Cattolica, Bedoni lascia ma rivendica i risultati ottenuti
Parlando davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, il presidente ha confermato che non si ricandiderà alla prossima assemblea di maggio
24/03/2021
Il presidente di Cattolica, Paolo Bedoni, ha confermato ieri davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, che non si ricandiderà per il rinnovo del cda della compagnia veronese. “Con la trasformazione di Cattolica da cooperativa a società per azioni dal prossimo primo aprile – ha detto – ritengo infatti di aver concluso il mio compito”, confermando che l’attuale cda si presenterà interamente dimissionario alla prossima assemblea del 14 maggio, “per consentire il rinnovo integrale dell’organo tenuto conto del nuovo regime legale della Spa”.
Quanto ai rilievi dell’Ivass, che nella sua relazione ispettiva ha puntato l’indice proprio contro di lui, parlando di “governance carente e foriera di rischi gestionali”, Bedoni si è difeso spiegando che “in questi anni, con cda coesi abbiamo difeso i valori e lo spirito della compagnia dall’approccio alla finanziarizzazione, in voga negli ultimi 20 anni, i cui risultati abbiamo drammaticamente vissuto nel sistema bancario italiano, ma non in quello assicurativo”.
“Abbiamo dato forza e voce – ha aggiunto – principalmente ai 18 mila soci; abbiamo tutelato una rete di vendita forte e competente dal rischio di un modello di bancassurance che, a nostro avviso, poteva essere solo complementare e non totalizzante; abbiamo garantito, nonostante si siano attraversate crisi economiche nazionali e finanziarie di territorio alquanto gravi, tutela del patrimonio sociale, dividendi stabili e assoluta sicurezza ai nostri dipendenti e agenti”.
Quanto ai rilievi dell’Ivass, che nella sua relazione ispettiva ha puntato l’indice proprio contro di lui, parlando di “governance carente e foriera di rischi gestionali”, Bedoni si è difeso spiegando che “in questi anni, con cda coesi abbiamo difeso i valori e lo spirito della compagnia dall’approccio alla finanziarizzazione, in voga negli ultimi 20 anni, i cui risultati abbiamo drammaticamente vissuto nel sistema bancario italiano, ma non in quello assicurativo”.
Anche sul fronte delle recenti difficoltà patrimoniali del gruppo, che hanno reso necessario quell’aumento di capitale e che ha portato all’ingresso di Generale come azionista rilevante della compagnia,, Bedoni ha voluto rivendicare che “il gruppo è solido, resiliente e capace di stare sul mercato in modo competitivo” e in grado di “superare tutti gli ostacoli che il mercato finanziario globale gli pone. I risultati del 2020 sono una testimonianza concreta di questa mia affermazione”.
“Abbiamo dato forza e voce – ha aggiunto – principalmente ai 18 mila soci; abbiamo tutelato una rete di vendita forte e competente dal rischio di un modello di bancassurance che, a nostro avviso, poteva essere solo complementare e non totalizzante; abbiamo garantito, nonostante si siano attraversate crisi economiche nazionali e finanziarie di territorio alquanto gravi, tutela del patrimonio sociale, dividendi stabili e assoluta sicurezza ai nostri dipendenti e agenti”.
Dal 2010 al 2020, ha detto Bedoni, “Cattolica ha sempre chiuso i suoi bilanci in utile, con circa un miliardo di euro di beneficio per tutti i nostri soci e azionisti e circa 500 milioni di euro distribuiti in dividendi”, e ha ricordato che con “circa 3,6 milioni di clienti Cattolica è uno dei maggiori attori del mercato assicurativo italiano” e che la compagnia “ha sempre prestato grande attenzione al sociale, a tutto quello che richiamava e richiama i suoi valori fondanti, al territorio veronese” come dimostra “l’attività della Fondazione Cattolica che auspichiamo possa proseguire nel futuro”.
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Paolo bedoni,