Silicon Valley Bank, un rischio per la stabilità finanziaria
Il fallimento di Svb, si legge nella nota di Coface, non sembra sistemico ma evidenzia l’impatto del rialzo dei tassi e l'intensificarsi dei rischi nel settore tecnologico statunitense
"Per il momento, i problemi della Svb (Silicon Valley Bank, ndr) non sembrano un rischio sistemico, malgrado la Federal Deposit Insurance Corporation stimi che le banche statunitensi abbiano 620 miliardi di dollari di minusvalenze non realizzate". Questo il giudizio che esprime Coface in un commento alla situazione finanziaria dopo il fallimento della banca.
Svb è specializzata in servizi bancari per start up in ambito tecnologico, era al 16esimo posto tra le banche commerciali più grandi degli Stati Uniti con 209 miliardi di dollari di patrimonio consolidato a fine 2022. "Il fallimento - si legge nella nota di Coface - non sembra sistemico ma evidenzia l’impatto del rialzo dei tassi sulla stabilità finanziaria e l’intensificarsi dei rischi nel settore tecnologico statunitense". Coface è convinta che che l’impatto della stretta monetaria, però, debba ancora farsi sentire.
"Le grandi banche statunitensi - continua la nota - sono molto più diversificate rispetto alla Svb, pertanto sono le banche regionali con profili più simili alla Svb a destare maggiori preoccupazioni".
Allo scopo di arginare il contagio, ricorda Coface, le autorità hanno annunciato un nuovo strumento di prestito di emergenza volto a garantire che le banche abbiano la capacità di soddisfare le esigenze di tutti i loro clienti.
"Il rialzo dei tassi ha avuto inevitabilmente un impatto sulla stabilità finanziaria, situazione che ha colpito in particolare la Silicon Valley Bank per via di una clientela non sufficientemente diversificata, ma governo statunitense e Fed stanno lavorando perché questa stabilità, necessaria per l’economia globale, sia garantita", ha commentato Ernesto De Martinis, ceo di Coface in Italia e head of strategy della regione Mediterraneo e Africa.
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