Minali in pole per la guida di Mps
L’ex ad di Cattolica, inoltre, replica alle accuse riguardanti presunte “spese pazze” avanzate dal quotidiano La Verità
09/03/2020
L’ex amministratore delegato di Cattolica, Alberto Minali, sarebbe in pole per la poltrona di ad di Monte dei Paschi di Siena. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, Minali farebbe parte della rosa selezionata da Spencer Start che comprende anche Mauro Selvetti, ex ad di CreVal. Martedì 25 febbraio Minali sarebbe stato ricevuto al Tesoro: il manager veronese sarebbe una delle prime scelte di via XX settembre, sin da quando Marco Morelli ha ufficializzato la rinuncia a un ulteriore mandato alla guida dell’istituto. L’ex ad di Cattolica, sempre secondo quanto riferito, si sarebbe preso alcuni giorni per decidere se accettare l’incarico, ma sarebbe propenso ad accettare.
Intanto lo stesso Minali è intervenuto per replicare alle accuse piovute su di lui nei giorni scorsi in merito ad alcune presunte “spese pazze” al timone di Cattolica, come riportato in un articolo del quotidiano La Verità. “Ritengo quanto scritto lesivo della mia onorabilità della cui tutela ho già incaricato i miei legali”, ha spiegato Minali in una nota: “basta leggere i risultati delle diverse audit, svolte dopo il ritiro delle mie deleghe e di cui il cda ha preso atto nella riunione del 25 febbraio, per apprendere che ho sempre operato rimanendo all'interno del budget annuale approvato dal cda, senza mai esondare; che le spese più significative sono sempre state approvate dal cda, e all’unanimità; che sotto la mia gestione il risultato operativo è aumentato del 40%, a dimostrazione che quelle spese, in particolare quelle pubblicitarie, erano investimenti che hanno fruttato”.
Secondo l’ex ad di Cattolica, attribuire a presunte spese pazze “il motivo della mia defenestrazione è in aperto contrasto con le motivazioni formali adottate dal consiglio e rese note con uno specifico comunicato stampa secondo cui il motivo del mio allontanamento risaliva al venir meno della fiducia nei miei confronti per i miei rapporti con il cda medesimo e per le mie relazioni, ritenute sgradite, con il mercato finanziario e in particolare con il gruppo americano di Warren Buffet”.
Intanto lo stesso Minali è intervenuto per replicare alle accuse piovute su di lui nei giorni scorsi in merito ad alcune presunte “spese pazze” al timone di Cattolica, come riportato in un articolo del quotidiano La Verità. “Ritengo quanto scritto lesivo della mia onorabilità della cui tutela ho già incaricato i miei legali”, ha spiegato Minali in una nota: “basta leggere i risultati delle diverse audit, svolte dopo il ritiro delle mie deleghe e di cui il cda ha preso atto nella riunione del 25 febbraio, per apprendere che ho sempre operato rimanendo all'interno del budget annuale approvato dal cda, senza mai esondare; che le spese più significative sono sempre state approvate dal cda, e all’unanimità; che sotto la mia gestione il risultato operativo è aumentato del 40%, a dimostrazione che quelle spese, in particolare quelle pubblicitarie, erano investimenti che hanno fruttato”.
Secondo l’ex ad di Cattolica, attribuire a presunte spese pazze “il motivo della mia defenestrazione è in aperto contrasto con le motivazioni formali adottate dal consiglio e rese note con uno specifico comunicato stampa secondo cui il motivo del mio allontanamento risaliva al venir meno della fiducia nei miei confronti per i miei rapporti con il cda medesimo e per le mie relazioni, ritenute sgradite, con il mercato finanziario e in particolare con il gruppo americano di Warren Buffet”.
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