Ivass, ci vuole più assicurazione
Nella relazione annuale, l'Istituto ha messo in evidenza le priorità per il futuro del settore dei rischi, uscito con qualche incertezza in più dall'emergenza Covid-19 ma che si appresta ad affrontare la recessione economica con l'eredità dall'anno scorso di un Roe medio del 12%, il doppio rispetto al 2018
Serve più assicurazione, una maggiore e rinnovata collaborazione tra settore pubblico e settore privato e una migliore educazione assicurativa. Con queste necessità il settore assicurativo esce dall’emergenza Covid-19: un’uscita ancora condizionata dalle evidenti limitazioni alla normale vita di tutti i giorni e con un bagaglio pesante di incognite. Ma anche con alcuni pochi punti di forza.
In occasione della relazione annuale del presidente di Ivass, Daniele Franco, inviata alle redazioni ma sintetizzata e commentata in un evento web dal segretario generale Stefano de Polis, l’Istituto ha fatto il punto della situazione sulla prima parte dell’anno (molto difficile, ovviamente) e ha dettato le priorità per il settore dei rischi del prossimo futuro.
Il comparto assicurativo aveva chiuso un 2019 molto positivo, con una raccolta a circa 140 miliardi di euro, con una grande espansione del ramo vita, ma anche con una buona crescita per i settori salute e altri rami danni. La contrazione dell’1% dell’Rca, a sostanziale parità del parco auto, denotava ancora una volta una riduzione dei prezzi (-2,7% anno su anno).
Ancora più importanti sono state redditività e solvibilità: nel 2019, il Roe medio del settore ha raggiunto il 12%, un dato che è il doppio rispetto al 2018; mentre la solvibilità a dicembre era al 240% in media, cioè 2,4 volte il minimo fissato dalla normativa. In questo scenario, è intervenuto lo shock della pandemia e poi la recessione che ha introdotto molta incertezza.
A fine marzo, fa sapere Ivass, c’è stata una flessione media del 25% del Solvency ratio: per questo l’Istituto ha iniziato un monitoraggio della solvibilità e della liquidità che ha portato a interventi nei confronti di imprese con solvibilità sotto il 130%.
Nonostante questi dati restino comunque confortanti, l’Ivass ha ancora una volta sottolineato l’opportunità di interventi più profondi nel meccanismo del volatility adjustment: la crisi ha messo in evidenza l’inadeguatezza degli strumenti europei, ecco perché l’Autorità italiana vuole definire in sede continentale nuove misure per mitigare gli effetti pro-ciclici di una futura crisi sistemica.
Un approfondimento della relazione dell’Ivass sarà pubblicato su Insurance Daily di domani, venerdì 19 giugno.
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