Cattolica, al via due internal audit
Il cda della compagnia, lo scorso lunedì, ha dato il via a una verifica interna su deleghe e poteri dell'ad, e una sulle procedure di internal dealing
Il cda di Cattolica del 25 novembre (che ha anticipato il board già calendarizzato per il 28) ha deliberato l’avvio di due audit interni: uno sulle deleghe e i poteri dell’ad, e uno sulle procedure di internal dealing, cioè quell'insieme di meccanismi attraverso cui viene segnalata al mercato l’operatività sui titoli di una società quotata da parte di consiglieri e dirigenti. È quanto riportano le agenzie di stampa citando fonti interne alla compagnia. Il cda di Cattolica avrebbe anche ratificato le risposte inviate alla Consob nei giorni scorsi, dopo che l’Autorità aveva chiesto chiarimenti in merito al ritiro delle deleghe all’ex ad, Alberto Minali; il board della compagnia avrebbe inoltre chiesto alcune consulenze legali relativamente alla correttezza delle procedure utilizzate alla vigilia e in occasione della revoca delle deleghe a Minali.
Alla Consob, Cattolica avrebbe fornito il verbale del consiglio, la registrazione audio e la lettera che il presidente Paolo Bedoni avrebbe ricevuto da alcuni consiglieri nella quale i membri del cda chiedevano una convocazione di una riunione per discutere in merito al ruolo di Minali.
Oltre alla Consob, anche l’Ivass avrebbe chiesto chiarimenti sull’affaire Minali: secondo quanto riportato ieri dal Sole 24 Ore, l’Istituto di vigilanza sul settore assicurativo avrebbe chiesto il verbale e il materiale della riunione del cda del 31 ottobre, quella in cui l’ex ad venne privato delle deleghe. Chiarezza sulla cacciata di Minali
La decisione di rimuovere Minali ha creato non pochi mal di pancia tra gli azionisti del gruppo veronese. La Fondazione Cariverona ha subito manifestato il proprio disappunto riducendo la propria quota sotto al 3%. Anche Berkshire Hathaway (che ha il 9% di Cattolica) avrebbe palesato i propri malumori. A inizio novembre il Sole 24 Ore ha parlato di una mail, inviata direttamente al direttore generale e nuovo ad Carlo Ferraresi, con cui Warren Buffett avrebbe manifestato il proprio “disappunto”, o delusione, per il ribaltone al vertice della compagnia: certamente il tema sarà stato affrontato nell’incontro che Ferraresi ha avuto recentemente negli Usa con Ajit Jain, responsabile delle attività assicurative della società americana.
Gli azionisti e soci di Cattolica, Massimiliano Cagliero (ad di Banor Sim, società che non ha titoli propri di Cattolica) e Francesco Brioschi, insistono nella richiesta al cda della compagnia veronese di chiarire le ragioni della revoca delle deleghe all’ex ad. “Sulla base di quanto comunicato restano ancora da chiarire le ragioni della revoca, aspetto di una tale rilevanza che induce” i due soci “a insistere sulla necessità di una informativa completa che illustri le ragioni della revoca stessa”, si legge a conclusione della missiva che replica al no del cda di Cattolica di fornire chiarimenti ulteriori rispetto a quelli già offerti al mercato il 31 ottobre. A Cagliero e Brioschi, anche attraverso le azioni in gestione, farebbe riferimento (secondo indiscrezioni) una partecipazione in Cattolica superiore al 2,5% del capitale, quota sufficiente per chiedere la convocazione di un'assemblea straordinaria.
La decisione di rimuovere Minali ha creato non pochi mal di pancia tra gli azionisti del gruppo veronese. La Fondazione Cariverona ha subito manifestato il proprio disappunto riducendo la propria quota sotto al 3%. Anche Berkshire Hathaway (che ha il 9% di Cattolica) avrebbe palesato i propri malumori. A inizio novembre il Sole 24 Ore ha parlato di una mail, inviata direttamente al direttore generale e nuovo ad Carlo Ferraresi, con cui Warren Buffett avrebbe manifestato il proprio “disappunto”, o delusione, per il ribaltone al vertice della compagnia: certamente il tema sarà stato affrontato nell’incontro che Ferraresi ha avuto recentemente negli Usa con Ajit Jain, responsabile delle attività assicurative della società americana.
Gli azionisti e soci di Cattolica, Massimiliano Cagliero (ad di Banor Sim, società che non ha titoli propri di Cattolica) e Francesco Brioschi, insistono nella richiesta al cda della compagnia veronese di chiarire le ragioni della revoca delle deleghe all’ex ad. “Sulla base di quanto comunicato restano ancora da chiarire le ragioni della revoca, aspetto di una tale rilevanza che induce” i due soci “a insistere sulla necessità di una informativa completa che illustri le ragioni della revoca stessa”, si legge a conclusione della missiva che replica al no del cda di Cattolica di fornire chiarimenti ulteriori rispetto a quelli già offerti al mercato il 31 ottobre. A Cagliero e Brioschi, anche attraverso le azioni in gestione, farebbe riferimento (secondo indiscrezioni) una partecipazione in Cattolica superiore al 2,5% del capitale, quota sufficiente per chiedere la convocazione di un'assemblea straordinaria.
In una nota, è stato successivamente precisato che "Francesco Brioschi, agisce a titolo personale e per conto di Sofia Holding" e che "Massimiliano Cagliero, agisce a titolo personale". L’azione intentata dal Brioschi e Cagliero, prosegue la nota, "si pone l’obiettivo di porre rimedio ad una decisione inaccettabile dal punto di vista della governance di Cattolica Assicurazioni ed intende cercare di migliorare il capitalismo del nostro Paese".
Anche due soci, l’avvocato Giuseppe Lovati Cottini e l’imprenditore Luigi Frascino, sono al lavoro per chiedere la convocazione di un’assemblea straordinaria e modificare lo statuto. I due saranno domani in Consob per spiegare le loro istanze e i loro programmi all’authority di Borsa. L’incontro, viene riferito in ambienti finanziari, si svolge su istanza dei soci, decisi a raccogliere le 450 firme o il sostegno del 2,5% del capitale necessari per chiedere la convocazione di un’assemblea straordinaria con cui mettere ai voti una riforma della governance che introduca quelle che definiscono “regole di buon governo”, incluso un limite di mandati in cda che metterebbe fuori gioco il presidente Paolo Bedoni.
I rumors (smentiti) su Ferraresi
Infine, sono da registrare alcuni rumors riguardanti la sostituzione del dg Ferraresi con Raffaele Agrusti, ad di Itas. Agrusti ha smentito seccamente: “sono orgoglioso di lavorare nella più antica mutua assicuratrice italiana – ha scritto in un post su Linkedin – e soddisfatto per i risultati che stiamo raccogliendo. Auguro a Cattolica Assicurazioni, al suo presidente Bedoni e all'amico Ferraresi ogni successo per il loro lavoro”. Del resto i rumors erano stati seccamente smentiti anche dal gruppo di Verona in un comunicato ufficiale lo scorso 16 novembre. “In riferimento a indiscrezioni di stampa – si legge nella nota – il consiglio di amministrazione smentisce categoricamente qualsiasi ipotesi di avvicendamento del dg Carlo Ferraresi, al quale ha attribuito i poteri e la piena fiducia”. Interpellato, il presidente Bedoni ha dichiarato: “Agrusti? Capisco che Cattolica è una società che piace a molti. Ma la nostra scelta l'abbiamo fatta e si chiama Ferraresi. È un manager che ha dimostrato capacità e visione ed ha la piena fiducia del Consiglio di amministrazione”.
Lo stesso Ferraresi, tra l’altro, è stato nominato recentemente membro del consiglio direttivo e membro del comitato esecutivo dell’Ania.
Anche due soci, l’avvocato Giuseppe Lovati Cottini e l’imprenditore Luigi Frascino, sono al lavoro per chiedere la convocazione di un’assemblea straordinaria e modificare lo statuto. I due saranno domani in Consob per spiegare le loro istanze e i loro programmi all’authority di Borsa. L’incontro, viene riferito in ambienti finanziari, si svolge su istanza dei soci, decisi a raccogliere le 450 firme o il sostegno del 2,5% del capitale necessari per chiedere la convocazione di un’assemblea straordinaria con cui mettere ai voti una riforma della governance che introduca quelle che definiscono “regole di buon governo”, incluso un limite di mandati in cda che metterebbe fuori gioco il presidente Paolo Bedoni.
I rumors (smentiti) su Ferraresi
Infine, sono da registrare alcuni rumors riguardanti la sostituzione del dg Ferraresi con Raffaele Agrusti, ad di Itas. Agrusti ha smentito seccamente: “sono orgoglioso di lavorare nella più antica mutua assicuratrice italiana – ha scritto in un post su Linkedin – e soddisfatto per i risultati che stiamo raccogliendo. Auguro a Cattolica Assicurazioni, al suo presidente Bedoni e all'amico Ferraresi ogni successo per il loro lavoro”. Del resto i rumors erano stati seccamente smentiti anche dal gruppo di Verona in un comunicato ufficiale lo scorso 16 novembre. “In riferimento a indiscrezioni di stampa – si legge nella nota – il consiglio di amministrazione smentisce categoricamente qualsiasi ipotesi di avvicendamento del dg Carlo Ferraresi, al quale ha attribuito i poteri e la piena fiducia”. Interpellato, il presidente Bedoni ha dichiarato: “Agrusti? Capisco che Cattolica è una società che piace a molti. Ma la nostra scelta l'abbiamo fatta e si chiama Ferraresi. È un manager che ha dimostrato capacità e visione ed ha la piena fiducia del Consiglio di amministrazione”.
Lo stesso Ferraresi, tra l’altro, è stato nominato recentemente membro del consiglio direttivo e membro del comitato esecutivo dell’Ania.
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