No agli obblighi, si al risarcimento in forma specifica, ma con riserva
L’Ania chiede la modifica del decreto Destinazione Italia: abolizione degli obblighi per le imprese di ispezione preventiva del veicolo e di offerta di prestazione di servizi medico-sanitari e correzione del risarcimento in forma specifica, prevedendo un periodo di transizione
15/01/2014
Più fiducia nelle forze del mercato per risolvere le anomalie del settore assicurativo italiano, caratterizzato da premi Rc auto più alti del 45%, rispetto all'Europa e risarcimenti di 4 volte superiori. E' la richiesta dell'Ania al governo, in riferimento alle novità contenute nel decreto Destinazione Italia, varato lo scorso 23 dicembre.
Servono da parte del governo - ha dichiarato Aldo Minucci, presidente dell'Ania, in un incontro che si è tenuto ieri a Roma con la stampa - più coraggio e una maggiore fiducia nelle forze di mercato per risolvere il problema dell'assicurazione auto in Italia, dominato da un sistema di regole e comportamenti che presenta forti anomalie rispetto agli altri paesi europei e penalizza così decine di milioni di automobilisti. Il decreto - ha spiegato - affronta il tema dei prezzi con un approccio dirigista e presenta una volontà impositiva in tema di sconti sui premi Rc auto e in tema di offerta obbligatoria di clausole contrattuali, su cui non possiamo essere d'accordo, ma contiene disposizioni utili per contrastare le frodi e le speculazioni nella procedura di liquidazione dei danni e disegna un sistema di risarcimento dei danni ai veicoli (risarcimento in forma specifica) che, ferme necessarie correzioni per consentire un avvio graduale della procedura, consente di aumentare la qualità del servizio verso i consumatori, diminuire i costi dei sinistri e ridurre i prezzi delle polizze". A questo riguardo, secondo lo studio Confronto sul mercato RCA in Europa, presentato da The Boston Consulting Group nel corso dell'incontro, emerge un differenziale tra il prezzo dell'Rc auto, dell'Italia e quello di Francia, Germania, Spagna e Uk, di 213 euro, equivalente al 45%. Questa discrasia è attribuibile a due fattori principali: il costo dei sinistri - su cui incidono risarcimenti e frodi elevati, rischiosità stradale e comportamenti pericolosi alla guida, per un totale di 126 euro - e le tasse - che hanno un'incidenza più alta in Italia (24%), rispetto agli altri Paesi (17%), per un totale di 52 euro.
"Se vogliamo abbassare i premi dell'Rc auto -ha spiegato Alessandro Santoliquido, presidente della commissione auto dell'Ania- bisogna intervenire sui livelli dei risarcimenti -che sono 4 volte superiori a quelli dell'Europa- e sul costo dei sinistri che, secondo la ricerca, rappresenta la voce più rilevante e può generare una diminuzione dei premi di 140/160 euro, equivalente al 30%".
E sui risarcimenti, resta in sospeso la questione delle tabelle. "Il decreto legge - ha sottolineato Minucci - non affronta il tema dei risarcimenti dei danni alla persona che costituisce la voce di maggior impatto nel costo complessivo dei sinistri. Va approvata, dopo sette anni, la tabella unica per il risarcimento dei danni fisici di grave entità, una misura fondamentale per avvicinare il costo della Rc auto in Italia al livello degli altri paesi europei".
Interventi dirigisti
In particolare, poi, l'Ania si dichiara contraria al sistema degli sconti minimi imposti. "È solo la dinamica di mercato - ha spiegato Minucci - che determina l'andamento dei prezzi, che infatti scendono - come per tutto il 2013 (i premi medi sono scesi del 5%, ndr)- quando ci sono le condizioni economiche. Inoltre, il decreto prescrive due obblighi per le imprese: l'ispezione preventiva del veicolo e l'offerta di prestazione di servizi medico-sanitari) che, oltre ad essere non coerenti con il principio comunitario di libertà di offerta, comportano oneri aggiuntivi per le imprese, non hanno un'efficacia significativa nella lotta alle frodi e non possono, quindi, essere associati a sconti. Queste due misure vanno eliminate".
In particolare, l'obbligo di proporre agli assicurati l'ispezione preventiva del veicolo, con previsione di sconto di premio per chi aderisce alla proposta, "dal punto di vista tecnico - ha evidenziato il presidente dell'associazione delle imprese assicuratrici - è inattuabile per le compagnie on-line, con una fortissima discriminazione nei confronti di compagnie che servono milioni di clienti. Inoltre, i costi per l'organizzazione e l'esecuzione dell'ispezione sarebbero molto elevati, tali da vanificare gli eventuali benefici ottenibili, peraltro su una casistica limitata".
Contrari anche all'obbligo per le imprese di proporre clausole contrattuali, facoltative per l'assicurato, che prevedono prestazioni di servizi medico-sanitari con personale retribuito dalle imprese stesse, con applicazione per gli aderenti di riduzioni di premio prefissate nel minimo. "Dal punto di vista tecnico -ha spiegato Minucci- non è prevedibile nessuno impatto positivo sui costi, visto che le prestazioni andrebbero comunque sostenute dall'impresa e che l'ambito di applicazione della clausola sarebbe limitatissimo: il conducente non responsabile coincidente con l'assicurato per lesioni fisiche fino al 9%".
Risarcimento in forma specifica e scatole nere
Vanno poi modificati, secondo Ania, anche altri interventi, tra cui il risarcimento in forma specifica (riparazioni presso le carrozzerie convenzionate) e il divieto di cessione (alla carrozzeria o ad altri soggetti) del credito derivante dal risarcimento. "Si tratta - ha sottolineato il presidente Ania - di interventi proposti dal governo, che vanno nella giusta direzione di ridurre il costo dei risarcimenti, attraverso il conseguimento di economie di scala nella filiera della riparazione, un maggior controllo che non siano effettuate riparazioni non dovute e l'emersione di una diffusa evasione fiscale. Tuttavia, il risarcimento in forma specifica, per poter funzionare al meglio, necessita di un periodo di transizione, durante il quale occorre lasciare alle imprese la possibilità di organizzare un'offerta del servizio per province e/o per tipologie di veicoli e prevedere (transitoriamente) la possibilità di mantenere le attuali clausole".
Infine, "sulle norme relative alle scatole nere -ha sottolineato Alessandro Santoliquido- continua la volontà del governo di regolamentare strettamente l'utilizzo di uno strumento che, oggi, vede l'Italia leader nel mondo per diffusione. La fissazione di sconti minimi obbligatori o la creazione di organismi monopolistici di interscambio dei dati rischia al contrario di limitare la diffusione di questo strumento, proprio nelle nicchie di mercato dove ce ne sarebbe più bisogno".
In definitiva, "occorre -ha concluso Minucci- modificare in profondità il decreto accogliendo le proposte da noi suggerite ed eliminando gli inutili oneri burocratici e amministrativi. Così facendo si potrebbe perseguire l'obiettivo di una incisiva riforma della rc auto, avvicinando i prezzi italiani a quelli praticati negli altri paesi europei".
Servono da parte del governo - ha dichiarato Aldo Minucci, presidente dell'Ania, in un incontro che si è tenuto ieri a Roma con la stampa - più coraggio e una maggiore fiducia nelle forze di mercato per risolvere il problema dell'assicurazione auto in Italia, dominato da un sistema di regole e comportamenti che presenta forti anomalie rispetto agli altri paesi europei e penalizza così decine di milioni di automobilisti. Il decreto - ha spiegato - affronta il tema dei prezzi con un approccio dirigista e presenta una volontà impositiva in tema di sconti sui premi Rc auto e in tema di offerta obbligatoria di clausole contrattuali, su cui non possiamo essere d'accordo, ma contiene disposizioni utili per contrastare le frodi e le speculazioni nella procedura di liquidazione dei danni e disegna un sistema di risarcimento dei danni ai veicoli (risarcimento in forma specifica) che, ferme necessarie correzioni per consentire un avvio graduale della procedura, consente di aumentare la qualità del servizio verso i consumatori, diminuire i costi dei sinistri e ridurre i prezzi delle polizze". A questo riguardo, secondo lo studio Confronto sul mercato RCA in Europa, presentato da The Boston Consulting Group nel corso dell'incontro, emerge un differenziale tra il prezzo dell'Rc auto, dell'Italia e quello di Francia, Germania, Spagna e Uk, di 213 euro, equivalente al 45%. Questa discrasia è attribuibile a due fattori principali: il costo dei sinistri - su cui incidono risarcimenti e frodi elevati, rischiosità stradale e comportamenti pericolosi alla guida, per un totale di 126 euro - e le tasse - che hanno un'incidenza più alta in Italia (24%), rispetto agli altri Paesi (17%), per un totale di 52 euro.
"Se vogliamo abbassare i premi dell'Rc auto -ha spiegato Alessandro Santoliquido, presidente della commissione auto dell'Ania- bisogna intervenire sui livelli dei risarcimenti -che sono 4 volte superiori a quelli dell'Europa- e sul costo dei sinistri che, secondo la ricerca, rappresenta la voce più rilevante e può generare una diminuzione dei premi di 140/160 euro, equivalente al 30%".
E sui risarcimenti, resta in sospeso la questione delle tabelle. "Il decreto legge - ha sottolineato Minucci - non affronta il tema dei risarcimenti dei danni alla persona che costituisce la voce di maggior impatto nel costo complessivo dei sinistri. Va approvata, dopo sette anni, la tabella unica per il risarcimento dei danni fisici di grave entità, una misura fondamentale per avvicinare il costo della Rc auto in Italia al livello degli altri paesi europei".
Interventi dirigisti
In particolare, poi, l'Ania si dichiara contraria al sistema degli sconti minimi imposti. "È solo la dinamica di mercato - ha spiegato Minucci - che determina l'andamento dei prezzi, che infatti scendono - come per tutto il 2013 (i premi medi sono scesi del 5%, ndr)- quando ci sono le condizioni economiche. Inoltre, il decreto prescrive due obblighi per le imprese: l'ispezione preventiva del veicolo e l'offerta di prestazione di servizi medico-sanitari) che, oltre ad essere non coerenti con il principio comunitario di libertà di offerta, comportano oneri aggiuntivi per le imprese, non hanno un'efficacia significativa nella lotta alle frodi e non possono, quindi, essere associati a sconti. Queste due misure vanno eliminate".
In particolare, l'obbligo di proporre agli assicurati l'ispezione preventiva del veicolo, con previsione di sconto di premio per chi aderisce alla proposta, "dal punto di vista tecnico - ha evidenziato il presidente dell'associazione delle imprese assicuratrici - è inattuabile per le compagnie on-line, con una fortissima discriminazione nei confronti di compagnie che servono milioni di clienti. Inoltre, i costi per l'organizzazione e l'esecuzione dell'ispezione sarebbero molto elevati, tali da vanificare gli eventuali benefici ottenibili, peraltro su una casistica limitata".
Contrari anche all'obbligo per le imprese di proporre clausole contrattuali, facoltative per l'assicurato, che prevedono prestazioni di servizi medico-sanitari con personale retribuito dalle imprese stesse, con applicazione per gli aderenti di riduzioni di premio prefissate nel minimo. "Dal punto di vista tecnico -ha spiegato Minucci- non è prevedibile nessuno impatto positivo sui costi, visto che le prestazioni andrebbero comunque sostenute dall'impresa e che l'ambito di applicazione della clausola sarebbe limitatissimo: il conducente non responsabile coincidente con l'assicurato per lesioni fisiche fino al 9%".
Risarcimento in forma specifica e scatole nere
Vanno poi modificati, secondo Ania, anche altri interventi, tra cui il risarcimento in forma specifica (riparazioni presso le carrozzerie convenzionate) e il divieto di cessione (alla carrozzeria o ad altri soggetti) del credito derivante dal risarcimento. "Si tratta - ha sottolineato il presidente Ania - di interventi proposti dal governo, che vanno nella giusta direzione di ridurre il costo dei risarcimenti, attraverso il conseguimento di economie di scala nella filiera della riparazione, un maggior controllo che non siano effettuate riparazioni non dovute e l'emersione di una diffusa evasione fiscale. Tuttavia, il risarcimento in forma specifica, per poter funzionare al meglio, necessita di un periodo di transizione, durante il quale occorre lasciare alle imprese la possibilità di organizzare un'offerta del servizio per province e/o per tipologie di veicoli e prevedere (transitoriamente) la possibilità di mantenere le attuali clausole".
Infine, "sulle norme relative alle scatole nere -ha sottolineato Alessandro Santoliquido- continua la volontà del governo di regolamentare strettamente l'utilizzo di uno strumento che, oggi, vede l'Italia leader nel mondo per diffusione. La fissazione di sconti minimi obbligatori o la creazione di organismi monopolistici di interscambio dei dati rischia al contrario di limitare la diffusione di questo strumento, proprio nelle nicchie di mercato dove ce ne sarebbe più bisogno".
In definitiva, "occorre -ha concluso Minucci- modificare in profondità il decreto accogliendo le proposte da noi suggerite ed eliminando gli inutili oneri burocratici e amministrativi. Così facendo si potrebbe perseguire l'obiettivo di una incisiva riforma della rc auto, avvicinando i prezzi italiani a quelli praticati negli altri paesi europei".
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