Eurovita, Moody’s evidenzia i rischi reputazionali per le banche partner

Mentre per Eurovita si avvicina la cruciale scadenza del 31 marzo, data oltre la quale terminerà la sospensione dei riscatti decisa dall’Ivass (e, in assenza di ulteriori risorse da parte dell'azionista Cinven o di nuovi soci, la prospettiva è il commissariamento o la liquidazione) arriva anche il giudizio di Moody’s.

L’agenzia di rating, venerdì scorso, ha pubblicato un report sulla complessa questione del salvataggio della compagnia che riguarda da vicino le piccole e medie banche partner. Una situazione che ha inevitabilmente alzato il rischio reputazionale degli istituti, tra cui figurano Sparkasse, Fineco, Fideuram e Credem, che hanno distribuito le polizze vita della compagnia; complessivamente, i clienti di Eurovita sono circa 400mila che hanno acquistato le polizze da circa 2.500 sportelli distribuiti sul territorio, frutto di circa 60 accordi distributivi bancassurance.

Secondo Moody’s, per tutto il mercato bancario si pone il tema di un controllo più attento della stabilità dei propri partner finanziari, a maggior ragione ora che, con i tassi alti, cresce il pericolo dei riscatti. L’agenzia di rating sottolinea infatti che “nonostante il caso di Eurovita al momento sembri essere isolato, il recente rapido aumento dei tassi d’interesse nell’area dell'euro ha fatto crescere il rischio che gli assicurati possano riscattare le loro polizze tradizionali” e la difficoltà della compagnia “dimostra che per le banche, il monitoraggio della solvibilità e dei rischi operativi dei loro partner chiave è importante dal punto di vista della governance”. Anche perché Eurovita sarebbe la prima compagnia vita italiana a finire in liquidazione e rappresenterebbe il pericoloso precedente di un assicuratore vita che non rispetta i propri impegni.

Per Moody’s all’orizzonte ci sono due scenari: nel primo, i partner bancari di Eurovita potrebbero decidere di indennizzare parzialmente i propri clienti che hanno acquistato i prodotti assicurativi; nel secondo, le stesse banche potrebbero intervenire fornendo il capitale necessario a evitare la liquidazione coatta amministrativa della compagnia.