Le grandi Generali
Ho letto molto in questi giorni sul Gruppo Generali, la sua banca (che si è conquistata il “Global Private Banking Awards 2012”) e il suo Ceo Mario Greco. Le notizie si sono piacevolmente intrecciate. Le caratteristiche di questo Gruppo sono tante e tutte di primissimo piano: è e resta, a tutt’oggi, tra i maggiori protagonisti del mercato assicurativo e finanziario: un’eccellenza assoluta. Nel mercato europeo si distingue per performance, gestione responsabile e solidità finanziaria. Potremmo riassumere il core business del Gruppo nell’esposizione di una recente campagna pubblicitaria, diffusa in tutto il mondo (Agenzia Leagas Delaney Italia): “ I clienti prima di tutto”, “Gli azionisti secondi a nessuno”!
Come abbiamo già evidenziato, il Gruppo Generali è una realtà internazionale; politiche e strategie attuate, la pongono al centro di interessi e aspettative in capo a una molteplicità di interlocutori: collaboratori, investitori, clienti, istituzioni. Nei suoi oltre 180 di vita, questo Gruppo si è distinto per una grande attenzione a tutti, malgrado i trascorsi della nostra nazione e dell’intero pianeta. Sarebbe ingiusto non sottolineare che sotto lo sguardo attento del “leone” è passato il Risorgimento italiano, la prima e la seconda guerra mondiale. Eppure l’ascesa è sempre stata costante e inarrestabile. Etica e professionalità vengono coniugati all’unisono. Non deve sfuggire ai lettori anche il suo coinvolgimento sociale e il rispetto per l’ambiente. Valori inestimabili portati avanti quasi in sordina, con lo stile che ha sempre distinto questo Gruppo. Giusto per rendere edotti i lettori sulla “unicità” di questa grande holding, spiego il coinvolgimento, nel 2007, quando il Gruppo ha deciso di aderire a “Un Global Compact”, iniziativa delle Nazioni Unite, per promuovere l’impegno delle imprese nel dare sostegno e attuazione ai 10 principi universali relativi ai diritti umani, lavoro, ambiente e lotta alla corruzione. E ancora, nel 2010, ha sottoscritto il “Carbon Disclosure Project”, iniziativa volta ad affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici e a come limitarne gli effetti. Ovviamente la sostenibilità dei suddetti impegni, non solo economici, ha implicato nel corso degli anni, la creazione di organismi ad hoc, dedicati a seguire e controllare le responsabilità assunte dal Gruppo sull’argomento.
“Generali” resta una realtà primaria non solo in Italia, realtà che ci ha conferito credibilità. Uomini di grande livello professionale, in questi quasi due secoli di storia, si sono avvicendati alla guida di un “Leone” sempre più esigente. Dal 1° agosto 2012, ne regge le sorti l’ a.d. Mario Greco, napoletano di nascita e “fisique du role” del tedesco. Possiede grandi capacità manageriali e una determinazione ferrea. In pochi mesi ha saputo rivoluzionare e mandare in soffitta, molte vecchie consuetudini. Ha riorganizzato il business italiano, seguendo logiche industriali e cessioni di asset, considerati non più primari per gli obiettivi pianificati. Svalutazioni nette per 1,3 miliardi, nel solo 4° trimestre. E’ stata chiamata “pulizia dei conti”. Personalmente, in queste decisioni, vi ritrovo la capacità, il coraggio e la logica schiacciante dell’a.d., che mira a profitti in crescita e a bilanci trasparenti e comprensibili. Il 2012 si è chiuso con “soli” 90 milioni di utili. Questo il risultato dell’asset rewiew che, peraltro, aveva puntualmente pianificato dalla sua entrata nel Gruppo, e che gli ha consentito trasparenza e allineamento ai maggiori competitor internazionali. Il bilancio industriale si chiude con una raccolta premi di +3,2%. Il solvency ratio è salito al 150%, rispetto al 117% del 2011. Tutti i suoi asset erano già contabilizzati al valore di mercato. La Borsa apprezza la trasparenza, e il titolo schizza a + 9% (dato 15/3/2013). Senza dimenticare le delibere del CDA, con le quali si dà il via ad un processo di “razionalizzazione” delle varie realtà, molte delle quali dovrebbero abbandonare il “brand” storico, per diventare Generali Italia S.p.A.
Questo argomento suscita, negli agenti coinvolti, malumori e disappunto, dovuti alla possibile perdita del “proprio” marchio, che per circa venti lustri ha donato, a queste reti agenziali, una identità e una storia molto difficile da dimenticare! In un clima teso, dove il mercato ancora dibatte se è meglio essere monomandatari o plurimandatari, l’argomento andrebbe approfondito. La vertenza è tuttora aperta.
Mario Greco dichiara obiettivi sempre più ambiziosi; tra questi, sottolineo il progetto di bilancio del 2015, che vorrebbe si chiudesse con un utile di ben 5 miliardi.
In questa straordinaria realtà assicurativa, non va tralasciata la parte bancaria.
Com’è a tutti noto, esiste Banca Generali, nata nel 1998, per agevolare l’esigenza del gruppo di dover concentrare, in un unico polo nazionale, tutte le attività e i servizi riguardanti la gestione del risparmio. La completezza delle offerte, poggia su una piattaforma “Multibrand“ , tra società di Gruppo e terze. Vi operano circa 1.500 consulenti finanziari, distribuiti sul territorio nazionale. Nota ed apprezzata dai risparmiatori la correttezza, imparzialità e riservatezza, che sono il frutto della consolidata reputazione, tanto cara al “leone”, alle quali si deve aggiungere il valore fondamentale della trasparenza.
Anche nel settore bancario Generali ha puntato sull’eccellenza: informativa di prodotto, di servizi e/o societarie sono state comunicate all’utente in termini semplici e comprensibili. La nota responsabilità sociale ha portato l’istituto di credito a supportare sviluppo di imprese, progetti di associazioni di volontariato attive negli ambiti della solidarietà, nella ricerca per la salute e l’ambiente. Anche in questo settore il Gruppo esce dagli schemi tradizionali. Questo attira l’attenzione degli operatori di settore di mezzo mondo, grazie anche ai suoi risultati.
Banca Generali viene premiata! A soli 14 anni dalla sua costituzione, le viene conferito il ” Best Private Bank in Italy“, premio al quale hanno concorso fior di competitor sparsi sull’intero pianeta. Lo assegna il Gruppo Financial Times, promosso dalle autorevoli riviste “ The Banker” e “Professional Wealth Management”. L’importante riconoscimento (c.d. “Awards 2012), è l’espressione di una giuria di esperti d’altissimo livello internazionale: giornalisti, revisori, consulenti e asset - manager, chiamati a valutare e confrontare molte primarie banche per la loro strategia, trasparenza, servizio e risultati. Premiazione a Singapore, novembre 2012, di fronte ad un parterre composto dalle principali società finanziarie del mondo, impegnate anch’esse nella autorevole “gara” per le rispettive categorie di competenza.
Ancora una volta Banca Generali chiude il 2012 con un utile netto di 129,2 milioni di euro (+76%), a conferma dello straordinario sviluppo impresso negli ultimi anni, dimostrandosi tra le migliori perfomance finanziarie in Borsa, a dispetto della crisi finanziaria che fa capolino dal 2008, e con una raccolta davvero eccezionale: oltre 6miliardi. Successo che è giusto riconoscere anche alla propria rete, che il Gruppo Generali può davvero vantare con orgoglio.
Al marchio Generali, protetto dalle ali spiegate del suo “leone”, è legata anche la nostra Italia. Un grande Gruppo, che ha saputo esportare nel mondo una straordinaria realtà fatta
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