Cattolica, Ivass multa i vertici della passata gestione
Dopo quelle della Consob, arrivano le sanzioni dell’Istituto di vigilanza per l’accertamento di irregolarità di gestione: chiesti 432mila euro a Paolo Bedoni, 204mila a testa per Poli e Lai
02/02/2023
L’Ivass ha sanzionato gli ex vertici di Cattolica Assicurazioni, a partire dall’ex presidente, Paolo Bedoni, cui è stata comminata una multa di 432mila euro. Secondo quanto riferito si legge nel bollettino di vigilanza pubblicato dall’Autorità il 31 gennaio scorso, il conto complessivo delle sanzioni è di quasi due milioni di euro, e riguarda “irregolarità accertate”.
A giugno, era stata anche la Consob a multare i vertici della precedente
gestione della compagnia, al termine di un’ispezione durata un anno.
All’epoca le multe complessive erano state di 620 mila euro, contestando anomalie di funzionamento della governance.
Ora, a finire nel mirino dell’Ivass sono tutti i componenti del vecchio cda in carica nel 2019, un periodo segnato dallo scontro tra lo stesso Bedoni e l’ex ad della compagnia, Alberto Minali, poi cacciato dalla compagnia veronese che, soltanto due anni dopo, è stata acquisita dal gruppo Generali.
A Bedoni contestare irregolarità accertate nel ruolo di presidente
A Bedoni, che all’epoca dei fatti oltre a presiedere il cda, guidava anche il comitato per il governo societario e la sostenibilità e il comitato per le nomine all’epoca dei fatti, l’Ivass ha contestato “irregolarità accertate nell’ambito di accertamenti ispettivi presso la società Cattolica Assicurazioni – in relazione al ruolo svolto in seno al cda, in qualità di presidente del cda e di presidente dei comitati per il governo societario e la sostenibilità e per le nomine”.
Aldo Poli, ex vice presidente vicario, membro del comitato per il governo societario e la sostenibilità, e membro del comitato per le nomine, è stato multato con 204mila euro, stessa cifra inflitta anche ad Alessandro Lai, mentre una sanzione da 200 mila euro è stata indirizzata direttamente alla società, per il “mancato esercizio delle prerogative di indirizzo, gestione e controllo dell’organo amministrativo e alle modalità di esercizio delle funzioni svolte dai comitati per il governo societario e la sotenibilità, nomine, remunerazione, controllo e rischi, controllo sulla gestione e dall’internal audit”. L’autorità ha anche accertato “incapacità dell’organo amministrativo di garantire la necessaria coerenza tra i rischi assunti dall’impresa e il suo fabbisogno di solvibilità globale, con effetti sull’adeguatezza, anche prospettica dei fondi propri; alle carenze nell’analisi dei rischi riscontrate nella sottoscrizione e gestione di taluni investimenti e all’inefficacia delle funzioni di controllo che non ha consentito di individuare le criticità di governo e la gestione dei rischi”. Le misure previste dal piano di rimedio presentato “dall’impresa per superare le irregolarità sono state completate”.
Gli altri soggetti multati
In relazione a irregolarità compiute all’interno del cda e nei vari comitati del governo societario, sono stati sanzionati, oltre a Bedoni e Poli, anche i manager che allora guidavano la compagnia veronese, secondo i seguenti importi: 90 mila euro ad Alberto Minali (sanzionato in quanto componente del cda); 180mila euro a Barbara Blasevich; 132mila euro a Bettina Campedelli; 66mila euro a Cesare Brena; 66mila euro a Federica Bonato; 84mila euro a Giovanni Glisenti; 45mila e 600 euro a Chiara De’ Stefani; 39mila euro a Rosella Giacometti; 40mila e 800 euro a Eugenio Vanta; 32mila euro a Pierantonio Riello; 40mila e 800 a Carlo Napoleoni; 25mila euro ad Anna Strazzera; 25mila euro a Piergiuseppe Caldana; 18mila euro a Luigi Castelletti.
Altri 11mila euro ad Andrea Ongaro che all’epoca dei fatti era responsabile della funzione di risk management della società; 19mila euro a Fabio Massimo Bastia, responsabile della funzione internal audit.Alberto Minali, attuale ceo di Revo, ha subito fatto sapere che si rivolgerà al Tar. “Pur prendendo atto che i rilievi dell’Ivass - ha detto - non riguardano il mio operato di amministratore delegato di Cattolica, bensì di consigliere e, dunque, unicamente in ragione del ruolo collegiale, e che la sanzione appare ridotta in relazione alle responsabilità di altri, ho comunque deciso di dare mandato ai miei legali di presentare ricorso al Tar del Lazio. Sono fiducioso in un esito positivo”.
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