Lo spread preoccupa l’Ania
Maria Bianca Farina è intervenuta venerdì scorso in audizione alle Camere sul ddl Bilancio
12/11/2018
A oggi oltre il 15% dell’intero stock di titoli di Stato italiani è detenuto dalle imprese assicurative italiane. Naturale dunque che l’Ania sia preoccupata per gli elevati livelli raggiunti dallo spread italiano. Parlando in audizione presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato, la presidente Maria Bianca Farina ha detto di condividere l’obiettivo di promuovere la ripresa dell’economia italiana, “puntando sull’incremento della produttività del Paese e del suo potenziale di crescita” ma nel contempo, “è assolutamente indispensabile – ha avvertito Farina – riuscire a rassicurare i mercati sulla sostenibilità del debito pubblico italiano nel medio e lungo termine. Le oscillazioni dello spread hanno un effetto, destinato a riflettersi nel tempo, sul valore del risparmio degli italiani”.
Un passaggio dell’audizione è stato poi dedicato all’innalzamento dell'acconto dell’imposta sulle assicurazioni: “ci sono misure che incidono significativamente sul livello di tassazione del nostro settore, sia pure agendo prevalentemente sul profilo finanziario”. L’Ania ha rilevato che “per effetto di tale ulteriore rilevante incremento rispetto all’analogo intervento posto in essere non più tardi di un anno fa, la misura dell'acconto dell'imposta sulle assicurazioni si troverà a essere aumentata di 2,5 volte nel giro di soli quattro anni”: dal 40% del 2017 al 100% del 2021. “Il settore assicurativo – ha ricordato Farina - è uno dei maggiori contribuenti italiani”. In media le compagnie di assicurazione versano ogni anno nelle casse dello Stato oltre 12 miliardi di imposte dirette e per conto degli assicurati”. L’anticipo di imposta sui rendimenti corrisposti agli assicurati al momento della liquidazione rappresenta “un credito che ammonta a oltre otto miliardi di euro e di difficile e incerta recuperabilità nel tempo”.
Noi assicuratori – ha detto Farina – siamo diventati nel tempo un punto di riferimento per le famiglie in questo settore. Abbiamo progressivamente conquistato la loro fiducia proponendo soluzioni coerenti con i diversi profili di rischio, superando indenni le tante crisi finanziarie dell’ultimo decennio. Larga parte del risparmio assicurativo ha sostenuto il debito pubblico, finanziando investimenti in titoli sovrani italiani anche, e soprattutto, nei momenti più difficili”. L’associazione auspica, pertanto, che si tenga conto di tutto questo anche in sede normativa, “per ridurre i possibili effetti pregiudizievoli per i risparmiatori derivanti da un'applicazione eccessivamente rigida delle regole contabili e prudenziali, che ad esempio costringono le imprese, anche in situazioni straordinarie e transitorie, a recepire perdite quando i titoli non sono effettivamente negoziati”. Una tale disposizione, si sottolinea, “avrebbe effetti positivi per il bilancio dello Stato”.
Un passaggio dell’audizione è stato poi dedicato all’innalzamento dell'acconto dell’imposta sulle assicurazioni: “ci sono misure che incidono significativamente sul livello di tassazione del nostro settore, sia pure agendo prevalentemente sul profilo finanziario”. L’Ania ha rilevato che “per effetto di tale ulteriore rilevante incremento rispetto all’analogo intervento posto in essere non più tardi di un anno fa, la misura dell'acconto dell'imposta sulle assicurazioni si troverà a essere aumentata di 2,5 volte nel giro di soli quattro anni”: dal 40% del 2017 al 100% del 2021. “Il settore assicurativo – ha ricordato Farina - è uno dei maggiori contribuenti italiani”. In media le compagnie di assicurazione versano ogni anno nelle casse dello Stato oltre 12 miliardi di imposte dirette e per conto degli assicurati”. L’anticipo di imposta sui rendimenti corrisposti agli assicurati al momento della liquidazione rappresenta “un credito che ammonta a oltre otto miliardi di euro e di difficile e incerta recuperabilità nel tempo”.
Noi assicuratori – ha detto Farina – siamo diventati nel tempo un punto di riferimento per le famiglie in questo settore. Abbiamo progressivamente conquistato la loro fiducia proponendo soluzioni coerenti con i diversi profili di rischio, superando indenni le tante crisi finanziarie dell’ultimo decennio. Larga parte del risparmio assicurativo ha sostenuto il debito pubblico, finanziando investimenti in titoli sovrani italiani anche, e soprattutto, nei momenti più difficili”. L’associazione auspica, pertanto, che si tenga conto di tutto questo anche in sede normativa, “per ridurre i possibili effetti pregiudizievoli per i risparmiatori derivanti da un'applicazione eccessivamente rigida delle regole contabili e prudenziali, che ad esempio costringono le imprese, anche in situazioni straordinarie e transitorie, a recepire perdite quando i titoli non sono effettivamente negoziati”. Una tale disposizione, si sottolinea, “avrebbe effetti positivi per il bilancio dello Stato”.
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