Nasce Asap, l’associazione agenti professionisti Generali Italia
A Ibiza il primo congresso del nuovo gruppo agenti nato dalla fusione tra Unat, guidato da Mariagrazia Musto, e il Gaag Lloyd Italico di Antonio Canu. Ecco gli obiettivi e le ambizioni della neonata compagine emersi in una interessante tre giorni di lavori, caratterizzati da un palpabile entusiasmo, e ai quali ha partecipato anche una folta schiera del top management della compagnia
Dall'8 al 10 maggio si è celebrato il primo congresso di Asap, acronimo di Associazione Agenti Professionisti, il nuovo gruppo agenti nato dalla fusione tra Unat (che riuniva gli agenti ex Toro fuoriusciti tempo fa dal Gaat) e Gaag Lloyd Italico. Una intensa tre giorni di lavori presso una location iconica come l’Hard Rock Hotel di Ibiza, scandita tanto da un’organizzazione efficiente, quanto da un tangibile clima di festa. Non è stato un appuntamento di natura tecnico-politica, ma piuttosto una celebrazione corale per la nascita di una nuova casa comune, alla quale tutti gli agenti coinvolti sono arrivati abbondantemente pronti, giacché risultato di tre anni di lavoro preparatorio all’interno delle rispettive associazioni.
Nel concreto, Asap ora conta su più di 300 agenti, diventando così il gruppo più importante in termini di iscritti, ma anche di portafoglio intermediato, per il modello agenziale che rappresenta (quello di agenzia professionale) nell’ambito dei tre modelli di mandato Generali Italia (gli altri due, lo ricordiamo, sono quello dell’agenzia imprenditoriale con rete proprietaria di Anagina, e il modello di agenzia direzionale con OP del GaGi).
Registi dell’operazione sono stati i due presidenti, Mariagrazia Musto, alla guida di Unat, e Antonio Canu, leader del Gaag. Forti di un comune modo di intendere la professione dell’agente e il modo di esercitare la rappresentanza, con l’aggiunta di una consolidata intesa personale, i due presidenti hanno accompagnato i loro rispettivi gruppi al congresso con l’obiettivo di sviluppare presso colleghi la consapevolezza verso una scelta necessaria per affrontare un mercato radicalmente cambiato negli ultimi anni.
La base li ha seguiti con visibile entusiasmo, e questo è stato possibile constatarlo nei ripetuti attestati di affetto e stima ricevuti dai Musto e Canu dai rispettivi gruppi, nonché dal clima di festa che è stato una costante durante la tre giorni di lavori nell’isola delle Baleari. “Abbiamo deciso di non sonnecchiare nel presente. Abbiamo deciso di rubarci il passato per donarci il futuro”, è stata la frase che i due presidenti hanno scelto per sintetizzare il perché di Asap.
UN PERIODO TRANSITORIO DI QUATTRO ANNI
Lo statuto di Asap è stato approvato nei mesi scorsi dalle rispettive assemblee dei due ex gruppi, ed è stato integrato da un verbale che regola un periodo transitorio di quattro anni, al termine del quale si andrà a un congresso elettivo. Oltre ad aver approvato il progetto di fusione, ogni singolo agente ha anche aderito in modo formale (via pec) alla nuova associazione. Il periodo transitorio prevede che alla guida del gruppo ci sia una staffetta tra i due presidenti (ciascuno dei quali diventerà vice dell’altro): nel primo biennio a ricoprire la carica sarà Mariagrazia Musto, nei successivi due anni il timone passerà ad Antonio Canu.
Quanto alla giunta, per i prossimi quattro anni sarà composta dalla somma delle ex singole giunte; quindi ne fanno parte: Sergio Centra, Francesco Di Perna, Federico Pini, Emanuele Sias, Roberto Buticchi, Elisa Callegari, Marco Cesaroni, Vittorio Colombo, Augusto Compalati, Antonio Fanizza, Maurizio Marraccini, Roberto Massabò, Andrea Fabrizio Milazzo, Massimo Pernasso, Mauro Petrelli, Claudia Rossi, Silvio Rostagno, Enrico Sarcinelli, Marialuisa Scattolin, Elio Scuderi, Diego Tornaghi, Fabio Vicic.
LE ASSEMBLEE DI SCIOGLIMENTO DEI SINGOLI GRUPPI
Dal punto di vista formale, il congresso è stato aperto dalle singole assemblee di scioglimento di Unat e di Gaag, che si sono svolte in parallelo presso due sale attigue, riunioni contrassegnate entrambe da una forte componente emozionale.
In quella del Gaag, Antonio Canu ha ripercorso le tappe di una decisione, quella della fusione, deliberata già da anni. “Il Gaag – ha ricordato – ha 55 anni. Non è facile chiudere una storia di questa natura, ma questa scelta è necessaria, di sopravvivenza, ma è anche una scelta che sta dando i suoi frutti nei rapporti con la compagnia”. In riferimento al prossimo biennio in veste di vice presidente, Canu ha detto che “non sarò in secondo piano, anche se vice. Di sicuro non smetterò nemmeno un minuto di prendermi cura di tutti”. Tra gli ospiti dell’assemblea ha portato il suo saluto in sala Ruggero Pogliaghi, ultimo presidente del Gaag prima di Canu (Pogliaghi ha successivamente cambiato mandato optando per Vittoria Assicurazioni e diventandone anche presidente del gruppo agenti).
Nella parallela ultima assemblea di Unat, Mariagrazia Musto ha tenuto una dettagliata relazione finale, ripercorrendo la storia e le tappe della vita del gruppo, la presidente ha ricordato, tra le altre cose, che Unat sin dalla sua costituzione “ha importato la propria attività di promozione orientandola all’evoluzione imprenditoriale e professionale dei propri iscritti”. Tra i più recenti traguardi raggiunti, sono stati citati l’accordo dati del febbraio 2022, il percorso Figli degli agenti (marzo 2023) “con il quale si è disegnato un percorso virtuoso basato su elementi oggettivi e non più soggettivi per l’inserimento dei figli degli agenti nelle proprie strutture societarie”, e l’accordo integrativo di secondo livello sottoscritto nel dicembre 2023 che contiene “rilevanti contenuti economici fra i quali basti ricordare l’azzeramento degli interessi sulle rivalse per cinque anni”.
Musto ha concluso parlando del futuro: “questa operazione di unificazione – ha detto – non è realizzata attraverso una fusione a freddo, a una crescita per linee esterne, ma è il frutto della messa a fattor comune di tradizioni e culture di due diverse provenienze che però si riconoscono e condividono gli stessi obiettivi e le stesse modalità di esercizio professionale”. La nuova Asap, ha concluso, “rappresenterà per gli associati un punto fermo di riferimento per crescita e sviluppo, ma anche per la tutela del patrimonio di tradizioni e cultura che ciascuno apporterà nel bilancio etico e normativo della nuova associazione: una su tutte, il profondo sentimento di stima e affetto che ci lega”.
IL TOP MANAGEMENT DI GENERALI PRESENTE A IBIZA
La seconda giornata dei lavori ha visto la presenza di numerosi ospiti a partire dai colleghi agenti Davide Nicolao, presidente di Anagina, il quale condivide da anni con Musto e Canu la presenza nella confederazione Confagi; presenti a Ibiza anche Donato Lucchetta, presidente del Gruppo Agenti Cattolica, e Fulvio Galli, componente del direttivo del GaGi.
L’operazione di fusione ha ricevuto numerosi attestati di stima e di riconoscimento anche da parte di Generali Italia, ampiamente presente a Ibiza con il suo top management: Massimo Monacelli, general manager, Gianluca Perin, country general manager, Tommaso Ceccon, chief property & casualty officer, Francesco Bardelli, chief H&W and connected business development officer, Giancarlo Bosser, chief life officer, Andrea Cavallero, country chief operations & IT officer, Marco Oddone,
chief marketing & distribution officer, Samuele Marconcini, general manager di Das e chief Cattolica business unit officer, Massimiliano Fort, chief claims officer, Cristina Rustignoli, country general counsel, Luigi Rizzuti, head of sales network management and control, Riccardo Acquaviva, country communication, Arianna Nardi, responsabile marketing, Gabriele Tedesco, head of sales, e Antonella Casella, nuova responsabile delle relazioni con i gruppi agenti. A intervenire per primo è stato Oddone, che ha riconosciuto al nuovo gruppo “il coraggio, la forza e la lungimiranza per aver fatto questo passo”. Oddone ha poi introdotto il videomessaggio di saluto del country manager e ceo di Generali Italia, Giancarlo Fancel, il quale si è detto certo che “Asap rafforzerà le nostre relazioni nel solco di un dialogo costruttivo che abbiamo sempre avuto. Grazie alla vostra capacità di costruire forti relazioni – ha aggiunto – possiamo conseguire il nostro obiettivo di essere partner di vita, e porre le basi per il nuovo piano industriale”. Anche il group ceo Philippe Donnet ha inviato un messaggio di saluto, in cui ha sottolineato che “questa integrazione andrà a beneficio di tutti: sono sicuro che sarà un percorso ricco di soddisfazioni”.
INNOVAZIONE E TRASFORMAZIONE
Il dialogo con il top management si è poi focalizzato su alcuni aspetti chiave che caratterizzeranno il prossimo futuro degli agenti, dalla tecnologia, alla compliance all’evoluzione dei rischi: ne hanno parlato (in una tavola rotonda moderata dagli stessi Canu e Musto) Perin, Monacelli e Rustignoli.
Perin ha sottolineato l’importanza della tecnologia, ambito al quale Generali Italia investe circa 120 milioni ogni anno. “In tutti i nostri piani strategici, e lo vedrete a maggior ragione nel prossimo, l’investimento in tecnologia sarà sempre più importante. Questo – ha detto – ci consentirà di rendere ancora più efficiente la nostra macchina operativa, velocizzare i processi e integrare i sistemi”. Perin ha quindi posto un grande accento sul tema della sicurezza, “che ha assunto un livello di complessità sempre più rilevante rispetto agli anni scorsi”, e ha poi parlato di intelligenza artificiale, dove occorre preparare il passaggio dal livello machine-to-machine a quello machine-to-human: “L’elemento fondamentale è la qualità del dato: quanto più la si migliora – ha evidenziato – tanto più questi strumenti potranno essere di aiuto per la vostra attività”.
Rustignoli, ha parlato del contesto normativo in continua evoluzione. Lo ha definito “un vero e proprio tsunami di nuove regole, che ormai troviamo inserite nei contesti più disparati. E i troppi cambiamenti continui – ha lamentato – ci destabilizzano”.
Monacelli si è invece soffermato sulle sfide poste da una società in veloce trasformazione, in un Paese come il nostro che affronta criticità su più fronti. “Tutte le sfide che abbiamo davanti – ha detto – vanno prese nel loro complesso perché rappresentano un’opportunità per interpretare il nostro mestiere di assicuratori e trasformare la nostra capacità di lettura della società in consulenza, protezione, e risposte concrete ai bisogni. Quindi non dobbiamo vedere a queste sfide con un’accezione pessimista, ma come a dei fatti: il nostro compito è interpretarli”.
Anticipando quello che sarà lo spirito del prossimo piano industriale del Leone, Monacelli ha parlato di “un cambiamento radicale del nostro ruolo e del nostro mestiere. Pensiamo – ha detto – al tema della salute. Viviamo in un paese che ha sempre fatto del sistema un pubblico un tratto di solidità. Oggi non è più così. E questo chiama in causa il nostro ruolo sociale, perché non possiamo più considerare la polizza salute come un’assicurazione per le élite”. Altra grande trasformazione è il cambiamento climatico. “Non dobbiamo avere paura di andare dai clienti e spiegare loro, ad esempio, che la copertura della grandine sottoscritta 10 anni fa non è più coerente con i nuovi fenomeni naturali. Quando vi chiediamo di riformare i portafogli – ha detto rivolto agli agenti – lo facciamo nell’interesse dei nostri stessi clienti, perché se non rendiamo sostenibile questa area di attività noi non potremmo più assicurare questi rischi”.
Il manager ha riconosciuto agli agenti di essere “un pilastro di sostenibilità che in questi anni ha visto un percorso di crescita non solo di premi ma che di autorevolezza nel modo in cui fate il vostro lavoro e di come presentate le vostre istanze nei confronti della compagnia”. La presenza del management al primo congresso di Asap “è anche un segnale concreto di adesione e di vicinanza. La vostra – ha detto Monacelli – è una rete che ha nel proprio dna la capacità di conoscere i clienti in modo diretto e approfondito e di fidelizzarli. La consulenza di valore nella vostra attività trova un’interpretazione quasi da manuale. Quello che potere fare in più è andare a conquistare nuove quote di mercato. Fatelo perché ne avere il potenziale, ma fatelo anche per la società italiana, che ha un enorme bisogno di assicurazione”.
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