Generali, utile netto a 603 milioni di euro nel primo trimestre 2013
Greco, miglior risultato operativo degli ultimi quattro anni. Il 27 novembre il prossimo Investor day
10/05/2013
Assicurazioni Generali chiude il primo trimestre del 2013 con un utile netto di 603 milioni di euro, in aumento del 6,3% su base annua e sopra le stime degli analisti. Il risultato operativo del Leone di Trieste supera quota 1,3 miliardi, con un incremento dell'8%, e con il segmento danni in crescita del 26,6%. Il combined ratio si attesta al 93,6%, in calo di 1,8 punti percentuali. A fine aprile il solvency 1 è al 145%.
Nei primi tre mesi del 2013 il patrimonio netto si attesta a 18,8 miliardi, in flessione dell'1,2%. Nel settore vita il risultato operativo si attesta a 797 milioni, in calo del 2,6%, con la raccolta netta che cresce a 2,9 miliardi, rispetto ai 760 milioni del primo trimestre del 2012. I premi lordi ammontano a 12,3 miliardi, in flessione del 4,7% su base annua. Nel ramo danni il risultato operativo è di 520 milioni, in crescita del 26,6%, con un incremento in tutti i principali mercati. I premi lordi sono in crescita a 6,9 miliardi (+1,5%) con il contributo sia del business non auto (+1,8%) che auto (+0,7%). Gli asset under management complessivi del gruppo hanno raggiunto nel primo trimestre quota 498,2 miliardi, in aumento dell'1,7% rispetto alla fine del 2012.
Nel primo trimestre del 2013 abbiamo realizzato il miglior risultato operativo degli ultimi quattro anni, grazie a un'eccellente performance nel danni e a un solido business vita, che riflette il focus sulla profittabilità della nostra raccolta", sottolinea Mario Greco, ceo di Generali. "Stiamo facendo progressi importanti nel realizzare le azioni finalizzate a trasformare il nostro business. In questi mesi - spiega il numero uno del Leone - abbiamo già compiuto passi significativi per raggiungere i nostri obiettivi strategici, come l'acquisto della prima tranche di Gph nell'Europa centro-orientale, il collocamento del 12% di Banca Generali e l'avvio della business unit corporate & commercial, che ci permetterà di crescere in questo segmento. Siamo all'inizio del nostro cammino e ben posizionati per raggiungere i nostri obiettivi".
Il colosso triestino prevede, per il 2013, un miglioramento del risultato operativo complessivo, "proseguendo sia nel processo di rafforzamento del capitale che nel programma di riduzione delle spese". Per l'intero esercizio si attendono premi in calo nel segmento vita, "a seguito dell'attenta politica sottoscrittiva e del contesto economico-finanziario ancora incerto", comunica Generali, in una nota. Nel danni, è previsto un incremento dell'attività con il contributo sia del business non-auto che di quello auto.
Nei primi tre mesi del 2013 il patrimonio netto si attesta a 18,8 miliardi, in flessione dell'1,2%. Nel settore vita il risultato operativo si attesta a 797 milioni, in calo del 2,6%, con la raccolta netta che cresce a 2,9 miliardi, rispetto ai 760 milioni del primo trimestre del 2012. I premi lordi ammontano a 12,3 miliardi, in flessione del 4,7% su base annua. Nel ramo danni il risultato operativo è di 520 milioni, in crescita del 26,6%, con un incremento in tutti i principali mercati. I premi lordi sono in crescita a 6,9 miliardi (+1,5%) con il contributo sia del business non auto (+1,8%) che auto (+0,7%). Gli asset under management complessivi del gruppo hanno raggiunto nel primo trimestre quota 498,2 miliardi, in aumento dell'1,7% rispetto alla fine del 2012.
Nel primo trimestre del 2013 abbiamo realizzato il miglior risultato operativo degli ultimi quattro anni, grazie a un'eccellente performance nel danni e a un solido business vita, che riflette il focus sulla profittabilità della nostra raccolta", sottolinea Mario Greco, ceo di Generali. "Stiamo facendo progressi importanti nel realizzare le azioni finalizzate a trasformare il nostro business. In questi mesi - spiega il numero uno del Leone - abbiamo già compiuto passi significativi per raggiungere i nostri obiettivi strategici, come l'acquisto della prima tranche di Gph nell'Europa centro-orientale, il collocamento del 12% di Banca Generali e l'avvio della business unit corporate & commercial, che ci permetterà di crescere in questo segmento. Siamo all'inizio del nostro cammino e ben posizionati per raggiungere i nostri obiettivi".
Il colosso triestino prevede, per il 2013, un miglioramento del risultato operativo complessivo, "proseguendo sia nel processo di rafforzamento del capitale che nel programma di riduzione delle spese". Per l'intero esercizio si attendono premi in calo nel segmento vita, "a seguito dell'attenta politica sottoscrittiva e del contesto economico-finanziario ancora incerto", comunica Generali, in una nota. Nel danni, è previsto un incremento dell'attività con il contributo sia del business non-auto che di quello auto.
Generali è storicamente uno dei principali investitori istituzionali in titoli del debito sovrano italiano: anche oggi il cfo Alberto Minali, durante la conference call con gli analisti, ha ribadito l'alta esposizione del gruppo pari a 60 miliardi di euro. Non sono previste variazioni nell'esposizione nei prossimi mesi, ha detto Minali, in particolare sui Btp "l'intenzione del gruppo non è di essere tattico o di fare scommesse. Questa non è abitudine del nostro gruppo - ha spiegato - e non mi aspetto che la compagnia aumenti o riduca tatticamente l'esposizione sui Btp".
I NODI: RCS, TELECOM E CESSIONI
Per quanto riguarda le parti correlate, come già detto in assemblea dei soci, poco più che una settimana fa, Generali non ha in previsione nel breve termine un'ulteriore riduzione della partecipazione in Intesa Sanpaolo. Il Leone di Trieste detiene una quota del 2,7% ad aprile, ridotta già dal 3,1%, e pari a circa 2,2 miliardi. nel capitale di Intesa Sanpaolo.
Le patate bollenti restano quindi Rcs e Telecom. "La nostra posizione - ha detto Greco - è abbastanza chiara: Rcs lavora nel settore dei media, non possiamo rimanere in settori così diversi dal nostro, dobbiamo concentrare il capitale sul nostro core business". Una tesi già più volte ribadita dal ceo che sta tagliando totto quanto non sia assicurativo, nel tentativo di ridurre il debito e rafforzare la posizione di capitale. L'assemblea di Rcs è prevista per il prossimo 30 maggio, e in quella sede la casa di Milano dovrà votare l'aumento di capitale, imposto per legge, di 400 milioni. A chi gli chiedeva se fosse a conoscenza di contatti in corso tra i soci del patto di sindacato, di cui Generali fa parte ma vorrebbe uscirne, Greco ha risposto di no, ma, ha detto, "questo non vuol dire che non ci siano". È noto che la compagnia di Trieste non sottoscriverà l'aumento di capitale, ma non si sa ancora come voterà in assemblea: "vedremo - ha tagliato corto Greco - quando saremo in assemblea cosa riterremo utile e conveniente fare".
Più possibilista e cauto su eventuali impegni in Telecom, Greco non si è comunque espresso sull'eventuale progetto di scorporo della rete. "Non ho una posizione - ha sottolineato -, penso che, se c'è un progetto, va presentato in cda e i consiglieri lo esamineranno e lo valuteranno, io non sono a conoscenza di un progetto, che è fatto di numeri e di valori. Difficile essere favorevoli o contrari a qualcosa che non si conosce". Il gruppo assicurativo triestino è azionista indiretto di Telecom attraverso Telco, e per questo ha anche aggiunto di essere "favorevole a qualsiasi progetto che valorizzi Telecom".
Infine la cessione degli asset noti: Bsi e le attività americane. Anche su questo fronte il top manager di Generali non si è scoperto, battendo sostanzialmente sugli stessi concetti: le trattative sono a buon punto e comunque non c'è fretta di vendere. Greco si è detto "fiducioso", perché "i processi di vendita sono molto strutturati e hanno fasi molto precise. In questo momento siamo in fase avanzata, ma non possiamo dire nulla. Non abbiamo preso decisioni finali, siamo però fiduciosi che continuino come ci aspettavamo". Per le vendite, Generali non si dà scadenze: "dare deadline - ha sottolineato ancora - non avrebbe senso e non sarebbe nel nostro interesse. Non abbiamo fretta, né obbligo di vendere, lo faremo quando saremo sicuri di avere condizioni soddisfacenti per noi e quindi non vogliamo fissarci vincoli di nessun tipo".
Generali terrà a Londra in novembre una giornata di incontri dedicati agli analisti finanziari e agli investitori, con la formula dell'Investor day già utilizzata l'ultima volta a metà gennaio. L'appuntamento sarà il 27 novembre.
Per quanto riguarda le parti correlate, come già detto in assemblea dei soci, poco più che una settimana fa, Generali non ha in previsione nel breve termine un'ulteriore riduzione della partecipazione in Intesa Sanpaolo. Il Leone di Trieste detiene una quota del 2,7% ad aprile, ridotta già dal 3,1%, e pari a circa 2,2 miliardi. nel capitale di Intesa Sanpaolo.
Le patate bollenti restano quindi Rcs e Telecom. "La nostra posizione - ha detto Greco - è abbastanza chiara: Rcs lavora nel settore dei media, non possiamo rimanere in settori così diversi dal nostro, dobbiamo concentrare il capitale sul nostro core business". Una tesi già più volte ribadita dal ceo che sta tagliando totto quanto non sia assicurativo, nel tentativo di ridurre il debito e rafforzare la posizione di capitale. L'assemblea di Rcs è prevista per il prossimo 30 maggio, e in quella sede la casa di Milano dovrà votare l'aumento di capitale, imposto per legge, di 400 milioni. A chi gli chiedeva se fosse a conoscenza di contatti in corso tra i soci del patto di sindacato, di cui Generali fa parte ma vorrebbe uscirne, Greco ha risposto di no, ma, ha detto, "questo non vuol dire che non ci siano". È noto che la compagnia di Trieste non sottoscriverà l'aumento di capitale, ma non si sa ancora come voterà in assemblea: "vedremo - ha tagliato corto Greco - quando saremo in assemblea cosa riterremo utile e conveniente fare".
Più possibilista e cauto su eventuali impegni in Telecom, Greco non si è comunque espresso sull'eventuale progetto di scorporo della rete. "Non ho una posizione - ha sottolineato -, penso che, se c'è un progetto, va presentato in cda e i consiglieri lo esamineranno e lo valuteranno, io non sono a conoscenza di un progetto, che è fatto di numeri e di valori. Difficile essere favorevoli o contrari a qualcosa che non si conosce". Il gruppo assicurativo triestino è azionista indiretto di Telecom attraverso Telco, e per questo ha anche aggiunto di essere "favorevole a qualsiasi progetto che valorizzi Telecom".
Infine la cessione degli asset noti: Bsi e le attività americane. Anche su questo fronte il top manager di Generali non si è scoperto, battendo sostanzialmente sugli stessi concetti: le trattative sono a buon punto e comunque non c'è fretta di vendere. Greco si è detto "fiducioso", perché "i processi di vendita sono molto strutturati e hanno fasi molto precise. In questo momento siamo in fase avanzata, ma non possiamo dire nulla. Non abbiamo preso decisioni finali, siamo però fiduciosi che continuino come ci aspettavamo". Per le vendite, Generali non si dà scadenze: "dare deadline - ha sottolineato ancora - non avrebbe senso e non sarebbe nel nostro interesse. Non abbiamo fretta, né obbligo di vendere, lo faremo quando saremo sicuri di avere condizioni soddisfacenti per noi e quindi non vogliamo fissarci vincoli di nessun tipo".
Generali terrà a Londra in novembre una giornata di incontri dedicati agli analisti finanziari e agli investitori, con la formula dell'Investor day già utilizzata l'ultima volta a metà gennaio. L'appuntamento sarà il 27 novembre.
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