La parabola dei Ligresti tra dimissioni e fallimenti
Ieri il tribunale di Milano ha sentenziato la fine delle holding di famiglia Sinergia e Imco
15/06/2012
Dopo il fallimento di Imco e Sinergia, deciso ieri dal tribunale di Milano, gli inquirenti analizzeranno tutte le operazioni di questi anni compiute delle due holding della famiglia Ligresti. Le indagini saranno volte ad accertare quanti soldi, e in che modo, siano usciti dalle casse delle società. Al momento, comunque non è stato aperto un fascicolo autonomo per bancarotta, ma il pm Luigi Orsi sta indagando in quella direzione.
Ieri la procura si era opposta alla richiesta di due settimane di tempo per presentare un piano di salvataggio, spiegando che c'era incertezza riguardo agli investitori che avrebbero dovuto sottoscrivere le quote del fondo immobiliare Hines, che poteva accollarsi 243 milioni di debiti e versare 50 milioni cash. Il debito complessivo delle due holding nei confronti delle banche ammonta a circa 335,5 milioni di euro. La più esposta è Unicredit, per circa 180 milioni; poi Banco Popolare (43 milioni), Bpm (35,5 milioni), Ge (30,8 milioni), Banca Sai (21 milioni), Banca Popolare di Sondrio (6,7 milioni), Mps (6,2 milioni), Cassa lombarda (3,9 milioni), Hypo (2,5 milioni), Cariparma (1,5 milioni) e altri istituti per i restanti 1,2 milioni.
Il fallimento delle due holding non comprometteranno il salvataggio di Fonsai, anche perché i Ligresti ne usciranno indeboliti e quindi ancora più esposti alle oscillazioni degli altri azionisti.
Intanto Paolo Ligresti, figlio dell'ingegnere di Paternò, ha dato le dimissioni dalle cariche di vice presidente e di consigliere della Milano Assicurazioni. La decisione, ha detto, rappresenta ''un grande sacrificio'', ed è motivata dall'obiettivo ''di determinare una discontinuità gestionale che secondo i suoi auspici, "potrà favorire la tranquillità di tutti gli attori coinvolti nelle decisioni che determineranno il futuro'' della compagnia. La decisione avrà effetto dalla data di nomina del nuovo cda della Milano da parte dell'assemblea già convocato il prossimo 10-11 luglio.
Anche l'altra figlia di Salvatore Ligresti, Jonella, si è dimessa dal cda di Mediobanca in conformità con la legge che vieta i doppi incarichi. La Ligresti è già vice presidente di Fonsai.
Ieri la procura si era opposta alla richiesta di due settimane di tempo per presentare un piano di salvataggio, spiegando che c'era incertezza riguardo agli investitori che avrebbero dovuto sottoscrivere le quote del fondo immobiliare Hines, che poteva accollarsi 243 milioni di debiti e versare 50 milioni cash. Il debito complessivo delle due holding nei confronti delle banche ammonta a circa 335,5 milioni di euro. La più esposta è Unicredit, per circa 180 milioni; poi Banco Popolare (43 milioni), Bpm (35,5 milioni), Ge (30,8 milioni), Banca Sai (21 milioni), Banca Popolare di Sondrio (6,7 milioni), Mps (6,2 milioni), Cassa lombarda (3,9 milioni), Hypo (2,5 milioni), Cariparma (1,5 milioni) e altri istituti per i restanti 1,2 milioni.
Il fallimento delle due holding non comprometteranno il salvataggio di Fonsai, anche perché i Ligresti ne usciranno indeboliti e quindi ancora più esposti alle oscillazioni degli altri azionisti.
Intanto Paolo Ligresti, figlio dell'ingegnere di Paternò, ha dato le dimissioni dalle cariche di vice presidente e di consigliere della Milano Assicurazioni. La decisione, ha detto, rappresenta ''un grande sacrificio'', ed è motivata dall'obiettivo ''di determinare una discontinuità gestionale che secondo i suoi auspici, "potrà favorire la tranquillità di tutti gli attori coinvolti nelle decisioni che determineranno il futuro'' della compagnia. La decisione avrà effetto dalla data di nomina del nuovo cda della Milano da parte dell'assemblea già convocato il prossimo 10-11 luglio.
Anche l'altra figlia di Salvatore Ligresti, Jonella, si è dimessa dal cda di Mediobanca in conformità con la legge che vieta i doppi incarichi. La Ligresti è già vice presidente di Fonsai.
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