Ivass, bisogna fare di più per rendere le polizze più comprensibili
L’Autorità di vigilanza ha chiesto alle compagnie più trasparenza sui contratti e strategie di semplificazione
27/06/2023
Le polizze italiane sono spesso scritte con un linguaggio giuridico-legale tecnico poco chiaro e con un’abbondanza di termini in inglese. Secondo il consigliere di Ivass, Riccardo Cesari, ci sarebbero anche questi tra i motivi alla base della poca copertura assicurativa in Italia. Cesari è intervenuto nel corso del workshop dedicato alla semplificazione dei contratti assicurativi, che si è svolto ieri mattina a Roma. “Nonostante alcuni passi in avanti – ha spiegato – il linguaggio che ancora tende a dominare nella contrattualistica assicurativa (ma non solo assicurativa) è quello giuridico-legale, che naturalmente viene incontro alle esigenze di certezza e alla cultura tecnica di chi quei contratti scrive emettendo le coperture sottostanti, ma non di chi li acquista, privo, in molti casi, degli strumenti conoscitivi per poterne comprendere appieno la valenza”. Se l’incomprensione è fonte di ritrosia, ha aggiunto, non è da escludere che la scarsissima penetrazione in Italia delle coperture contro i danni (1,9% il rapporto premi/Pil nel 2021 contro il 4,9% della media Ocse) rifletta anche le difficoltà di comprensione del peculiare linguaggio con cui le numerose tipologie di copertura si presentano al consumatore, inesperto e frastornato”.
Troppi vocaboli in inglese
Termini legali e giuridici o oramai non più usati, parole inglesi, frasi lunghe, poche indicazioni grafiche, elenchi farraginosi. In una Italia dove il livello di istruzione resta poco significativo rispetto ad altri paesi sviluppati e anzi il vocabolario medio si riduce, le polizze assicurative sono scritte ancora in un linguaggio poco chiaro che crea confusione ai consumatori e li allontana.
A tracciare i principali problemi della poca semplicità e chiarezza dei contratti è stata l’analisi di uno studio realizzato dal team guidato dalla prof.ssa Patrizia Contaldo, direttore dell’Osservatorio sul mercato assicurativo del centro studio Baffi Carefin (Università Bocconi). La ricerca ha analizzato 30 contratti infortuni (stand alone o multirischio) di 30 imprese di assicurazione che rappresentano complessivamente circa l'80% in termini di raccolta premi del ramo. Il lessico è stato messo a confronto con la Costituzione italiana, sulla quale esiste uno studio condotto con lo strumento quantitativo, che è servito anche per la presente ricerca. “La nostra Carta fondamentale – si legge nello studio – costituisce un modello da tutti riconosciuto di semplicità, chiarezza, efficacia, soprattutto per quanto riguarda la sua prima parte”. Nelle conclusioni gli autori dello studio riconoscono alcuni miglioramenti del comparto “ma alcuni elementi, a nostro avviso utili alla consultazione, non sono ancora presenti in tutti i contratti”. Sul linguaggio invece “l’analisi complessiva indica con chiarezza l'obiettivo da perseguire: l'utilizzo di un linguaggio chiaro e semplice”. Un risultato “che si può raggiungere se processi, metodi, obiettivi e contenuti della semplificazione sono condotti secondo modalità la cui efficacia è ampiamente riconosciuta, come suggerito nel concreto anche in recenti pubblicazioni”.L’inizio di un percorso
Elena Bellizzi, capo del servizio di vigilanza condotta mercati di Ivass, ha detto che l’Autorità chiederà alle imprese di conoscere entro il 30 settembre "quali iniziative intendono adottare per semplificare i contratti oggetto di analisi, ma gradualmente anche gli altri”, aggiungendo che “saranno benvenuti team per la scrittura dei contratti interni alle imprese, composti non solo da legali ma anche da esperti di comunicazione che magari abbiano attenzione anche ai linguaggi utilizzati dalle nuove generazioni.
Nell’intervento di chiusura, il segretario generale dell’Ivass, Stefano De Polis, ha sottolineato come il contratto di assicurazione debba in primo luogo “rispondere a concrete e reali esigenze di protezione e previdenza e la piena e sostanziale comprensione del contratto rende effettivo il consenso delle parti”. Le esigenze di semplicità e chiarezza rivestono inoltre una particolare importanza “per superare le asimmetrie informative o professionali tra il produttore ed il consumatore: rappresentare con semplicità e chiarezza coperture ed esclusioni o anche talvolta concetti assicurativi difficili, permette di rendere più nitida ed evidente la rispondenza dei singoli contratti alle esigenze della clientela; di ridurre il contenzioso in caso di sinistri; di ricostruire un rapporto di fiducia necessario per recuperare il gap assicurativo del nostro Paese”, ha detto De Polis.
Consapevole che “nessuna soluzione è perfetta”, il segretario generale ha detto di aspettarsi che “a partire dai contratti esaminati, e poi a seguire per tutti gli altri, le compagnie si interroghino seriamente sull’esigenza di stabilire una chiara relazione tra chiarezza e comprensibilità del contratto e il target di clientela”. In questo senso, il workshop “è solo l’inizio di un‘ulteriore fase del percorso di semplificazione che mi auguro trovi il sostegno delle compagnie; degli intermediari che tutti i giorni svolgono un insostituibile servizio di presentazione dei contratti alla clientela e che pertanto ne conoscono le complessità e i punti critici; delle associazioni dei consumatori”, ha concluso De Polis.
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