Generali-Intesa, non c’è fretta per l’Ops
Ca’ de Sass ha smentito l’imminenza di un’offerta pubblica di scambio
03/02/2017
Macchè Ops pronta a scattare: si tratta solo di un dossier in fase di studio. Questo il senso del comunicato ufficiale che ieri sera Intesa SanPaolo ha diffuso per chiarire la propria posizione in merito all’interesse per il Leone di Trieste. “Possibili combinazioni industriali con Assicurazioni Generali – si legge nella nota diffusa da Ca’ de Sass – sono tuttora soltanto oggetto di un case study, nell’ambito delle molteplici valutazioni che il management della banca svolge regolarmente in tema di opzioni di crescita endogena ed esogena del gruppo”. Intesa SanPaolo ha voluto riferirsi in particolare alle recenti notizie di stampa “riportanti anche presunte relative condizioni” su un’ipotetica offerta pubblica di scambio pronta per essere lanciata. L’istituto ribadisce così “quanto già reso noto al mercato nel comunicato stampa dello scorso 24 gennaio”. Del resto, già prima di diramare il comunicato, un portavoce aveva “smentito seccamente che la banca stia studiando un’offerta di scambio per Generali”.
Messina: ci prenderemo tutto il tempo necessario
Nel corso della conference call a margine della presentazione dei risultati di gruppo, il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha spiegato che l’istituto si prenderà “tutto il tempo necessario per una valutazione completa e solida” prima di decidere se procedere a un'integrazione con Generali. Messina ha spiegato che ogni acquisizione deve essere neutra sul capitale e in linea con gli obiettivi di creazione di valore per i soci e che “deve adattarsi bene alle priorità strategiche incluse nel piano. Esaminiamo regolarmente le opzioni per la crescita – ha spiegato Messina – fa parte del nostro compito. Qualsiasi analisi che seguiamo segue questo modello: innanzitutto si fissano vincoli per i nostri severi criteri di adeguatezza patrimoniale e di creazione di valore, poi si valuta la logica industriale in linea con le nostre priorità strategiche. Quindi – ha aggiunto – se, e solo se, tale analisi supera con successo le prime due fasi passiamo alla fase finale, sviluppare la struttura di una possibile operazione di fusione”. Messina ha poi ribadito che “qualunque potenziale operazione deve soddisfare due obiettivi: essere neutra a livello patrimoniale, senza arbitraggio di capitale incluso il compromesso danese, ed essere in linea con la creazione e la distribuzione valore”.
L'attenzione del mondo politico resta alta
Intanto, nella giornata di ieri, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo in aula al Senato, ha ribadito che il Governo “guarda con molta attenzione all’attività di istituti finanziari italiani così importanti come Generali, facendo attenzione, allo stesso tempo, sia all’italianità sia alla capacità di avere un’attività internazionale profittevole”.
Oggi invece sulla questione è intervenuto il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. "Il Governo segue, come è suo dovere, tutte le vicende che hanno una certa importanza, e questa ne ha una notevolissima, ma non interferisce", ha spiegato il premier, parlando in conferenza stampa nel corso del summit informale Ue di Malta. "Non è che segue o non segue questa vicenda come ha seguito quella di Mediaset. Ogni vicenda va seguita a modo suo, vorrei evitare paragoni impropri. Sono vicende che hanno una loro autonomia e con cui non interferiamo minimamente", ha chiosato Gentiloni.
Messina: ci prenderemo tutto il tempo necessario
Nel corso della conference call a margine della presentazione dei risultati di gruppo, il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha spiegato che l’istituto si prenderà “tutto il tempo necessario per una valutazione completa e solida” prima di decidere se procedere a un'integrazione con Generali. Messina ha spiegato che ogni acquisizione deve essere neutra sul capitale e in linea con gli obiettivi di creazione di valore per i soci e che “deve adattarsi bene alle priorità strategiche incluse nel piano. Esaminiamo regolarmente le opzioni per la crescita – ha spiegato Messina – fa parte del nostro compito. Qualsiasi analisi che seguiamo segue questo modello: innanzitutto si fissano vincoli per i nostri severi criteri di adeguatezza patrimoniale e di creazione di valore, poi si valuta la logica industriale in linea con le nostre priorità strategiche. Quindi – ha aggiunto – se, e solo se, tale analisi supera con successo le prime due fasi passiamo alla fase finale, sviluppare la struttura di una possibile operazione di fusione”. Messina ha poi ribadito che “qualunque potenziale operazione deve soddisfare due obiettivi: essere neutra a livello patrimoniale, senza arbitraggio di capitale incluso il compromesso danese, ed essere in linea con la creazione e la distribuzione valore”.
L'attenzione del mondo politico resta alta
Intanto, nella giornata di ieri, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo in aula al Senato, ha ribadito che il Governo “guarda con molta attenzione all’attività di istituti finanziari italiani così importanti come Generali, facendo attenzione, allo stesso tempo, sia all’italianità sia alla capacità di avere un’attività internazionale profittevole”.
Oggi invece sulla questione è intervenuto il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. "Il Governo segue, come è suo dovere, tutte le vicende che hanno una certa importanza, e questa ne ha una notevolissima, ma non interferisce", ha spiegato il premier, parlando in conferenza stampa nel corso del summit informale Ue di Malta. "Non è che segue o non segue questa vicenda come ha seguito quella di Mediaset. Ogni vicenda va seguita a modo suo, vorrei evitare paragoni impropri. Sono vicende che hanno una loro autonomia e con cui non interferiamo minimamente", ha chiosato Gentiloni.
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