Anra per un sistema riassicurativo pubblico - privato
L’associazione dei risk manager sostiene Ania nella proposta di creazione di una struttura assicurativa statale a protezione delle imprese in caso di eventi catastrofali di origine naturale o pandemica
L’Italia è un paese fragile, esposto a rischi che rendono urgente l’applicazione di forme assicurative miste pubblico – privato a sostegno di nuovi possibili eventi catastrofali. È la posizione che da tempo la presidente di Ania, Bianca Maria Farina, sta sostenendo nei contesti ufficiali del confronto politico, auspicando la costituzione di uno schema pubblico – privato per far fronte a criticità come la protezione in caso di catastrofi naturali, rischio pandemico e a sostegno del sistema sanitario, voci sulle quali ad oggi la spesa dello Stato diventa un onere obbligato ma pesante da sostenere. Un supporto a tale impegno è arrivato da Anra, l’associazione nazionale dei risk e insurance manager, che si è detta disponibile a fornire il proprio contributo per individuare modalità di gestione del rischio e di costruzione di resilienza in parallelo ai contributi dello Stato. La proposta è di creare una struttura riassicurativa mista pubblico-privata per far fronte alle coperture in caso di danni: l’esempio più vicino riguarda la crisi sanitaria per il Covid-19, che il paese si è trovato ad affrontare senza la predisposizione di adeguati piani di gestione del rischio a livello statale così come regionale, con la conseguenza di una significativa perdita di vite umane e di notevoli danni finanziari al sistema economico.
Come spiega Carlo Cosimi, vice presidente di Anra, nella nota dell’associazione, la necessità di uno schema pubblico – privato nasce da una fragilità strutturale del mercato assicurativo italiano, dove non esiste ad oggi un riassicuratore professionista o un riassicuratore statale equivalente alla Caisse Centrale de Réassurance in Francia. Un forte riassicuratore statale, si legge nella nota, avrebbe tutte le capacità di supportare il mercato assicurativo commerciale per finalizzare la copertura per rischi epidemici o disastri naturali, e potrebbe finanziare questa capacità direttamente sui mercati finanziari internazionali, ad esempio con l’emissione di Cat Bond.
Un soggetto simile potrebbe essere dedicato alla protezione dei rischi più strategici e sociali di cui il sistema assicurativo di mercato fatica a prendersi carico: nel caso di una pandemia queste esposizioni possono riguardare i rischi Ndbi (Non damage business interruption) e di credito per le aziende, e le coperture di responsabilità professionale in ambito sanitario, ma più in generale per l’Italia possono riguardare rischi catastrofali frequenti sul territorio quali quelli derivanti da terremoti e alluvioni, o in prospettiva per gli effetti del cambiamento climatico.
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