Insurance Trade

Catastrofi naturali, l'utilità dei modelli predittivi

Un report dei Lloyd's analizza il cambiamento climatico e gli effetti sulla gestione dei rischi assicurabili

Watermark 16 9
Solo pochi giorni fa, abbiamo assistito (e purtroppo molti l'hanno vissuta) all'ennesima inondazione che ha colpito il territorio italiano. In Puglia, a causa delle imponenti piogge, si sono verificate esondazioni, allagamenti che hanno causato vittime e feriti, oltre a ingenti perdite economiche. Non si tratta certo di una novità per il territorio italiano, sempre più esposto a catastrofi naturali, causate da molteplici fattori: dal cambiamento climatico all'azione, spesso devastante e scellerata, dell'uomo.
Dal punto di vista assicurativo il mercato dei Lloyd's è molto attivo nello studio dei fenomeni estremi e ha appena pubblicato un report, curato dall'Emerging risk team, dal titolo, Modellazione delle catastrofi e cambiamenti climatici". L'obiettivo dello studio è individuare le correlazioni tra i cambiamenti climatici e il crescente numero e gravità delle catastrofi naturali, oltre a valutare come e se i sistemi di modellazione di questi rischi potranno, in futuro, essere di utilità per prevedere e prevenire gli effetti dei disastri.

I costi degli eventi meteorologici estremi sono sempre maggiori (il 2011 è stato un anno record con perdite pari a 127 miliardi di euro) e la precisione dei risultati dell'attività di modellazione è un interesse primario per gli assicuratori.

Il problema principale è il riscaldamento globale. Le cause sono da ricercare nell'innalzamento delle concentrazioni di gas serra nell'atmosfera, dovuto prevalentemente all'attività dell'uomo, che provoca un aumento dell'effetto serra naturale del pianeta e un maggiore riscaldamento della superficie terrestre. L'energia in più catturata viene immagazzinata in gran parte negli oceani. Questo effetto modifica il sistema climatico fisico. Il ciclo idrologico è stato sconvolto, si legge nel report, con conseguente alterazione delle precipitazioni, modifica della circolazione atmosferica, riduzione dei ghiacci globali, della copertura nevosa e dilatazione termica degli oceani, con innalzamento del livello del mare. Queste tendenze rappresentano una sfida per gli assicuratori, i quali si trovano ad analizzare sia l'impatto economico del cambiamento climatico sia l'adeguatezza degli strumenti utilizzati per misurare e applicare i tassi.

Il lato positivo è che il consenso della comunità scientifica riguardo al cambiamento del clima globale continua a rafforzarsi. Tuttavia, è estremamente difficile determinare l'impatto attuale sui livelli di rischio. "Quando si interpretano le prove storiche e le previsioni per i prossimi decenni - si legge nel report - è utile considerare qualsiasi cambiamento come una combinazione di variabilità naturale e di una tendenza di fondo causata dalle emissioni antropogeniche". Le previsioni mostrano che nei prossimi decenni la tendenza di fondo emergerà più nettamente: "se si necessita di orizzonti temporali più lunghi, sarà necessario fare maggiore affidamento sulle previsioni dei modelli climatici". La riduzione dei gas serra rimane, infine, un requisito "urgente ed essenziale per limitare i rischi e l'inevitabile costo per la loro gestione".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati

I più visti