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Insurance Europe è contraria a modificare l’ultimate forward rate

La federazione non è d'accordo con l'intenzione di rimodulare il parametro che ridefinisce l’ambiente risk-free sul lungo termine in Solvency II: a rischio gli investimenti del settore

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Modifiche affrettate all’ultimate forward rate (Ufr), uno dei tassi che definiscono il framework risk-free di Solvency II e che riflette le aspettative del tasso di interesse reale di lungo termine (oltre 20 anni) e l’inflazione attesa, spingerebbero gli assicuratori verso strategie di investimento non ottimali, che potrebbero avere un impatto negativo sui rendimenti delle polizze. 
Questa è l’opinione che Insurance Europe ha esposto a Eiopa, in occasione della pubblica consultazione aperta dall’autorità per eventuali modifiche della metodologia per il calcolo dell’Ufr.  

Eiopa, dal canto suo, aveva confermato che il tasso (attualmente al 4,2%) sarebbe rimasto invariato sino alla fine del 2016, in modo da garantire la stabilità del framework per l’attuazione di Solvency II, ma aveva anche comunicato che stava pensando di rivedere la metodologia per determinarne il livello. Una decisione definitiva sarà presa nel mese di settembre. 

Insurance Europe è convinta che cambiando l’Ufr ora, potrebbero esserci conseguenze negative e impreviste anche per gli assicurati: per esempio, molti player potrebbero rivedere le garanzie sui prodotti a basso rendimento e a lungo termine. Ma ancora più grave, sostiene la federazione, sarebbe l’impatto per l’economia europea, in un momento in cui la capacità degli assicuratori di investire e di fornire stabilità finanziaria è particolarmente importante. 
 
Infine, proprio il fatto che l’ultimate forward rate sia definito in Solvency II come parametro stabile sul lungo periodo rafforza la teoria che non si possa al momento mettere in discussione, nemmeno adducendo la ragione dell’attuale contesto di bassi tassi di interesse. L’ambiente in cui i mercati si trovano ora, ricorda Insurance Europe, non costituisce un cambiamento nelle aspettative a lungo termine per quanto riguarda i tassi, in particolare perché che gli attuali livelli sono legati (anche) alla politica della Banca centrale europea, che è destinata a essere comunque solo temporanea.

In foto: Sergio Balbinot, presidente di Insurance Europe

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