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Fonsai e Unipol, un matrimonio che piace al mercato

La compagnia dei Ligresti è sempre al centro della scena. Tra voci, smentite e indiscrezioni si lavora per definire i dettagli della ricapitalizzazione in vista del cda del 27 gennaio. Le coop sembrano interessate all'integrazione, ma il fondo Clessidra sarebbe pronto a sborsare 200 milioni per entrare in Premafin. E Mediobanca tratta senza sosta.

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Fondiaria-Sai continua a essere il polo attorno al quale ruotano investitori, operatori e addetti ai lavori del mondo assicurativo. La compagnia della famiglia Ligresti non smette di correre a Piazza Affari (+4,29% a 0,766 euro) nell'attesa del riassetto che molti si aspettano già per la metà del mese di gennaio, quindi prima del cda del 27 quando il piano di ricapitalizzazione tra i 660 e 750 milioni sarà definito in ogni dettaglio.

Le ipotesi in campo sono essenzialmente due: un ingresso del fondo Clessidra di Claudio Sposito in Premafin, la finanziaria di famiglia" (ancora per poco?), con un esborso di circa 200 milioni di euro; e una soluzione di carattere industriale, che vedrebbe l'integrazione di Fonsai con Unipol. Il problema delle due opzioni è il controllo di Fondiaria-Sai. I segnali sembrano indicare che i Ligresti usciranno da questa fase pesantemente ridimensionati.

Centrale ancora una volta sarà il ruolo di Mediobanca che sta tastando il terreno con Unipol per studiarne un ingresso nel salvataggio. Si parla di incontri tra Piazzetta Cuccia e la compagnia assicurativa delle coop, che dovrebbero partire nei prossimi giorni per verificare il piano di aggregazione. Mediobanca è esposta verso i due gruppi con quasi 1,5 miliardi di prestiti subordinati, ed è oggetto di critica per il conflitto di interessi derivante dal fatto di essere allo stesso tempo il principale azionista di Generali.

L'Isvap vigila e alcune fonti di stampa vicine a Fonsai stanno mostrando malumori sulla solidità di Unipol. Intanto però Clessidra, stando a quanto si apprende, pagherebbe un premio per l'ingresso nella holding, al fine di utilizzare delle risorse per sottoscrivere l'aumento di Fonsai e mantenere il controllo del gruppo con una quota di almeno il 30%. Nell'ipotesi di un'eventuale fusione tra Fonsai e Unipol, sarebbe invece Finsoe, la holding delle cooperative che controlla Unipol, a poter fare la voce grossa. In ballo ci sono quindi nuovi equilibri di governance che metteranno sempre più ai margini i Ligresti.

Ma anche Premafin avrà bisogno di una ricapitalizzazione intorno ai 400 milioni. Clessidra sarebbe disponibile, ma chiederebbe alle banche creditrici (soprattutto Unicredit) di convertire in azioni una parte dei loro crediti, pari a 322 milioni. Ma per Piazza Cordusio, che già pagò a suo tempo il primo aumento di capitale a seguito dello stop imposto a Groupama dalla Consob, dare ancora soldi ai Ligresti è fuori discussione.

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