Assicurare i paesi emergenti con la tecnologia
Nell’ambito Catnat la sottoassicurazione è globalmente diffusa. Una soluzione, secondo Swiss Re, arriva dalle nuove tecnologie
11/09/2017
L’impatto dei grandi disastri ambientali sulle economie locali sta crescendo parallelamente alla loro frequenza. Chi fatica di più a riprendersi sono i paesi emergenti: la ricostruzione necessita di risorse che i governi non sono in grado di garantire, e la popolazione non può contare sul ruolo assistenziale dell’assicurazione a causa della sua scarsa diffusione. Secondo l’ultima versione del report Sigma di Swiss Re, solo nel 2016 il protection gap mondiale ha raggiunto i 180 miliardi di dollari. I fattori che incidono sul fenomeno sono diversi, dalla mancanza di cultura assicurativa al ristretto accesso all’assicurazione e alla difficoltà di stabilire premi adeguati. Le nuove tecnologie possono essere una soluzione. I Big data consentono ad esempio un’analisi più granulare di questi mercati, di conseguenza le compagnie hanno la possibilità di costruire soluzioni basandosi sugli effettivi comportamenti e sulla cultura locale, piuttosto che su parametri tradizionali come età, stato civile e genere. Fondamentale sarà anche il ruolo della mobile insurance. Solo in Cina e India si prevede che entro il 2020 rispettivamente 1,2 e 1 miliardo di persone fruirà di servizi assicurativi attraverso le app. Anche i governi avranno un ruolo centrale, che non si limiterà al rendere obbligatori alcuni tipi di assicurazione. Ciò che farà la differenza sarà la capacità di promuovere attivamente programmi di educazione finanziaria e assicurativa, oltre che di sensibilizzare la popolazione e le imprese sul tema della tutela ambientale. Da parte degli assicuratori, sarà fondamentale continuare a innovare e strutturare progetti per proporre polizze basate sugli effettivi bisogni, con un wording facilitato e comprensibile, e capace di modificarsi agilmente in base ai cambiamenti delle necessità dell’utente.
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