Balbinot, copertura terremoto semi obbligatoria ma con agevolazioni fiscali
La proposta del cio di Generali per la diffusione delle polizze nat cat in Italia
30/11/2012
Due importanti dibattiti si stanno sviluppando proprio in questi giorni intorno all'assicurazione, oltre ovviamente a quello sui temi dell'Rc auto nel dl Sviluppo bis. Catastrofi naturali e sanità. Della sanità abbiamo detto già qualcosa e sicuramente se ne continuerà a parlare; sulle catastrofi naturali è invece intervenuto ieri in commissione Ambiente, Sergio Balbinot, group chief insurance officer, di Generali. Dopo il flop del decreto legge che fissava le norme per rendere lo Stato non più assicuratore pubblico ma riassicuratore di ultima istanza, Governo e Parlamento stanno comunque muovendosi nella direzione di un deciso ingresso dei privati nel settore del risarcimento danni da calamità naturali.
La posizione del gruppo di Trieste è chiara: l'obbligo o il semi obbligo di copertura sia supportato da forti incentivi fiscali. E' necessario, dice Balbinot, rendere economicamente conveniente per il consumatore la sottoscrizione di tali garanzie" e contestualmente "si attuino meccanismi atti a evitare l'antiselezione del rischio", considerando ovviamente "le differenziazioni di premio in base all'ubicazione" della proprietà in zone più o meno sismiche.
Per quanto riguarda l'intervento dello Stato, comunque presente, "si configuri - continua - come risk carrier di ultima istanza, ispirandosi agli schemi già presenti in Paesi europei a noi vicini per consentire al mercato di sostenere il verificarsi di eventi estremi che per la loro copertura, renderebbero molto difficile e costoso il ricorso al mercato dei capitali privati".
Uno degli argomenti a sostegno delle polizze nat cat è che il costo dei sinistri, così come il sistema attuale è organizzato, ricade continuamente sulla comunità. Anche in ottica di riduzione della fiscalità, "il settore pubblico - prosegue Balbinot - non può e non intende far gravare i costi dovuti alla ricostruzione delle aree colpite da eventi naturali sulla collettività attraverso, ad esempio, l'aumento delle accise o l'introduzione ex-post di una nuova tassa ad hoc".
Gli esempi europei, a cui si dice di tendere, presentano casi di affidamento totale o parziale al settore privato. Non vi sono invece casi in cui l'unica responsabilità dei risarcimenti ricada sullo Stato. In Francia e Spagna, lo Stato, in un sistema semi-obbligatorio, è assicuratore di ultima istanza, mentre la Germania e l'Inghilterra rappresentano gli unici esempi di modelli assicurativi su base volontaria. "Con particolare riferimento alla Germania - sottolinea il manager di Generali - va comunque notato che, nonostante l'assenza di un obbligo di legge, esiste un diverso approccio culturale alla protezione contro i rischi di ogni genere, che ha consentito un'ampia diffusione delle garanzie assicurative".
Ormai da un anno Generali sta sperimentando la vendita retail della garanzia Terremoto congiunta a quella Incendio. Al momento non ci sono dati che indichino un'esposizione rilevante del Leone su questo prodotto, ma le rilevazioni termineranno a dicembre e su questa base saranno approntate anche le strategie 2013.
"Una delle soluzioni su cui si potrebbe lavorare - ha concluso Balbinot - è senz'altro ridurre la misura dell'imposta di assicurazione gravante sui premi versati per le coperture catastrofali. Si potrebbe anche pensare di affiancare alla riduzione dell'imposta sui premi (al 12,5%) interventi più significativi, consentendo la deducibilità o la detraibilità del premio pagato ai fini Irpef. Infine, in via alternativa a quella sopra prospettata, si potrebbe anche ipotizzare il riconoscimento al sottoscrittore di un credito d'imposta a fronte dell'onere sostenuto".
La posizione del gruppo di Trieste è chiara: l'obbligo o il semi obbligo di copertura sia supportato da forti incentivi fiscali. E' necessario, dice Balbinot, rendere economicamente conveniente per il consumatore la sottoscrizione di tali garanzie" e contestualmente "si attuino meccanismi atti a evitare l'antiselezione del rischio", considerando ovviamente "le differenziazioni di premio in base all'ubicazione" della proprietà in zone più o meno sismiche.
Per quanto riguarda l'intervento dello Stato, comunque presente, "si configuri - continua - come risk carrier di ultima istanza, ispirandosi agli schemi già presenti in Paesi europei a noi vicini per consentire al mercato di sostenere il verificarsi di eventi estremi che per la loro copertura, renderebbero molto difficile e costoso il ricorso al mercato dei capitali privati".
Uno degli argomenti a sostegno delle polizze nat cat è che il costo dei sinistri, così come il sistema attuale è organizzato, ricade continuamente sulla comunità. Anche in ottica di riduzione della fiscalità, "il settore pubblico - prosegue Balbinot - non può e non intende far gravare i costi dovuti alla ricostruzione delle aree colpite da eventi naturali sulla collettività attraverso, ad esempio, l'aumento delle accise o l'introduzione ex-post di una nuova tassa ad hoc".
Gli esempi europei, a cui si dice di tendere, presentano casi di affidamento totale o parziale al settore privato. Non vi sono invece casi in cui l'unica responsabilità dei risarcimenti ricada sullo Stato. In Francia e Spagna, lo Stato, in un sistema semi-obbligatorio, è assicuratore di ultima istanza, mentre la Germania e l'Inghilterra rappresentano gli unici esempi di modelli assicurativi su base volontaria. "Con particolare riferimento alla Germania - sottolinea il manager di Generali - va comunque notato che, nonostante l'assenza di un obbligo di legge, esiste un diverso approccio culturale alla protezione contro i rischi di ogni genere, che ha consentito un'ampia diffusione delle garanzie assicurative".
Ormai da un anno Generali sta sperimentando la vendita retail della garanzia Terremoto congiunta a quella Incendio. Al momento non ci sono dati che indichino un'esposizione rilevante del Leone su questo prodotto, ma le rilevazioni termineranno a dicembre e su questa base saranno approntate anche le strategie 2013.
"Una delle soluzioni su cui si potrebbe lavorare - ha concluso Balbinot - è senz'altro ridurre la misura dell'imposta di assicurazione gravante sui premi versati per le coperture catastrofali. Si potrebbe anche pensare di affiancare alla riduzione dell'imposta sui premi (al 12,5%) interventi più significativi, consentendo la deducibilità o la detraibilità del premio pagato ai fini Irpef. Infine, in via alternativa a quella sopra prospettata, si potrebbe anche ipotizzare il riconoscimento al sottoscrittore di un credito d'imposta a fronte dell'onere sostenuto".
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