Il Gaat si affida ancora a Roberto Salvi
Il 58esimo congresso della rappresentanza, svoltosi a Milano dal 26 al 28 maggio, ha visto la riconferma del presidente uscente
29/05/2017
Gli agenti iscritti al Gaat (Gruppo agenti di assicurazione Toro) hanno scelto ancora una volta di essere guidati da colui che è a capo del gruppo da 15 anni: Roberto Salvi. Questo l’esito del 58esimo congresso, tenutosi a Milano dal 26 al 28 maggio. La rielezione del presidente, avvenuta all’unanimità (220 voti su 220) è stata accompagnata da una lunga standig ovation. La conferma di Salvi, del resto, non è mai stata in dubbio. Quella del presidente uscente, del resto, era l’unica lista in campo, ma al di là di questa annotazione tecnica, era visivamente palese tra gli agenti Gaat la condivisione per la linea politica del presidente e la fiducia nel suo operato. Assieme a Salvi è stato confermato anche il collegio di presidenza: Adriano Perrone (vice presidente vicario), Gianni Mezzalira (vice presidente) e i membri Olivia Bernardini e Marco Piotto. Il collegio dei probiviri sarò composto da Emilio Gaeta, Armando Lagna, Federico Carones, Alessandro Conti e Francesco Maria Mangiarotti. Il collegio dei revisori dei conti sarà costituito da Marco Giannotti, Federico Franchi ed Elide Di Nicola.
Le differenze con gli altri gruppi
Al congresso non erano presenti né gli altri gruppi agenti di Generali Italia, né i sindacati nazionali: non sono stati invitati “per scelta politica e per convinzione”, ha spiegato Salvi nell’apertura della sua lunga relazione, durata circa tre ore. Salvi, parlando per lo più a braccio, ha ripercorso le più recenti battaglia del Gaat e quelle che attendono il gruppo nell’imminente futuro. Secondo Salvi, la poca considerazione che talvolta le compagnie manifestano nei confronti degli agenti “dipende anche dalla scarsa incisività di tanti agenti”. Su questo aspetto Salvi ha voluto rimarcare le differenze tra il Gaat e gli altri gruppi agenti della galassia Generali Italia. “Non posso condividere con le altre rappresentanze nulla sul piano politico”.
Una difficile interlocuzione con la mandante
La storia recente del gruppo parla di una difficoltà di interlocuzione con la compagnia, emersa, ad esempio, in occasione dell’attivazione dei sistemi danni non auto, due anni fa. “I colleghi non erano pronti e chiedevano più tempo per prepararsi, mentre la compagnia voleva a tutti i costi che si partisse”. Questo ha portato a uno scontro a viso aperto, con un ricorso contro la compagnia presentato in tribunale da oltre 200 agenti, respinto, però, dal giudice come inammissibile. “Non è stata un’azione fatta a cuor leggero”, ha precisato Salvi. “Lo abbiamo fatto per dignità: bisognava mandare un forte segnale alla compagnia”. Per difendersi dalla diffida partita dal Gaat, ricorda Salvi, “la compagnia ha affermato che gli agenti sono imprenditori al pari di Generali. Ne prendiamo atto. Però dobbiamo esserlo sempre, senza essere soggiogati da lacci e lacciuoli”. Tra questi lacci e lacciuoli Salvi cita due aspetti su cui il Gaat ha ottenuto dalla compagnia ciò che rivendicava: l’autonomia del conto corrente e la libertà di nominare i propri subagenti.
Non piegare la testa
Il presidente del Gaat ha riconosciuto il valore di una compagnia del calibro di Generali Italia: “sono felicissimo di essere in questo gruppo. La nostra mandante è certamente molto meglio di tante altre mandanti. Ma bisogna decidere cosa fare: se subire a testa bassa, oppure affrontare a viso aperto ciò che va contro i nostri interessi". Poi citando il giudice Giovanni Falcone, ha aggiunto: “chi tace e piega la testa muore ogni volta che lo fa”. La fase dura dello scontro con Generali Italia è poi terminata nel 2016, quando i vertici del Gaat si sono incontrati con l’ad della compagnia, Marco Sesana. “È stato un incontro proficuo. Sesana – ha spiegato Salvi – si è dimostrato molto disponibile nei confronti del Gaat. Ho trovato un grande rispetto per il nostro gruppo agenti”.
La crescita di Gaat Service
Salvi ha poi parlato del più importante e ambizioso progetto del gruppo agenti: la Gaat Service, società di intermediazione che si basa sulla possibilità di collaborazione A con A. Il presidente l’ha definita “una delle possibilità che abbiamo per continuare a svolgere il nostro mestiere in modo soddisfacente”. Agli agenti Gaat che non lo hanno ancora fatto, Salvi ha rivolto un invito ad aderire a una piattaforma che “rafforza il potere contrattuale e che rappresenta una componente di una strategia molto più complessa”. I numeri di Gaat Service presentati nel corso del congresso parlano di una realtà in costante espansione: le 18.510 polizze emesse nel 2015 sono diventate 29.300 nel 2016 (+58,3%). “La bontà del lavoro svolto – ha osservato Salvi – può essere valutata e apprezzata soprattutto se messa a confronto con iniziative simili promosse da altri gruppi agenti”. Per questo Salvi ha esortato gli agenti ha mettere sulla porta delle proprie agenzie la doppia insegna: quella che da un lato reca il leone rosso di Generali Italia, e dall’altro il toro blu della Gaat Service.
Le discussioni sul mandato unico
Il congresso ha visto gli interventi anche dei vari partner della Gaat Service, oltre a quelli del professore Claudio Cacciamani (ordinario di Economia degli intermediari finanziari presso l’università di Parma) e dell’avvocato Rudi Floreani. Quest’ultimo, in particolare, ha parlato del progetto di riscrittura del mandato unico di Generali Italia, valido per tutte le reti. Le discussioni sono ancora in corso: per il momento di certo c’è solo il fatto che il mandato unico riguarderà i nuovi mandatari Generali Italia, resta quindi da capire se sarà esteso in tutto o in parte anche alle altre reti.
Le differenze con gli altri gruppi
Al congresso non erano presenti né gli altri gruppi agenti di Generali Italia, né i sindacati nazionali: non sono stati invitati “per scelta politica e per convinzione”, ha spiegato Salvi nell’apertura della sua lunga relazione, durata circa tre ore. Salvi, parlando per lo più a braccio, ha ripercorso le più recenti battaglia del Gaat e quelle che attendono il gruppo nell’imminente futuro. Secondo Salvi, la poca considerazione che talvolta le compagnie manifestano nei confronti degli agenti “dipende anche dalla scarsa incisività di tanti agenti”. Su questo aspetto Salvi ha voluto rimarcare le differenze tra il Gaat e gli altri gruppi agenti della galassia Generali Italia. “Non posso condividere con le altre rappresentanze nulla sul piano politico”.
Una difficile interlocuzione con la mandante
La storia recente del gruppo parla di una difficoltà di interlocuzione con la compagnia, emersa, ad esempio, in occasione dell’attivazione dei sistemi danni non auto, due anni fa. “I colleghi non erano pronti e chiedevano più tempo per prepararsi, mentre la compagnia voleva a tutti i costi che si partisse”. Questo ha portato a uno scontro a viso aperto, con un ricorso contro la compagnia presentato in tribunale da oltre 200 agenti, respinto, però, dal giudice come inammissibile. “Non è stata un’azione fatta a cuor leggero”, ha precisato Salvi. “Lo abbiamo fatto per dignità: bisognava mandare un forte segnale alla compagnia”. Per difendersi dalla diffida partita dal Gaat, ricorda Salvi, “la compagnia ha affermato che gli agenti sono imprenditori al pari di Generali. Ne prendiamo atto. Però dobbiamo esserlo sempre, senza essere soggiogati da lacci e lacciuoli”. Tra questi lacci e lacciuoli Salvi cita due aspetti su cui il Gaat ha ottenuto dalla compagnia ciò che rivendicava: l’autonomia del conto corrente e la libertà di nominare i propri subagenti.
Non piegare la testa
Il presidente del Gaat ha riconosciuto il valore di una compagnia del calibro di Generali Italia: “sono felicissimo di essere in questo gruppo. La nostra mandante è certamente molto meglio di tante altre mandanti. Ma bisogna decidere cosa fare: se subire a testa bassa, oppure affrontare a viso aperto ciò che va contro i nostri interessi". Poi citando il giudice Giovanni Falcone, ha aggiunto: “chi tace e piega la testa muore ogni volta che lo fa”. La fase dura dello scontro con Generali Italia è poi terminata nel 2016, quando i vertici del Gaat si sono incontrati con l’ad della compagnia, Marco Sesana. “È stato un incontro proficuo. Sesana – ha spiegato Salvi – si è dimostrato molto disponibile nei confronti del Gaat. Ho trovato un grande rispetto per il nostro gruppo agenti”.
La crescita di Gaat Service
Salvi ha poi parlato del più importante e ambizioso progetto del gruppo agenti: la Gaat Service, società di intermediazione che si basa sulla possibilità di collaborazione A con A. Il presidente l’ha definita “una delle possibilità che abbiamo per continuare a svolgere il nostro mestiere in modo soddisfacente”. Agli agenti Gaat che non lo hanno ancora fatto, Salvi ha rivolto un invito ad aderire a una piattaforma che “rafforza il potere contrattuale e che rappresenta una componente di una strategia molto più complessa”. I numeri di Gaat Service presentati nel corso del congresso parlano di una realtà in costante espansione: le 18.510 polizze emesse nel 2015 sono diventate 29.300 nel 2016 (+58,3%). “La bontà del lavoro svolto – ha osservato Salvi – può essere valutata e apprezzata soprattutto se messa a confronto con iniziative simili promosse da altri gruppi agenti”. Per questo Salvi ha esortato gli agenti ha mettere sulla porta delle proprie agenzie la doppia insegna: quella che da un lato reca il leone rosso di Generali Italia, e dall’altro il toro blu della Gaat Service.
Le discussioni sul mandato unico
Il congresso ha visto gli interventi anche dei vari partner della Gaat Service, oltre a quelli del professore Claudio Cacciamani (ordinario di Economia degli intermediari finanziari presso l’università di Parma) e dell’avvocato Rudi Floreani. Quest’ultimo, in particolare, ha parlato del progetto di riscrittura del mandato unico di Generali Italia, valido per tutte le reti. Le discussioni sono ancora in corso: per il momento di certo c’è solo il fatto che il mandato unico riguarderà i nuovi mandatari Generali Italia, resta quindi da capire se sarà esteso in tutto o in parte anche alle altre reti.
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