership.
Sull’iniziativa di Banco Bpm, “che ha effetti solo potenziali e del tutto teorici, perché integralmente e radicalmente contestata” da Cattolica (che, anzi, ritiene di avere rilevanti crediti derivanti dagli inadempimenti del Banco Bpm agli accordi di bancassicurazione), la compagnia veronese “si riserva ogni azione a tutela della posizione di Cattolica anche sul piano risarcitorio e reputazionale”.
Secondo quanto previsto nel patto parasociale sottoscritto tra Cattolica e BancoBpm il 29 marzo 2018 (successivamente modificato il 29 ottobre 2018), “il prezzo per l’esercizio dell’opzione di acquisto qualora si verificasse un evento di cambio di controllo sarebbe determinato in funzione dell’ammontare dei cosiddetti own funds”, ossia i fondi propri, delle compagnie oggetto della partnership.
Cattolica, infine, segnala che, al 30 settembre 2020, la cessione in favore di BancoBpm delle partecipazioni detenute da Cattolica in Vera Vita e in Vera Assicurazioni avrebbe potuto determinare un effetto negativo pari a -377 milioni di euro sul conto economico Ias/Ifrs del gruppo. Al contrario, l’impatto sulla posizione di solvibilità alla medesima data sarebbe stato positivo per circa 15 punti percentuali sul Solvency II ratio del gruppo veronese (portandolo a ca. 176% rispetto al valore comunicato pari a 161%).
Il risiko delle alleanze
Secondo quanto riportato dall’agenzia Radiocor, che cita fonti finanziarie, alla base della decisione di BancoBpm ci sarebbe una generale insoddisfazione sull’andamento della partnership, unita alla denunciata mancata chiarezza sulle conseguenze dell’ingresso di Generali in Cattolica.
L’operazione, resa possibile dalla convinzione di Banco Bpm (contestata da Cattolica) che l'ingresso di Generali abbia comportato un cambio di controllo della società, porterà l’istituto guidato dall’ad Giuseppe Castagna a pagare 335,7 milioni per quote che tre anni fa aveva ceduto per 853,4 milioni. Tuttavia è probabile che Cattolica si opporrà a una simile transazione e che quindi la vicenda sfoci in un contenzioso.
La partnership con Cattolica riguarda la rete ex Banco Popolare e nel 2021 è in scadenza anche l’alleanza con Covea sugli sportelli ex Bpm. Il prossimo anno, così, BancoBpm potrà avere mani libere per la ricerca di un nuovo partner bancassicurativo a cui dedicare l’intera rete. Partner che, se si concretizzasse l’ipotesi di aggregazione con Bper, sarebbe facile individuare in Unipol, primo azionista dell’istituto modenese.
L’operazione, resa possibile dalla convinzione di Banco Bpm (contestata da Cattolica) che l'ingresso di Generali abbia comportato un cambio di controllo della società, porterà l’istituto guidato dall’ad Giuseppe Castagna a pagare 335,7 milioni per quote che tre anni fa aveva ceduto per 853,4 milioni. Tuttavia è probabile che Cattolica si opporrà a una simile transazione e che quindi la vicenda sfoci in un contenzioso.
La partnership con Cattolica riguarda la rete ex Banco Popolare e nel 2021 è in scadenza anche l’alleanza con Covea sugli sportelli ex Bpm. Il prossimo anno, così, BancoBpm potrà avere mani libere per la ricerca di un nuovo partner bancassicurativo a cui dedicare l’intera rete. Partner che, se si concretizzasse l’ipotesi di aggregazione con Bper, sarebbe facile individuare in Unipol, primo azionista dell’istituto modenese.
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