Rc auto, come riformare il sistema
Durante un evento organizzato da Ivass, tante proposte, confronti e dibattiti per provare a cambiare il mercato dei rischi connessi alla mobilità e soprattutto modificare il meccanismo del bonus/malus che, a detta di gran parte degli addetti ai lavori, non funziona più
In apertura del seminario Experience ratings in insurance markets: theory and evidence, tenutosi venerdì scorso presso Banca d’Italia, e cui hanno partecipato esperti nazionali e internazionali con i loro lavori di ricerca, a seguito della call for paper lanciata da Ivass sulla riforma del bonus/malus, il presidente dell’istituto Luigi Federico Signorini, ha ricordato come, storicamente, l’assicurazione Rc auto sia più costosa in Italia che negli altri paesi europei cui ci paragoniamo.
“Tuttavia – ha detto –, i premi sono diminuiti in modo significativo in termini nominali nell’ultimo decennio”. Diversi fattori hanno contribuito, ha citato Signorini: “l’aumento della concorrenza, per esempio, favorito da norme che facilitano la mobilità dei clienti, ha, in particolare, ridotto la segmentazione del mercato, comprimendo margini anormalmente elevati in alcuni mercati locali”.
Nonostante ci sia ancora molto da fare, il presidente di Ivass ha sottolineato come “si possa legittimamente affermare che i conducenti onesti e prudenti ora godono, in media, di una condizione migliore rispetto al passato”.
FARINA, SISTEMA NON PIÙ IN EQUILIBRIO
Negli ultimi dieci anni, il settore della Rca ha subito molti aggiustamenti: dalle liberalizzazioni del governo Monti agli interventi sull’attestato di rischio, dal contratto base fino al contestatissimo bonus familiare. Tutte modifiche che hanno impresso una torsione innaturale al meccanismo base che regola il funzionamento del sistema: il bonus/malus.
Secondo la gran parte degli addetti ai lavori, il meccanismo ormai non funziona più. “La riforma del bonus/malus – ha spiegato la presidente di Ania, Maria Bianca Farina, durante l’evento di Ivass –, oltre trent’anni fa, è stata innovativa: uno strumento efficace e semplice che ha premiato comportamenti virtuosi”. Tuttavia, ha continuato Farina, una cosa è certa: “il sistema non è più in equilibrio” e dopo i primi anni della pandemia, il costo dei sinistri sta crescendo considerevolmente.
“Serve una riforma”, ha commentato la presidente di Ania, ricordando che quando il 90% circa degli assicurati dimorano tra la prima e la seconda classe, significa che “il bonus/malus non riesce più a svolgere il compito per il quale è stato pensato”.
L’associazione delle imprese non si limita a indicare che cosa non va, ma prova a risolvere il problema proponendo soluzioni, attraverso un intervento organico che, partendo dal bonus/malus, ha l’obiettivo di valorizzare l’effettivo rischio cliente e attenuare le differenze territoriali.
Su Insurance Daily di lunedì 19 dicembre è stato pubblicato un ampio approfondimento sull'evento di Ivass.
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