Il volatility adjustment sarà corretto
Via libera alle modifiche allo scudo anti-spread di Solvency II, che per il mercato italiano non aveva funzionato a dovere
02/04/2019
Il Parlamento europeo ha approvato l’avvio alle modifiche del funzionamento del volatility adjustment, il meccanismo previsto da Solvency II per correggere le oscillazioni degli spread. Un meccanismo che, a detta delle compagnie assicurative italiane e dell’Ivass, non ha mai funzionato a dovere, e di cui gli operatori italiani dell’industry assicurativa avevano chiesto esplicitamente una rapida modifica.
Il compito del volatility adjustment è quello di fissare i criteri ai quali gli assicuratori devono attenersi per i fondi di garanzia, con l’effetto di liberare per le compagnie italiane gli investimenti bloccati sul breve termine (come tutela contro la volatilità dei tassi di interesse), e utilizzarli come risorse a lungo termine, rispettando così le caratteristiche di investimento del settore.
Il presidente della Commissione affari economici (Econ) del Parlamento Ue, Roberto Gualtieri (europarlamentare Pd, nella foto), che si era molto impegnato sul provvedimento, parlando con l'agenzia Ansa ha sottolineato che “con il voto di oggi finalmente si compie un primo importante passo per la revisione dello scudo anti-spread, il volatility adjustment, da tempo una priorità della Commissione per i problemi economici e monetari e mia personale”. Nella sua forma attuale, infatti, ha spiegato Gualtieri, questo meccanismo di aggiustamento “risulta essere inadeguato e inefficiente. Modificarlo è stata una battaglia difficile, ma sono fiero di aver ottenuto questo risultato” realizzato inserendo durante i negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue “sul pacchetto sulla riforma delle autorità di supervisione finanziaria europea una riduzione della condizione di attivazione a 85 punti base”. In questo modo, infatti, si compie “un primo passo importante per evitare che gli spread con le loro oscillazioni a breve termine nel mercato costringano investitori a lungo termine, come gli assicuratori, a cambiare le loro strategie”.
Il confronto non è stato facile, e si era temuto che per la modifica fosse necessario attendere il 2020, quando è in programma una revisione della Solvency II. Invece l’ok è arrivato con il voto sulla riforma della supervisione finanziaria e le sue autorità per banche (Eba), mercati (Esma) e assicurazioni (Eiopa), provvedimento all'interno del quale era stato introdotto un emendamento per la tutela delle oscillazioni dello spread.
Il prossimo passo da fare, ha concluso il presidente della Econ, sarà “una riforma più ampia di questo scudo a favore degli investimenti a lungo termine e a protezione dell'economia reale dagli effetti di una volatilità eccessiva”.
Il compito del volatility adjustment è quello di fissare i criteri ai quali gli assicuratori devono attenersi per i fondi di garanzia, con l’effetto di liberare per le compagnie italiane gli investimenti bloccati sul breve termine (come tutela contro la volatilità dei tassi di interesse), e utilizzarli come risorse a lungo termine, rispettando così le caratteristiche di investimento del settore.
Il presidente della Commissione affari economici (Econ) del Parlamento Ue, Roberto Gualtieri (europarlamentare Pd, nella foto), che si era molto impegnato sul provvedimento, parlando con l'agenzia Ansa ha sottolineato che “con il voto di oggi finalmente si compie un primo importante passo per la revisione dello scudo anti-spread, il volatility adjustment, da tempo una priorità della Commissione per i problemi economici e monetari e mia personale”. Nella sua forma attuale, infatti, ha spiegato Gualtieri, questo meccanismo di aggiustamento “risulta essere inadeguato e inefficiente. Modificarlo è stata una battaglia difficile, ma sono fiero di aver ottenuto questo risultato” realizzato inserendo durante i negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue “sul pacchetto sulla riforma delle autorità di supervisione finanziaria europea una riduzione della condizione di attivazione a 85 punti base”. In questo modo, infatti, si compie “un primo passo importante per evitare che gli spread con le loro oscillazioni a breve termine nel mercato costringano investitori a lungo termine, come gli assicuratori, a cambiare le loro strategie”.
Il confronto non è stato facile, e si era temuto che per la modifica fosse necessario attendere il 2020, quando è in programma una revisione della Solvency II. Invece l’ok è arrivato con il voto sulla riforma della supervisione finanziaria e le sue autorità per banche (Eba), mercati (Esma) e assicurazioni (Eiopa), provvedimento all'interno del quale era stato introdotto un emendamento per la tutela delle oscillazioni dello spread.
Il prossimo passo da fare, ha concluso il presidente della Econ, sarà “una riforma più ampia di questo scudo a favore degli investimenti a lungo termine e a protezione dell'economia reale dagli effetti di una volatilità eccessiva”.
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